Partenza un po’ tiepida, venerdì scorso, per “Colpo di luna”, lo show in tre puntate di Virginia Raffaele. Tra quanti non hanno apprezzato il programma, battuto da “Ciao Darwin” nella gara degli ascolti, c’è anche Aldo Grasso.“Visto che cita sempre il luna park dell’Eur dove è cresciuta, Virginia Raffaele avrebbe meritato un’altra cornice, diversa dal mitico Teatro 5 di Cinecittà: non la reinvenzione del varietà classico (la cui missione è esaltare conduttori e ospiti, con sfarzo e sforzo) ma uno scenario da giostra, più adatto alle sue indubbie doti”, sottolinea il celebre critico tv nella sua consueta rubrica sul “Corriere della Sera”.

“Virginia Raffaele non saprebbe mai indossare gli abiti della soubrette”

“O nasci diva o nasci donna – spiega Aldo Grasso – Virginia Raffaele non saprebbe mai indossare gli abiti della soubrette, non riuscirebbe mai a prendersi troppo sul serio. Il suo modello dev’essere Fiorello, il post-varietà, il professionismo dell’improvvisazione. Grazie alla scenografia di Marco Calzavara, ai balletti di Laccio, alla regia di Duccio Forzano, ‘Colpo di Luna’ — prodotto dalla Direzione Intrattenimento Prime Time in collaborazione con Blu Yazmine per Rai1 — si presenta invece come l’erede dei varietà del sabato sera, dove l’unica novità è rappresentata dall’espediente dell’inciampo”.
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Era il caso di immolare Virginia Raffaele nel ruolo della “disturbatrice”?”

“Gli ospiti, tra cui Gianni Morandi, Fabio De Luigi, Stefano Accorsi (ma cosa ha combinato ai capelli?), Pietro Castellitto, Benedetta Porcaroli, Giorgio Quarzo Guarascio (il trio del film ‘Enea’ è stato sottoposto a una gag imbarazzante) vengono continuamente interrotti, messi a disagio, presi in giro in modo tale che i canoni del varietà siano stravolti – prosegue il critico – Ma era il caso di immolare nel ruolo della ‘disturbatrice’ un’artista brava e simpatica come Virginia Raffaele (per non parlare della pazienza di Gianni Morandi; chiunque altro, alla terza interruzione, avrebbe dato in escandescenza)”.

“Lo show andava costruito partendo dai punti di forza di Virginia Raffaele”

“Forse lo show andava costruito partendo dai punti di forza di Raffaele – conclude – le imitazioni che ci ha regalato di Bianca Berlinguer, Barbara Alberti, Patty Pravo e Beatrice Venezi erano strepitose. Specie quella della Berlinguer in ‘Aridaje Cartabianca’, la Crudelia De Mon del talk show: da antologia! Proprio per questo bisognava pensare a una struttura più mobile, alle canzoni, al coinvolgimento degli ospiti, non a numeri fiacchi solo per tirare mezzanotte. Nota storica: ‘Teatro 10’ (1971-72), a cui lo show dice di ispirarsi, era condotto da Alberto Lupo e aveva come ospiti Mireille Mathieu, Harry Belafonte, i Bee Gees e Burt Bacharach. Non Francesco Arca”.