Il Festival di Amadeus è da record
- La finale sfiora il 65% di share. Il direttore di RaiUno: “Qualcosa di straordinario”
- Il conduttore commosso: “Sanremo deve essere il palco di tutto, la politica non c’entra”
- L’amministratore delegato della Rai Fuortes apre all’Ama quater: “Squadra che vince non si tocca”
Oggi al Casinò di Sanremo si è svolta l’ultima conferenza stampa del 72esimo Festival della canzone italiana. La finale della kermesse canora più attesa dell’anno ha registrato un vero e proprio boom di ascolti radunando davanti al video 13.380.000 spettatori per il 64.9% di share.
Coletta: “E’ accaduto qualcosa di straordinario”
“E’ accaduto qualcosa di straordinario – ha commentato il direttore di RaiUno Stefano Coletta – A vincere in questo Sanremo è la metodologia che sfiora la perfezione. A vincere è stata la direzione artistica di Amadeus e il lavoro preparatorio alla messa in scena. E’ l’edizione – complessiva delle cinque serate – più seguita dal 1997. C’è stato un ritorno a 25 anni fa in termini di fruizione e di ascolto. Martedì è cominciato un viaggio che nessuno ha voluto abbandonare ma c’è stata una crescita step by step, significa che c’era voglia di stare lì a guardare. Il dato straordinario è quello dei target giovanissimi (15-24 anni)”.
“Ogni singolo partecipante si è sentito protetto da Amadeus”
“Amadeus ha vinto perché, nonostante il secondo anno sia stato molto complicato, ha portato sul palco la sua autenticità – ha aggiunto – Non ha mai filtri, non ha retorica. Ogni singolo partecipante di questo show aveva voglia di abbracciarlo, si sentiva protetto, accolto, capito. Senza troppe parole, Amadeus ha veicolato messaggi di inclusione. Quindi ha vinto anche la sua filosofia di vita, non solo la sua tecnica di conduzione. E’ bellissimo che i giovani siano tornati a vedere in modo così massiccio l’evento degli eventi”.
Amadeus: “Questo Sanremo è figlio di quello dell’anno scorso”
“È una giornata speciale per me questa, una di quelle giornate che voglio ricordare per sempre – ha dichiarato Amadeus stanco ma felice – Il dato d’ascolto così incredibile è un dato che rimarrà. Quello che mi interessa però è il tipo di Festival che ho fatto. In questi tre anni, il triplete è una sensazione particolare. Il primo anno è stato il Festival dell’assembramento dove tutto era normale, gioioso, sembrava di vivere un sogno. L’anno dopo siamo piombati nel dramma. Questo Sanremo è figlio di quello dell’anno scorso, dove qualcuno si è limitato a guardare solo il dato d’ascolto. È lì che io ho pensato qualcosa che poteva sembrare una follia, trasformare musicalmente quel Festival”.
Il ringraziamento a Fiorello: “Mi ha permesso di partire bene”
“Ringrazio una persona che quando ho dato le mie idee, mi ha sostenuto. Quella persona è il direttore Stefano Coletta che è anche un esperto di musica – ha affermato il conduttore – Lì ho deciso di dare ai più giovani il loro Festival. I giovani sono rimasti chiusi in casa per un anno. Ho voluto dare priorità a loro rispetto a tutte le altre fasce d’età. Ringrazio tre amici, Checco, Fiorello e Jovanotti, per essere stati in questo Festival. Un ringraziamento particolare a Rosario. Il primo anno ha accettato di fare Sanremo con me, il secondo anno si è caricato sulle spalle Sanremo e quest’anno poteva tranquillamente dirmi di no. E invece è venuto per fare appositamente qualcosa che per me era fondamentale: partire bene. Ha fatto qualcosa di sensazionale e spettacolare ma conosciamo tutti la sua qualità e la sua generosità”.
“La mia più grande paura è stata quella di contagiarmi”
“Mi hanno chiesto tutti: qual è stata la tua più grande paura in questa settimana? Di essere contagiato – ha confidato – In maniera un po’ spavalda ho detto: ‘Non c’è un piano B’. Era la verità: non c’era un piano B”. Quindi ha citato Vittorio Salvetti, il primo a metterlo su un palco importante: “Con lui ho fatto cinque Festivalbar. Mi diceva sempre ‘ricordati che noi non ci occupiamo di cose serie in modo leggero, ma di cose leggere in modo serio. La musica è estremamente seria, perché porta felicità, emozione e gioia’. Il mio primo Festival ha fatto Rumore, il secondo ha fatto stare Zitti e buoni, ma il terzo è da Brividi”.
L’ad Rai apre all’Ama quater: “Squadra che vince non si tocca”
L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes ha aperto la strada all’Ama quater: “Squadra che vince non si tocca, quindi sarebbe pazzesco non partire da questa idea. Ma dobbiamo parlarci con Stefano e quindi è ancora tutto da definire. Il primo a volerlo deve essere Amadeus. Con questo successo, sarebbe pazzesco non partire dall’idea di una nuova conduzione di Amadeus, ma non c’è niente di definito, dobbiamo decidere tutto e tutti insieme”.
Amadeus: “Ne riparleremo a menti riposate”
“Sono onorato della proposta dell’amministratore delegato ma come ha detto lui stesso dobbiamo ragionare a menti riposate – ha replicato Amadeus – Fare Sanremo per me è un lavoro molto lungo ma vale anche per tutte le cose che faccio. Le cose vanno fatte quando si hanno delle idee, l’entusiasmo, la forza. Avremo modo di vederci e di chiacchierare serenamente e di affrontare qualsiasi argomento che riguardi Sanremo e mi auguro anche altri progetti perché la Rai è casa mia”.
“Sanremo deve essere il palco di tutti, la politica non c’entra”
Quella di quest’anno è stata incredibilmente un’edizione senza polemiche. Il conduttore e direttore artistico ha fornito la sua personale chiave di lettura: “Non essendo mai stato vicino alla politica nella mia vita, non vado neanche a leggere i giudizi e i commenti. Credo che Sanremo debba essere completamente al di fuori della politica. Mi piacerebbe che questo Festival venisse ricordato come quello delle canzoni e della libertà di espressione, la libertà di dire quello che uno pensa con il massimo rispetto, la libertà di vestirsi come uno vuole o di non vestirsi senza mancare di rispetto. Nessuna corrente politica può contestare la libertà. Ecco perché Sanremo deve essere il palco di tutti. Poi sono io responsabile di quello che accade sul palco, io sono colui che tiene le redini del cavallo, però io lascio al cavallo la libertà. Per questo credo che la polemica non sia entrata. Perché questo ha portato l’approvazione del grande pubblico”.
“Mi ispiro a Pippo Baudo”
“Baglioni, Conti e Fazio mi hanno mandato dei messaggi bellissimi durante la settimana – ha concluso – Con Baudo ci siamo sentiti prima del Festival, avrei voluto averlo ma purtroppo aveva un piccolo problema alla schiena. Mi ispiro a lui”.