Come è morto davvero Andrea Purgatori? Il giornalista e conduttore di La7 scomparso mercoledì 19 luglio a 70 anni a seguito di un male breve e fulminante è stato curato nel modo giusto? A sciogliere i nodi e i dubbi della vicenda sarà un fascicolo aperto dalla Procura di Roma per omicidio colposo che vede indagate due persone. La compagna e i tre figli di Andrea Purgatori hanno presentato una denuncia ai carabinieri del Nas per presunte diagnosi e cure errate. Il sospetto dei familiari è che il loro congiunto sia stato curato per un tumore al cervello invece che ai polmoni e pertanto chiedono di fare chiarezza sulla diagnosi “refertata in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”. Nelle ultime ore, è emersa un’altra terribile ipotesi, ovvero che i postumi di un’ischemia cerebrale siano stati scambiati per metastasi.
Andrea Purgatori, autopsia e funerali
Dopo l’autopsia con tac disposta dal pm di Roma Giorgio Orano, la salma di Andrea Purgatori sarà restituita alla famiglia per i funerali che probabilmente si svolgeranno la prossima settimana. Al momento, la morte del giornalista è un giallo che parte dalla diagnosi arrivata circa due mesi fa. Da lì è iniziato un vero e proprio calvario. A ricostruire la vicenda è “Il Domani”. Lo scorso 24 aprile Andrea Purgatori entra in una clinica romana per sottoporsi a degli accertamenti dopo aver accusato un senso di spossatezza.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
La diagnosi e la radioterapia
“Dagli esami – si legge – emergono parametri fuori posto, riscontrati da una tac e una biopsia, e viene inviato per approfondimenti in una famosa clinica sull’Aurelia”. Qui, ai primi di maggio, il conduttore di La7 riceve “una pesante diagnosi di tumore al polmone con metastasi diffuse agli organi vicini e al cervello. Per il radiologo la situazione è molto grave ed è necessario dunque iniziare immediatamente la radioterapia. Purgatori viene così dirottato in una terza clinica dove sulla base della diagnosi decidono di iniziare immediatamente cicli di radioterapia ad altissimo dosaggio. Fino a quel momento, (…) Purgatori è in ottima salute e prosegue normalmente la vita e l’attività professionale, tanto che i medici si stupiscono delle sue condizioni in rapporto al quadro clinico emerso dagli esami. Che corrisponde a quello di un malato terminale con un’aspettativa di vita non superiore ai sei mesi”.
Dall’aggravamento alla morte
Il giornalista “cerca le migliori cure. Si rivolge a un centro altamente specializzato in radioterapia, (…) dove confermano diagnosi e radioterapia proseguendo con gli alti dosaggi. Il giornalista sta ancora bene e il 17 maggio registra una puntata di ‘Atlantide’, il suo programma su La7. Ma dopo pochi giorni la situazione comincia a peggiorare. Purgatori è sempre più affaticato e confuso, provato dagli effetti collaterali dei potenti farmaci che è costretto ad assumere. Tuttavia nella clinica dove gli avevano diagnosticato il tumore il primario e la sua équipe confermano il buon esito della terapia: le metastasi si sarebbero ridotte notevolmente. Le condizioni del giornalista, dice l’esposto, però precipitano. Fatica a svolgere le attività quotidiane, inizia a non bere e non mangiare. Esami e visite non riescono a risolvere il veloce aggravamento finché a giugno viene ricoverato nuovamente (…) L’esito della nuova tac (…) sconvolge tutte le certezze dolorosamente acquisite fino a quel momento: i medici riscontrano solo alcune ischemie cerebrali, ma non trovano traccia di alcuna metastasi al cervello. Per il medico questa diagnosi, clamorosamente diversa da quella che ha portato alla scelta della terapia, spiega pienamente il quadro clinico Purgatori”.
Tante domande al momento senza risposta
Da quel momento è una sequela di pareri discordanti firmati da luminari della medicina culminati nel tentativo estremo di salvargli la vita, purtroppo senza fortuna, e nell’esposto presentato dalla famiglia. Una risonanza magnetica al cervello effettuata addirittura due volte dice che “non solo le metastasi non ci sono ma non ci sarebbero mai state”. Un intrico medico-legale accompagnato da tante domande al momento senza risposta.
Andrea Purgatori figli
Andrea Purgatori, morto mercoledì 19 luglio a 70 anni, aveva tre figli nati dal matrimonio celebrato nel 1992 in Svizzera con Nicole Schmitz, critica d’arte di origine tedesca. Nel 1989, dalla loro unione, è nato Edoardo che oggi è un affermato attore. E’ apparso nell’ottava stagione de “Un medico in famiglia” dove ha ricoperto il ruolo di Emiliano e ha recitato ne “Le fate ignoranti”, la serie tv diretta da Ferzan Ozpetek e tratta dal suo omonimo film. Sposato dal 2018 con Livia Belelli, Edoardo ha reso Andrea Purgatori due volte nonno. Ludovico, secondogenito del giornalista e conduttore di La7, ha lavorato come assistente alla regia in serie come “Gomorra”, “Sense8” e “Suburra”. Anche la terzogenita Victoria si è avvicinata al mondo della regia. Andrea Purgatori era legato a Errica Dall’Ara che ricopre il ruolo di ufficio stampa per il Comune di Rimini.