12 Novembre 2024, 12:18
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Aldo Grasso “infilza” RaiUno. Il noto critico televisivo stronca quasi tutti i programmi della rete ammiraglia Rai sottolineando come, a suo dire, siano ormai sparite “grazia ed eleganza”. L’aspra critica arriva dalle pagine del “Corriere della Sera”. La prima trasmissione ad essere presa di mira è quella capitanata da Mara Venier. “Di solito ci si giustifica dicendo ‘avevo la febbre’, ‘mi ero slogato una caviglia’, cose del genere, insomma. Giustificare per cosa? Per vedere ‘Domenica in’ su Rai1”, sentenzia. Ma ce n’è un po’ per tutti. “Oddio, a parte la fiction e le partite della Nazionale di calcio, di questi tempi si fa molta fatica a seguire la cosiddetta ‘rete ammiraglia’ – afferma Aldo Grasso nella sua consueta rubrica – ‘La vita in diretta’, con una conduzione così passivo-aggressiva, è diventata la ‘morte in diretta’, vista la propensione a raccontare cronache nere. ‘Tale e quale show’, l’ho già scritto, è il simbolo perfetto della medietà del nostro Paese, della nostra incapacità di esprimere qualcosa di originale”.
Un capitolo a parte merita “Ballando con le stelle” riuscito quest’anno nell’impresa di dare filo da torcere a “Tu sì que vales”. Secondo il critico televisivo, lo show del sabato sera di RaiUno condotto da Milly Carlucci “preferisce con allibito cipiglio anteporre la baruffa fra comari alla coreutica, con una determinazione e costi di produzione che andrebbero riservati a operazioni più importanti”.
“Non mi va di fare nomi, tanto li conoscete – stuzzica Aldo Grasso – È una tv che vive la vita senza cogliere il minimo indizio dell’esistenza di sentimenti e desideri in altri che non sia lei. È una tv che parla delle umane passioni, gioie e sofferenze, come se stesse descrivendo le patatine fritte o il minestrone congelato dell’interruzione pubblicitaria”. “E’ come se da Rai1 fossero sparite grazia ed eleganza, come se le conduzioni, specie la domenica pomeriggio, fossero fatte dal tinello, con le vicine e vicini di casa – conclude Aldo Grasso – Per molte persone non c’è nulla di meglio di pigiami lavati e stirati di fresco in ogni stagione dell’anno, e di una camera da letto fragrante di cera per mobili, e del profumo della zuppa di broccoli che si sta riscaldando sul fornello, ma questa non è televisione”.
Nelle scorse settimane, Aldo Grasso aveva demolito anche “Mike”, la fiction in due puntate con cui la Rai ha omaggiato Mike Bongiorno in occasione del centenario della sua nascita e a settanta anni dalla prima trasmissione televisiva italiana che lo ha visto protagonista. Ad interpretare magistralmente Mr. Allegria sul piccolo schermo è stato l’attore palermitano Claudio Gioè. “Devo fare uno sforzo molto grande per cancellare l’immagine di Mike, la persona e il personaggio, che mi sono costruito negli anni, e accettare quella molto diversa proposta dal regista Giuseppe Bonito e dallo sceneggiatore Salvatore De Mola – aveva scritto – (…) La fiction ha due grandi preoccupazioni. Trasformare Mike in venerato maestro, rivalutato anche a sinistra (…) e spacciarci un Mike teorico, uno che vuol far crescere la cultura del Paese attraverso i quiz, come fosse un massmediologo qualunque”.
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