Giovedì 28 novembre Sophie Codegoni è stata ascoltata per cinque ore in Procura e ha ribadito le accuse nei confronti dell’ex compagno Alessandro Basciano affermando di non aver ritirato nessuna denuncia. Oggi a “La Volta Buona” Caterina Balivo ha mandato in onda un’intervista al dj 35enne accusato di stalking. Arrestato e rilasciato dopo 48 ore, Alessandro Basciano dà la sua versione dei fatti.
“Lunedì 11 novembre atterro a Milano e decido di andarle a comprare questa famosa borsa – dice a proposito del cadeau di lusso fatto a Sophie Codegoni poco prima del suo arresto – È brutto parlare a livello materiale perché ne ho buttati tanti soldi nella mia vita che non è un discorso di quello che è il valore dell’oggetto. Anche se comunque una persona deve dare importanza per il sacrificio che uno fa”. Però a me interessava il contenuto della lettera”. Il regalo era infatti accompagnato da una missiva che Sophie Codegoni avrebbe apprezzato: “Mi ha detto: ‘L’ho letta per dieci volte e ho pianto per dieci volte’”.
“In un rapporto malsano si può contestare il linguaggio”
Alessandro Basciano afferma che le pesantissime parole pronunciate all’indirizzo dell’ex compagna sarebbero venute fuori durante delle discussioni e sarebbero state dettate dalla mancanza di equilibrio che ha caratterizzato il loro legame nell’ultimo anno. “In me scaturivano magari delle parole di troppo – dichiara – Questo è stato quello che mi è stato contestato dal giudice. In un rapporto malsano, altalenante, di poco equilibrio, ti si può contestare il gergo, il linguaggio. Non ti si può contestare questi tipi di reati, quei virgolettati che sono usciti, quelle robe lì no”.
“Hai paura di me o dell’opinione pubblica perché vivi d’immagine?”
L’ex concorrente del “Grande Fratello Vip” sottolinea che non c’era nessun clima di terrore: “Nei giorni successivi, Sophie mi dice ‘vienimi a prendere che sono a far la spesa con mia mamma e siamo sommerse dai sacchetti’. Ho sentito le ultime dichiarazioni, che gira con i bodyguard per paura. Tu hai paura di Alessandro o hai paura dell’opinione pubblica perché vivi d’immagine? Nessuno l’ha mai pedinata (…) Se lei si nasconde e fa le cose è una sua scelta perché ha le sue paure. Non è per Alessandro. Non è che Alessandro ha il potere di dirle cosa fare sia che stanno insieme oppure no. È una sua scelta di vita. Una persona che ha paura e che non vuole niente da te, non ti chiede di andare a fare la spesa. Lascia stare la borsa che la situazione è veramente ridicola. Se hai paura non scrivi ‘che fine hai fatto?’”.
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“Dovevamo risolvere i nostri problemi dal terapista, non in tribunale”
“Ci dovevamo stoppare forse prima? Non so. Sicuramente c’è stato un rapporto malsano – ammette Alessandro Basciano – Forse avremmo dovuto vedercela non in un processo con gli avvocati ma con un terapista. Poi si soffre. Io lavoro d’immagine, lei lavora d’immagine. Il lavoro è importante perché lei lo ha sempre messo comunque al primo posto, forse anche troppo. Io ad oggi l’ho perso questo lavoro perché quando vado in un locale o pubblico che devo andare in un locale, la gente massacra il locale dicendo ‘state ospitando una persona violenta’ nonostante l’ordinanza che mi rilascia senza nessuna restrizione e non mi ritiene una persona pericolosa. Ho delle responsabilità ma come ce le ha lei. Io ho delle colpe ma non al punto di arrivare ad un procedimento penale così grave e importante ed essere condannato prima ancora che ci sia una sentenza”.
L’avvocato di Alessandro Basciano: “E’ stato condannato senza processo”
Caterina Balivo dà la parola a Leonardo D’Erasmo, avvocato di Alessandro Basciano. “Non siamo preoccupati, ognuno racconta i fatti secondo la propria versione – dice il legale a proposito dell’audizione di Sophie Codegoni – Non è tanto avere accettato il regalo. Parlare della borsa lo trovo anche poco elegante. Probabilmente era un rapporto non sano ma se c’è un problema relazionale di coppia si va dai terapisti, non dai giudici. Bisogna essere garantisti in questi casi, tanto con le donne quanto con gli uomini. Non ne faccio una questione di identità di genere. In carcere Alessandro ci è entrato, però è uscito subito e senza alcuna misura. Lui rimane indagato ma ci sono approfondimenti investigativi che stanno andando in più direzioni. Bisogna usare sempre il condizionale in questi casi. Io rimango per il garantismo, siamo tutti innocenti fino a prova contraria e in Italia abbiamo tre gradi di giudizio. Quello che mi piace molto è che in questo caso la giustizia ha corretto il tiro e scarcerato Alessandro in meno di 48 ore. Questo ragazzo di 35 anni ha perso in buona sostanza il lavoro, non può più fare il dj. Ha due figli e deve dargli da mangiare. Lui è stato condannato mediaticamente senza un processo”.