Andrea Vianello è stato ospite di Caterina Balivo a “La Volta Buona” per raccontare la sua vita dopo l’ictus che l’ha colpito quasi cinque anni fa. Il popolare giornalista e conduttore televisivo ha raccontato alla padrona di casa e al pubblico di RaiUno gli anni difficili della riabilitazione e il lento ritorno alla normalità dopo il malore. Adesso è tornato a parlare. Una conquista importante per il giornalista che della comunicazione aveva fatto la sua professione. L’ischemia cerebrale gli aveva tolto temporaneamente la capacità del linguaggio che ha recuperato dopo lunghe e complesse terapie riabilitative. Il giornalista e conduttore ha narrato la sua storia in un libro dal titolo “Ogni parola che sapevo”, uscito nel 2020. Accanto a lui in ogni momento sono rimasti la moglie Francesca e i tre figli Goffredo, Maria Carolina e Vittoria.
Anche Caterina Balivo ricorda quel giorno di cinque anni fa visibilmente emozionata. “Io e te siamo amci – premette -. Ricordo perfettamente quel 2 febbraio 2019, un messaggio di una nostra amica che diceva: Andrea sta molto male, è in ospedale ha avuto un ictus e non sappiamo quello che succederà”.
Andrea Vianello dopo l’ictus: “Il fatto di non avere le parole mi faceva sentire un mostro, come sfigurato”
A salvargli la vita e ad accorgersi dei primi segnali è stata la moglie di Andrea Vianello, Francesca Romana Ceci. La donna ha chiamato immediatamente i soccorsi e, grazie all’intervento dei medici dell’Umberto I di Roma, il marito si è salvato. Il giornalista ricorda il momento esatto del malore: “Non avevo più la gestione di tutta la parte destra del mio corpo e soprattutto ho urlato e, quando è arrivata mia moglie, tutto quello che dicevo non si capiva. Io capivo che le parole che uscivano non erano quelle giuste”. Poi aggiunge: “La mia situazione era particolarmente complicata, ho dovuto fare un’operazione che mi ha salvato la vita. Grazie alla Sanità pubblica, lo voglio dire”. Dopo l’intervento il recupero è stato lungo e faticoso, ci sono voluti otto mesi per iniziare nuovamente e comunicare.
Andrea Vianello ammette poi che il momento più difficile è stato farsi vedere dai figli. “Non riuscivo neanche a dire i loro nomi – rivela -. Per qualche tempo ho avuto un po’ paura a farmi vedere da loro, nonostante apparentemente sembravo l’uomo di prima. Il fatto di non avere le parole mi faceva sentire un mostro, come sfigurato”.
“Ho detto ai miei figli che le mie parole non sarebbero state quelle di prima, a loro non è fregato niente”
“Avevo paura di farmi vedere debole – ammette il giornalista -. I figli avevano bisogno di vedere che il papà era vivo e che stava bene e quando gli ho raccontato che le mie parole non sarebbero state quelle di prima a loro non è fregato niente”. “Questo loro insegnamento mi ha fatto capire tanto. Non dobbiamo nascondere le nostre fragilità – spiega -. Non sono migliore di prima, forse sono un po’ più forte di prima, un po’ più saggio. Oggi la famiglia è la mia priorità. Senza di loro forse io non ce l’avrei fatta, non ci avrei messo quella grinta e quella forza. Ho una seconda vita, una seconda chance”. Adesso Andrea Vianello porta avanti una personale campagna di sensibilizzazione per aiutare a riconoscere le avvisaglie dell’ictus. In occasione della “Giornata mondiale dell’ictus” ha voluto lanciare un importante messaggio. “È una parola che fa un po’ paura”, ammette Andrea Vianello che nella sfortuna è stato fortunato perché l’ictus è la “terza causa di morte nel nostro Paese e la prima di disabilità”.
“Si può fare prevenzione – aggiunge – una vita sana, alimentazione, sport, controllare la pressione. Tenere sotto controllo chi ha problemi di fibrillazione atriale”.
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“Una manovra al collo mi ha causato la dissecazione della carotide e l’ictus”
Qualche settimana fa, Andrea Vianello era tornato sulla pericolosità delle manovre al collo che possono provocare ictus e problemi simili. “Stamattina a ‘Unomattina’ un osteopata ha scrocchiato il collo del conduttore in diretta – aveva scritto il giornalista su “X” -. Secondo i medici mi ha causato la dissecazione della carotide e l’ictus, come ho raccontato e scritto pubblicamente varie volte. Gravissimo e pericoloso”. L’ictus da cui è stato colpito potrebbe essere stato legato a una seduta di manipolazione al collo a cui si era sottoposto poco tempo prima. “Io ne avevo fatta una poco prima che avessi l’ictus – aveva raccontato nel suo libro -. Non avevo colesterolo e non c’era altro motivo perché mi colpisse, se non un problema meccanico, anche se non ci sono certezze. Non ci sono numeri su questo, ma c’è l’esperienza dei neurologi, dicono che può succedere ed è una cosa che pochi sanno”