09 Agosto 2022, 16:20
4' DI LETTURA
“Ho conosciuto Alessia circa due anni fa su un sito di incontri. Abbiamo iniziato a frequentarci assiduamente ed è diventata una relazione vera e propria con alti e bassi da agosto 2020. A gennaio 2021 è nata prematuramente Diana in casa mia”. Ieri sera, a “Zona Bianca”, sono stati trasmessi alcuni passaggi dell’interrogatorio del compagno di Alessia Pifferi, la mamma della bambina di 18 mesi morta di stenti perché abbandonata per giorni da sola in casa.
L’uomo ha raccontato davanti al gip che dopo il parto in casa, “la piccolina è stata ricoverata per circa due mesi all’ospedale di Bergamo. Premetto che Alessia non mi ha mai detto che aspettava una bambina. Io l’ho scoperto il giorno in cui ha partorito. Durante la convivenza mi era venuto il sospetto visto l’assenza del ciclo e la pancia che aumentava, ma lei ha sempre negato. Dopo aver partorito mi ha detto che nemmeno lei sapeva di essere incinta. Ciò premesso, non so chi sia il padre di Diana”.
La coppia si è allontanata per un po’. “Abbiamo ripreso a frequentarci dal gennaio scorso – ha detto il compagno di Alessia Pifferi – Nei weekend in cui venivo io a Milano c’era anche Diana, mentre quando veniva Alessia da me la bambina rimaneva con la sorella, oppure rimaneva con la babysitter che non conosco”.
“Alessia è venuta a casa mia giovedì 14 luglio, verso le ore 21, accompagnata a suo dire da un’amica con l’idea che sarebbe rimasta da me fino a lunedì. Aveva al seguito una valigia con dei vestiti. Al suo arrivo mi ha detto che Diana era insieme a sua sorella, la quale l’aveva portata al mare”, ha aggiunto. Rientrata a casa, Alessia Pifferi lo avrebbe chiamato informandolo che la bambina era morta e che qualcuno si era introdotto nella sua abitazione. “Se nei weekend l’avesse portata da me mi avrebbe fatto piacere – ha concluso – Lei mi diceva che preferiva venire senza di lei così ‘respirava’. Non riesco a capire come sia potuto accadere una cosa del genere”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
Una perfezione che non c’era. Alessia Pifferi raccontava bugie pur di sostenere l’immagine che si era costruita. Così la descrivono le poche amiche che aveva. Ma al di là delle apparenze chi è davvero questa mamma di 36 anni dall’aspetto curato e appariscente che si fotografa compiaciuta davanti allo specchio? E’ la stessa donna che per andare a trascorrere del tempo col suo compagno abbandona Diana, la figlia di 18 mesi lasciandola sola in casa nel lettino da campeggio con un biberon di latte. Per sei giorni Alessia ha custodito quel segreto fino alla mattina del 20 luglio quando è stata lei stessa a trovarla morta di stenti. Accanto alla piccola il biberon vuoto e dei tranquillanti.
“Dagli interrogatori emergerebbe il profilo di una donna lucida e spietata, priva di emozioni, narcisista e anche consapevole del fatto che, senza ogni tipo di cure e cibo, la figlia sola per giorni potesse morire – dice la giornalista di “Zona Bianca” nella ricostruzione – Forse nulla si doveva frapporre tra lei e il suo desiderio di libertà. Neppure la piccola e indifesa Diana che comunque era apparsa smagrita ma il segnale era stato sottovalutato. Alessia avrebbe fatto il nome del papà della bambina solo qualche giorno fa”.
La madre di Alessia Pifferi e nonna di Diana sostiene di non aver recepito nessun segnale che potesse far presagire questa tragedia. “Una settimana fa, la bambina era allegra – racconta – Era bella e mangiava perché tante volte mi faceva la videochiamata dove mangiava la bambina. Se qualcuno avesse pensato minimamente, non saremmo arrivati a questo. E’ che lei non ha dato questo segnale. Fino a 15-20 giorni fa, mi faceva le videochiamate. Non si fa un gesto del genere. Solo un pazzo fa un gesto del genere. Ma sa cosa vuol dire una bambina che soffre al chiuso in casa, notte e giorno, per cinque giorni. Ma stiamo scherzando? Neanche un pazzo fa una cosa così”.
Pubblicato il
09 Agosto 2022, 16:20