“L’altra Italia”, il programma che aveva segnato il debutto in Rai dell’ex Iena Antonino Monteleone, chiude per flop dopo appena cinque puntate. Giovedì 31 ottobre, la trasmissione dedicata all’attualità politica e all’inchiesta andrà in onda per l’ultima volta su Rai2. Paolo Corsini, direttore degli Approfondimenti Rai, lo aveva presentato come “uno tra i programmi più attesi di questa stagione”, “anche e forse soprattutto un nuovo volto, Antonino Monteleone, sul quale intendiamo puntare. Un conduttore giovane per gli standard Rai”. “L’altra Italia” non ha superato l’esame dell’Auditel in una serata difficilissima quale quella del giovedì in cui ha dovuto scontrarsi con “rivali” quali “Piazzapulita” (La7), “Dritto e rovescio” (Rete 4) e “Le Iene presentano Inside” (Italia 1).
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La Rai ha già in serbo un nuovo progetto per Antonino Monteleone
La Rai non intende lasciare Antonino Monteleone in panchina. “Nelle prossime settimane – si legge nella nota diffusa dalla Direzione Approfondimento – insieme al conduttore, con la direzione distribuzione e la direzione marketing avvieremo delle riflessioni per realizzare una nuova trasmissione con un nuovo format e una collocazione in palinsesto più efficaci”. Come svela “TvBlog”, per Antonino Monteleone c’è già un nuovo progetto la cui data di partenza potrebbe essere mercoledì 19 febbraio 2025: “Sarà un programma quasi completamente in esterna, alla ricerca dei fatti e delle notizie dove accadono e dove sono accadute. Tutto questo per comprendere quei fatti e spiegarli ai telespettatori usando le ‘armi’ delle immagini e dell’immediatezza di racconto”.
Da “Le Iene” alla Rai, così Antonino Monteleone annunciò l’addio a Mediaset
Lo scorso luglio Antonino Monteleone – tra i volti di punta de “Le Iene” – aveva annunciato l’addio al programma di Italia 1 ideato da Davide Parenti. “Vi ricordate quando nel 2017 sono arrivato a ‘Le Iene’? Beh questi sette anni sono volati via d’un fiato – aveva scritto su Instagram – Tutti difficili e tutti straordinari allo stesso tempo. Per questo motivo, mentre annuncio questo cambiamento nella mia vita, ho le mani che tremano un po’. Oggi provo le stesse sensazioni di allora: gratitudine, malinconia, entusiasmo, un po’ di paura. Lascio la squadra de ‘Le Iene’. È stato un viaggio incredibile che ho cominciato, poco più che trentenne, col desiderio di contribuire a innovare il linguaggio di un format di successo che mi ha accolto con il calore di una grande famiglia”.
Il ringraziamento a Davide Parenti e alle persone incrociate in sette anni
“La gratitudine che proverò nei confronti di Davide Parenti, per l’opportunità che mi ha dato, non sarà mai sufficiente – aveva aggiunto – Così come quella per tutte le persone che ho incrociato: autori, redattori, filmaker, montatori, ogni figura di produzione. Tutte persone (e personalità) molto diverse tra di loro, messe a fattore comune da notti insonni, ritmi forsennati, desiderio di cambiare le cose, passione per un mestiere assai difficile che è il giornalismo con gli strumenti della televisione”.
Aldo Grasso stronca Antonino Monteleone: “Essere stato una iena è un titolo di merito?”
A non mostrarsi stupito per il flop de “L’altra Italia” è Aldo Grasso. Il critico televisivo “infilza” Antonino Monteleone nella sua consueta rubrica sul “Corriere della Sera”. “È giunta notizia che ‘L’altra Italia’, il talk show condotto da Antonino Monteleone, definito sempre come l’ex Iena, come se essere stato una iena sia un titolo di merito, questo talkshow chiude ora – esordisce – La chiusura di un programma su cui la Rai aveva puntato molto è un mezzo dramma. Cioè, è inutile nasconderlo, tu investi soldi, costruisci delle redazioni, fai dei programmi per fare un talk show di destra in contrapposizione a Formigli, a Piazzapulita di Formigli. E poi tutto questo svanisce nel nulla”.
“Danno la colpa ai giornali, ai critici televisivi quando a parlare sono gli ascolti”
“È una dura sconfitta – sottolinea Aldo Grasso – Io personalmente lo avrei tenuto e l’avrei reclamizzato. Così va in onda il talk show che fa lo zero virgola, eccetera. Un caso unico in Italia. Potevano reclamizzare in quella maniera lì invece che cosa fanno? Danno la colpa ai giornali, ai critici televisivi. Perché l’amministratore delegato Rossi della Rai ha detto che quando va in onda un programma i critici decretano subito se il format è giusto o sbagliato. Come dire che possibilità ha un critico di dire che quel programma va chiuso o no? In queste occasioni chi parla non sono i critici, sono gli ascolti. E se gli ascolti sono spietati, beh, è il caso di chiuderlo un programma. Poi, diciamolo francamente, questo è una prova che questo Paolo Corsini, che è il funzionario dedicato agli approfondimenti, non è Angelo Guglielmi. E insomma, se questi sono i suoi risultati, pensiamoci bene prima di dire stupidaggini”.