08 Marzo 2024, 16:57
3' DI LETTURA
Milo Infante è sempre più insofferente per il trattamento che la Rai riserva al suo “Ore 14”. Nonostante sia la trasmissione più seguita di Rai2 insieme al morning show di Fiorello e nonostante “disturbi” non poco “La volta buona” di Caterina Balivo trasmesso nella stessa fascia oraria su RaiUno, “Ore 14” ha una programmazione a dir poco altalenante. Spesso va in onda in versione ridotta o addirittura non va in onda per far posto ad altro, dallo sport alla politica. Milo Infante è reduce da una settimana difficilissima. L’inserimento della gara di ciclismo Tirreno-adriatico nel palinsesto di Rai2 ha fatto sì che “Ore 14” chiudesse 25 minuti prima del solito. Una circostanza che ha innervosito il conduttore tanto quanto gli sforamenti del Tg2-Medicina 33 che viene trasmesso prima di “Ore 14” e che talvolta gli passa la linea in ritardo.
Milo Infante non ha esitato a mostrare apertamente il suo fastidio. “Ore 14 finisce adesso, dobbiamo dare la linea ai colleghi dello sport…c’è la corsa? Non la conosco. La Tirreno-Adriatica”, ha commentato prima di cedere la linea evidentemente controvoglia. Ed ancora: “Ma è possibile che non riuscite mai a partire in orario, la risposta è evidentemente no”. “Ci vediamo domani a Ore 14 più o meno alle 14”, ha detto stizzito. A maggio, la trasmissione si fermerà per quasi un mese per lasciare lo spazio al Giro d’Italia.
I “continui lamenti” di Milo Infante hanno ispirato la penna di Aldo Grasso. “Milo Infante conduce su Rai2 un programma che si chiama Ore 14 che, a quell’ora, parla di morti ammazzati – scrive il critico televisivo sul “Corriere della Sera” – ‘Noi spesso seguiamo la giudiziaria — sostiene il conduttore, che è anche vicedirettore nell’ambito della Direzione Approfondimento — cerchiamo di fare televisione di servizio, siamo una trasmissione, come La Vita in Diretta e Storie Italiane, che da sempre ha nel DNA temi come la lotta al femminicidio. Non siamo di quelli che si sdegnano solo quando ci sono dei casi eclatanti, ne parliamo tutti i giorni e ci crediamo tanto’”.
“Il suo salotto postprandiale è spesso frequentato da Monica Leofreddi e Roberta Bruzzone – conclude Aldo Grasso – Famoso resta il suo processo parallelo sul caso Denise Pipitone, dove scaricava tutta la colpa sugli inquirenti, le procure, i depistaggi. Milo Infante me lo ricordo quando lavorava a Telelombardia e ad Antenna 3; da allora non ha cambiato stile, solo stipendio, immagino. A quando un processo seriale sui delitti del ciclismo e della Tirreno-Adriatico?”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
Immediata la risposta di Milo Infante. “Scrivendo di televisione da tantissimi anni mantenendo sempre un’ammirevole imparzialità anche quando si occupa dei programmi de La 7 di proprietà del suo editore Urbano Cairo, Grasso ha acquisito due doti che forse qualcuno gli invidia: capacità di sintesi e di leggere nella mente – scrive il giornalista su Instagram – Ecco quindi che Ore 14 nella sua raffinata recensione viene ridotto ad un programma che parla di morti. E al sottoscritto la volontà di irridere una corsa ciclistica. Questo è falso, ma il Grasso riesce a fare peggio: liquida la collega Laura Rio che da vent’anni scrive per Il Giornale di televisione (stessa materia di Grasso) come ‘sconosciuta’. Complimenti, davvero molto elegante. Voi cosa ne pensate?”.
Pubblicato il
08 Marzo 2024, 16:57