Amanda Knox di nuovo a Perugia per girare una serie, dopo la vicenda che l’ha travolta 20 anni fa. La studentessa americana, all’epoca appena ventenne, fu accusata insieme al fidanzato Raffaele Sollecito dell’omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher, una studentessa britannica di 21 anni dell’Università di Leeds, che fu trovata morta il 1º novembre 2007 nel suo appartamento a Perugia. Amanda Knox e Raffaele Sollecito, arrestati pochi giorni dopo la scoperta del corpo, finirono subito al centro dell’inchiesta. Nel 2009 arrivò la condanna per l’omicidio di Meredith Kercher rispettivamente a 26 e 25 anni di prigione. Ma in seguito a una serie di appelli, nel 2011 il tribunale li ha assolti per insufficienza di prove. Per l’omicidio della povera studentessa fu arrestato e condannato Rudy Guede che ha scontato una pena ridotta in seguito alla scelta del rito abbreviato e nel 2021 è stato rilasciato in libertà condizionale. Una vicenda giudiziaria tra le più mediatiche di quegli anni che scosse la città di Perugia dal profondo. Adesso il ritorno di Amanda Knox riapre una ferita mai chiusa per gli abitanti della cittadina umbra.
Amanda Knox è produttrice della fiction e vuole raccontare il suo punto di vista di ex imputata
Tra le autrici e produttrici della fiction c’è proprio Amanda Knox, che vuole narrare la vicenda proprio dal suo punto di vista di ex imputata. “Blue moon” sarebbe il titolo provvisorio della serie. Secondo altre fonti si chiamerà invece “Amanda, the coming age of horror”. Inizialmente la sindaca Vittoria Ferdinandi aveva dato l’ok alle riprese ritenendo che la serie tv avrebbe potuto mettere in evidenza le bellezze storiche e artistiche della città. Gli abitanti di Perugia, però, hanno manifestato contro quello che reputano un oltraggio alla memoria di Meredith Kercher. In città sono comparsi striscioni alle finestre con la scritta “Rispetto per Meredith”. Anche i familiari della studentessa uccisa hanno commentato con amarezza: “Difficile capire il senso di questa serie”. A quel punto la sindaca ha fatto un passo indietro porgendo le sue scuse ai suoi concittadini con una lettera aperta. “Voglio chiederti scusa, Perugia mia, nonostante io abbia scelto pensando di fare il meglio per te, per tutelarti”, ha scritto la pima cittadina.
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La sindaca di Perugia: “Chiedo scusa, ho perso di vista le persone, il dolore vivo nella loro carne”
“Anche io ho fatto parte di quel dolore – ha proseguito la sindaca –. Ho la stessa età che avrebbe avuto oggi Meredith, frequentavo gli stessi luoghi, gli stessi locali, la stessa Perugia piena di vita e di meraviglia di quegli anni. Ricordo il peso e il dolore di quella vita strappata via così violentemente”. Un periodo in cui la cittadina è stata per mesi assediata dalla stampa. “Ricordo la rabbia e il dolore nel vedere la mia città sbranata dal cannibalismo mediatico dal voyeurismo perverso del dolore…è lì che ho cominciato a fare politica, per difendere l’anima di Perugia”, ha aggiunto. “Non potevamo bloccare la produzione, che si sarebbe comunque realizzata…abbiamo ritenuto che far girare qui le scene sarebbe stato un elemento di maggiore garanzia e controllo… La città verrà raccontata per quello che è, un luogo pieno di vita…lo abbiamo chiesto e ottenuto da contratto”, ha provato a spiegare.
Poi il mea culpa: “Chiedo scusa a chi si è sentito tradito da questa scelta, ma l’abbiamo compiuta con questo spirito…ma per tutelare l’immagine della città ho perso di vista le persone, il dolore vivo nella loro carne”.