Angelo Izzo, anche noto come il mostro del Circeo, sta scontando due ergastoli a Velletri per tre omicidi. Il primo, quello della 19enne Rosaria Lopez, risale al 1975. Dopo trent’anni in carcere e dopo aver ottenuto il beneficio della semilibertà, nel 2005 Angelo Izzo – che a oggi è uno dei criminali più diabolici ed efferati della storia del nostro Paese – torna a uccidere senza pietà nella tranquilla provincia di Campobasso. A Ferrazzano strangola Maria Carmela Linciano e la figlia 14enne Valentina Maiorano, rispettivamente moglie e figlia di un ex affiliato della Sacra Corona Unita seppellendole sotto un metro di terra e calce. Il suo curriculum criminale include anche violenze sessuale, rapine, evasioni. E naturalmente lo stupro e il tentato omicidio di Rosaria Donatella Colasanti, l’amica di Rosaria Lopez miracolosamente sopravvissuta nel massacro del Circeo.
“Potrà sembrare assurdo ma considero gli autori dei femminicidi dei miserabili”
Il “Corriere della Sera” è riuscito ad intervistare Angelo Izzo, grazie anche al suo difensore, l’avvocato Rolando Iorio. “Potrà sembrare assurdo ma considero gli autori dei femminicidi dei miserabili – esordisce il pluriomicida – Mi danno idea di quei tipi che pigliano gli schiaffi al bar, poi vanno a casa e se la prendono con le loro donne, magari con i figli. Quando ero ragazzo ho commesso stupri e ho ucciso alcune donne ma l’ho fatto con lo stesso spirito con cui mi potevo impadronire di denaro o gioielli. Odio la società patriarcale. Chiunque mi conosce sa che non ho niente del misogino. Detto questo forse in un’età della mia vita sono stato un predatore”.
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“Un tempo ero orgoglioso di essere stato un estremista di destra romano degli anni ’70”
Criminale sì, ma con un suo “personalissimo codice”. “Un tempo ero orgoglioso di essere stato un estremista di destra romano degli anni Settanta – svela – Mi piacevano molto i marsigliesi di Albert Bergamelli e la “banda delle belve” di Paolo Oldofredi ma ora di quel mondo non c’è più niente. Anche la malavita romana è finita. Deboli, drogati e sempre pronti a tradirsi. Non parliamo di camorristi e mafiosi. Sono gente che a parole dà un valore sacro al vincolo associativo, nella realtà fratelli di sangue si sgozzano per un malinteso o per una partita di droga, ci sono picciotti abbagliati dal denaro che cambiano continuamente bandiera, boss in rapporti con i servizi segreti. Per non sembrare un vecchio nostalgico di tempi e regole che magari esistevano solo nella mia testa devo dire che mi piacciono i cinesi e i nigeriani, ragazzi seri”.
“Sono stato per anni prigioniero dei miei spettri, sto lavorando sul controllo della rabbia”
Angelo Izzo non ha alcun dubbio quando si tratta di identificare le radici del suo male: “Sono stato per troppi anni prigioniero dei miei spettri, di un’immagine superomistica di me, di una ‘comunità fantasma’ a cui credevo di dover rendere conto. La madre di tutti gli errori e orrori che ho commesso è lì. Onestamente il cosiddetto stigma sociale non mi pesa. Anche perché ogni volta che sono uscito dal carcere non ho mai incontrato problemi. Forse è triste da dire ma ho l’impressione che i rapporti sociali sono regolati solo dalla quantità di denaro che possiedi”. “La rabbia è un sentimento che purtroppo ben conosco – aggiunge – (…) La rabbia è distruttiva. Ci sto ancora lavorando sul controllo della rabbia”.
“Quando ero più giovane in carcere mi divertivo. Ora mi pesa di più e mi annoio molto”
A proposito della vita in galera dice: “Per quanto strano possa sembrare quando ero più giovane in carcere mi divertivo. Ora mi pesa di più e mi annoio molto. Cerco di riempire le mie giornate studiando: mi manca un solo esame per terminare il corso di laurea in legge. Leggo molto specie libri sull’attualità. Ho avuto modo di praticare yoga e il Qi Gong e quindi faccio un po’ di esercizio fisico. Inoltre cucino che è un impegno giornaliero, faccio anche qualche partita a carte e amo conoscere e discutere con i miei compagni di sventura. Cerco di restare attivo e non abbattermi mai (…) Il mio principale obiettivo è cercare di ottenere i benefici penitenziari. Ho fatto 18 anni e posso ragionevolmente sperarci”.
“Dopo il divorzio, ho preso corrispondenza con una ragazza molto giovane”
“Se mi sono mai innamorato? C’è una cosa di cui un po’ mi vergogno. Quando ho divorziato da Donatella Papi, ex signora Fanfani (sposata in carcere, ndr), ho preso corrispondenza con una ragazza molto giovane, bellissima in tutti i sensi. Ci siamo scritti per un paio di anni e io me ne sono innamorato. Forse era tutta una fantasia visto che era un rapporto virtuale. Ma lei ha fatto breccia nel mio cuore. Poi la cosa è finita. E io sono stato malissimo, anche fisicamente. Può sembrare incredibile ma ho avuto delle ischemie, stati d’ansia e confusionali”.