Cosa fa oggi Aleandro Baldi? Il cantante non vedente toscano, che all’anagrafe fa Aleandro Civai, vive a Greve in Chianti, in provincia di Firenze, dove è nato 65 anni fa. Non si è mai sposato e non ha una compagna. Il suo nome è legato alla partecipazione a due edizioni del Festival di Sanremo. Nel 1992 si classificò al primo posto nella categoria “Nuove Proposte” in coppia con Francesca Alotta con il brano “Non amarmi”. Nel 1994 vinse nella sezione “Campioni” con “Passerà”. Poi il nulla, a livello di riconoscenti. Aleandro Baldi, però, continua a comporre canzoni.
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L’intervista per cui oggi Aleandro Baldi torna alla ribalta

Oggi Aleandro Baldi torna alla ribalta della cronaca per un ‘intervista rilasciata a “La Verità”, in cui “dà la colpa” del suo mancato successo all’avvento di Andrea Bocelli. “Due cantanti ciechi erano troppi”, sentenzia. “Andrea Bocelli con ‘Con te partirò’ arrivò quarto al festival di Sanremo 1995. Però, mentre io avevo una casa discografica un po’ più ostile nei miei confronti – svela – lui aveva persone come Caterina Caselli e Tony Renis che credevano in lui e l’hanno fatto andare all’estero. Da lì ci fu il suo grande successo. E allora, avendo lui successo all’estero, in Italia si arrogarono di dire che il cantante non vedente per eccellenza è lui. Io all’estero, purtroppo non sono andato”.
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“Probabilmente ho avuto canzoni che mi davano come un personaggio triste”

“La commissione di Sanremo deduceva questo. Noi, a Sanremo, vorremmo Bocelli. Aleandro non ha fatto successo nel mondo. E quindi non lo vorremmo”, spiega il cantante. “Purtroppo in Italia, non siamo ancora maturi. La gente ha sempre bisogno di un solo leader e in quel momento, avendo fatto successo all’estero, il leader tra i non vedenti era lui. Si può dire quel che si vuole, ma è così”, aggiunge. Nell’intervista a “La Verità”, a proposito della sua carriera mai decollata, Aleandro Baldi fa anche un’altra considerazione: “Probabilmente ho avuto canzoni che mi davano come un personaggio triste. Allora, tutti possiamo essere tristi, ma forse la gente, da me, non voleva sentire la tristezza”.