Annalisa Minetti potrà sentire con le orecchie quello che non può vedere con gli occhi
- A 21 anni ha smesso di vedere, a 36 ha perso anche le ombre
- La svolta grazie ad una nuova tecnologia
- “Presto andrò a testare il dispositivo”
Una nuova tecnologia permetterà ad Annalisa Minetti di sentire con le orecchie quello che non può vedere con gli occhi. E’ la stessa cantante a racconterà la svolta della sua vita in un’intervista a “Grand Hotel”. Affetta da retinite pigmentosa, aveva 21 anni quando ha smesso di vedere, 36 quando ha perso anche le ombre.
“Non sarò più al buio”
“Non sarò più al buio – svela a “Grand Hotel” – Una speciale tecnologia mi permetterà di riconoscere persone e oggetti. Si tratta di speciali telecamerine grandi quanto un accendino, che vengono poste sulle stecche degli occhiali e funzionano usando il naso come un puntale. In pratica, seguendo la direzione del tuo naso, le telecamere capiscono quello che stai guardando e te lo descrivono all’orecchio tramite un auricolare. Due telecamere, dunque, che mi aiuteranno a percepire con esattezza i volti delle persone. In questo sistema si può inserire un registro dei volti dei tuoi familiari e dei tuoi amici associandoli al loro nome. Così, quando per esempio mia figlia mi viene incontro, la vocina mi avvisa: ‘Elèna si sta avvicinando’. Sai che vuol dire? Ti cambia davvero la vita!”.
“Presto andrò a testare il dispositivo”
“Non significa che potrò vedere di nuovo – precisa in un’intervista al “Corriere della Sera” – Però presto potrò utilizzare un dispositivo che si chiama Orcam MyEye Pro e che si applica sulla stanghetta degli occhiali, processa le immagini e in cinque secondi manda le informazioni all’auricolare bluetooth. Legge etichette, cartelli, riconosce i visi delle persone registrate in memoria. Con le restrizioni del Covid non sono ancora riuscita ad andare in azienda per le prove. Ma lo farò appena possibile”.
“Non mi manca quello che ho visto prima di diventare cieca”
44 anni, sposata con Michele Panzarino e mamma di due figli (Fabio, 13 anni, ed Elèna, 3), Annalisa Minetti confessa di non avere nostalgia delle cose che ha visto prima dell’arrivo del buio: “Quello che ho visto non mi manca. Magari qualche volta mi prende la malinconia, se mi parlano di una meravigliosa giornata di sole e siamo al mare o in montagna (…) Mi sono imposta di non vivere da non vedente: noi siamo ‘persone’. Mi piace immaginare i volti degli altri: dire che uno ha gli occhi azzurri è facile, ci arrivo anch’io; ma quante sono le sfumature?”.
“Qualche giorno fa, ho salvato la vita a mia figlia”
Oggi la cantante è responsabile nazionale dello sport adattato alle pluridisabilità per l’Acsi, l’Associazione centri sportivi italiani. “Mio marito dice che sono extraterrestre! – racconta – Proprio qualche giorno fa ad Elèna ho salvato la vita: aveva ingoiato un pomodorino liscio intero. Ora, invece, toccandole il dito, ho sentito che lo teneva premuto sulle labbra”.
“La mia motivazione si chiama vita”
Nelle lezioni di scienze motorie che tiene online, trasmette ai suoi studenti l’importanza di avere una motivazione che spinga ad andare avanti con coraggio non fermandosi dinanzi a nessun ostacolo. La sua motivazione, confida, “si chiama vita”. “L’importante – spiega – è avere chiaro che ci è stato donato qualcosa di prezioso: tutto può diventare un’opportunità, se cambi punto di vista”.
“La fede è stata fondamentale”
Ad aiutare Annalisa Minetti nel suo percorso è stata anche la fede. “Quando hai 18 anni e ti dicono che stai per diventare cieca – ricorda – tu poi ti lamenti con tuo padre e gli chiedi ‘perché a me?’ e lui controbatte ‘perché non a te?’ e ti mette un rosario in mano… Beh, qualcosa cambia. Ricordo che mi disse: ‘Fai una domanda adesso e la risposta arriverà’. La risposta è stata ‘responsabilità’. Verso di me e verso gli altri”.