22 Gennaio 2024, 18:26
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Arianna Rapaccioni è la moglie del compianto Sinisa Mihajlovic, l’allenatore di calcio scomparso il 16 dicembre 2022 a causa di una leucemia mieloide acuta. A poco più di un anno dalla sua morte, è stata ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo” per ripercorrere gli anni insieme al marito dal quale ha avuto cinque figli. “È stato un anno difficilissimo – ha spiegato alla conduttrice – I primi mesi ero scioccata e non riuscivo a fare nulla. Poi con l’aiuto di un professionista sto cercando di elaborare il lutto e accettarlo. Continuo a vivere per i miei figli e per onorare Sinisa, che era un combattente e amava tantissimo la vita. Voglio ricordare in ogni momento mio marito”. Arianna Rapaccioni ha raccontato del loro amore durato quasi 30 anni: “Ci siamo conosciuti che avevo 23 anni, poi ci siamo sposati e abbiamo avuto i figli. È stato un amore stupendo durato 27 anni e sono grata di avere vissuto la vita con lui, di avere avuto questo privilegio”.
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La moglie di Sinisa Mihajlovic ha ripercorso con Silvia Toffanin gli ultimi quattro anni della sua vita, dalla scoperta della malattia del marito fino alla sua morte. Il primo campanello d’allarme è stato un malore durante una vacanza in Sardegna: “Mi ero accorta che era un po’ più stanco del solito. Il giorno dopo una partita di tennis con un amico non si alzava più dal letto, non riusciva più a camminare. Siamo andati al pronto soccorso, ma non hanno capito bene cosa fosse”. Poi è arrivata la diagnosi di leucemia, che l’allenatore ha comunicato alla moglie con una telefonata. “Poi è partito per Bologna – ha raccontato ancora Arianna Mihajlovic – mi ha chiamato al telefono e mi ha detto ‘Amore ho la leucemia’. Non sapevo cosa fare, sono rimasta in silenzio. Gli ho detto che avremmo affrontato tutto, la prima volta eravamo molto forti e pensavamo di vincerla”.
Dopo la diagnosi Sinisa Mihajlovic ha subito il primo trapianto di midollo che è andato bene: “Dopo il primo trapianto lui si era ripreso. Poi, dopo due anni e mezzo, ha avuto la ricaduta. Lì ho avuto veramente paura di perderlo. Ho capito che la situazione era grave. Poi ha subito un secondo trapianto che è andato male”. La famiglia ha tentato l’ultima spiaggia, una cura sperimentale a Bergamo che, nonostante una buona partenza, non ha dato i risultati sperati. “Dopo una visita a Bergamo, poco prima della fine, i medici mi hanno detto che non c’era più nulla da fare – ha ricordato – ma in macchina, nel ritorno a casa lui mi disse ‘mi spiace non vedere crescere i miei figli’. Così, insieme ai ragazzi, abbiamo deciso di non dirglielo. Era all’oscuro di tutto e fingere per noi è stato molto doloroso, l’ultimo mese è stato difficilissimo”.
“Questi 4 anni sono stati devastanti – ha ammesso – ho avuto degli shock per quello che ho visto negli ospedali, vedevo negli occhi di Sinisa il terrore. Devo riprendermi ancora da questi momenti drammatici e ancora oggi la notte ho dei flash di tutte le cose che ho visto”. “Quattro anni senza poter piangere – ha sottolineato – perché sapevo che lui, se vedeva crollare me che ero la sua roccia, non ce l’avrebbe fatta a reggere”. Poi aggiunge: “Avrei voluto coccolarlo di più, ma burbero com’era mi avrebbe visto diversa. Nemmeno l’ultimo mese, quando sapevo che sarebbe morto: volevo fargli più coccole ma non potevo. Mi dispiace per questo. Qualche giorno prima di morire, però, ci siamo detti ti amo”.
Sinisa Mihajlovic se n’è andato circondato dall’affetto della moglie, dei figli e degli amici più cari. “In quel momento eravamo tutti lì – ha detto ancora la moglie – ci siamo messi intorno al letto, respirava a fatica. Poi gli ho preso la mano e gli ho detto ‘ci penso io ai ragazzi’. Appena ho pronunciato queste parole, ha fatto l’ultimo respiro“. Un momento che ha fortemente scosso la moglie che è poi scoppiata a piangere per la prima volta dopo anni: “È stato bruttissimo, ma abbiamo sentito intorno a lui una forza enorme e ci siamo messi a piangere tutti. Non mi ero mai fatta vedere piangere da lui, ero la sua roccia”.
Dopo il lutto, la ripartenza: “Ora i miei figli stanno facendo tanto – ha continuato – non si sono chiusi in loro stessi. Stanno diventando forti, vogliono dimostrare al padre che ce la possono fare. Con un papà come Sinisa, vogliono dimostrargli che anche loro sono forti e in grado di andare avanti. Ho sofferto tanto per mantenere questa calma, questa forza”. Silvia Toffanin, in lacrime, ha mostrato alla sua ospite un messaggio della figlia Virginia. “L’eroe è stato papà, ma sei stata anche tu – ha detto la ragazza – se non mi sono persa in questi anni è perchè ci sei stata tu a farmi coraggio. Sarò sempre accanto a te e non ti abbandonerò mai”.
“Noi non siamo di tante smancerie – ha affermato commossa Arianna Mihajlovic – Le parole di Virginia mi fanno molto piacere e vorrei dire ai miei figli che anche io li amo tantissimo e sono la mia forza e se non fosse stato per loro non ce l’avrei mai fatta”. In casa Mihajlovic c’è la gioia della prima nipotina, figlia di Virginia. Si chiama Violante e oggi ha due anni: “Quando viene a casa nostra dice sempre, vado da nonna Arianna e nonno Sinisa. È dolcissima”.
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22 Gennaio 2024, 18:26