Alla soglia degli 80 anni che compirà il prossimo 20 maggio, Al Bano Carrisi ripercorre la sua vita in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. Il cantante racconta l’“amore immenso” che legava i suoi genitori e che neppure la guerra riuscì a scalfire: “Mio padre Carmelo era sul fronte albanese (…) Gli albanesi gli aprivano le loro case, lo facevano dormire nella paglia, lo sfamavano con il granturco. Poi tornò a Cellino in licenza. Fece la fuitina. E fui concepito io. Mia mamma Jolanda aveva appena diciotto anni (…) Papà dovette tornare al fronte. Era analfabeta, imparò a scrivere per scrivere a lei. Cosa scriveva? Gli albanesi mi hanno salvato e se avremo una femminuccia la chiameremo Alba, se un maschietto Albano. Vedrai che sarà la nostra fortuna”. Il cantante pugliese spiega perché si scrive “Al Bano”: “Me lo staccarono quando entrai nel clan di Celentano. All’americana. E così è rimasto”.
L’arrivo a Milano e l’aneddoto sulla marijuana
L’artista ricorda anche l’arrivo a Milano con “la valigia di cartone, due pantaloni, una bottiglia d’olio, qualche frisella”. “Mia madre era contraria – confessa – ‘Le milanesi sono tutte zo**ole’. Magari fosse stato vero: non mi guardava nessuna”. Al Bano Carrisi avrebbe potuto perdersi nei vizi ma non facevano per lui. “Mio papà mi aveva messo sull’avviso: la droga, mai – racconta – La marijuana l’ho fumata una sola volta. Mi avevano detto che pure Fellini la usava per ispirarsi. Passai la giornata più strana della mia vita: non ero padrone di me stesso, scrivevo in verticale anziché in orizzontale…Mi dissi: mai più”.
L’incontro con Romina Power sul set del film “Nel sole”
Il successo arrivò grazie al brano “Nel sole” che divenne anche un film. Sul set, l’incontro con Romina Power. “Portava la minigonna e io non avevo mai visto una minigonna in vita mia – ammette – Era figlia di due star di Hollywood, ma nelle pause delle riprese faceva la maglia. Gli ultimi tre giorni di lavorazione ci siamo amati. Mi pareva di toccare il cielo. Poi lei mi respinse. Telefonavo a casa e rispondeva facendo l’accento pugliese: ‘Sono Antonietta, Romina è uscita’. Cioè un’americana voleva fare fesso me. Così la lasciai perdere. Finchè un giorno in albergo a Roma il portiere mi disse: ‘Al Bano, ha chiamato Romina Power per lei’”. Al Bano confessa che non fu la scomparsa di Ylenia a far finire il loro matrimonio: “Da tempo lo sguardo di Romina non era più quello”.
La scomparsa di Ylenia: “Il suo incontro fatale con gli homeless”
Il cantante ha un’idea ben precisa su cosa sia accaduto alla sua primogenita, svanita nel nulla a New Orleans nel 1994. “Era una ragazza straordinaria – dice – Studiava al King’s College di Londra. Parlava inglese, spagnolo, francese, portoghese (…) Ci accompagnò negli Usa, a girare un docufilm, l’America perduta. Andammo da Los Angeles a New Orleans. E lì fece l’incontro fatale. Gli homeless. Gli artisti di strada. Ricordo un nero, si chiamava Masakela. Una sera la compagnia andò al cinema, ma io rimasi con Ylenia perché avevo notato qualcosa di strano. A un tratto cominciò a correre, e io dietro, lei gridava ‘fermate quell’uomo vuole farmi del male’, e quell’uomo ero io, gridavo ‘lasciatemi, è un problema di droga’. Mi seminò, la ritrovai il mattino alle 8. A sua madre disse che aveva rischiato la vita sulle acque del Mississippi”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
“Andò in Belize, visse in una capanna, un uomo la minacciò”
“Andammo a Venice a trovare la zia di Romina, Anne, la sorella di Tyrone Power, una pittrice di animo gentile – continua – Sembrava tornata la pace. Al ritorno Ylenia mi dice: papà, ho deciso di scrivere un libro, e per farlo devo andare in Belize, la patria degli homeless. Dissi: va bene, ma prima ti devi laureare, manca poco… Invece andò in Belize, visse in una capanna, un uomo la minacciò, lei si salvò prendendo in braccio un bambino. Così tornò a New Orleans. Diceva che non voleva frequentare gente di plastica”.
“Il Mississippi non perdona, Romina non l’ha mai voluto accettare”
“Ho ricostruito quella notte ora per ora – svela Al Bano – Ho parlato con i testimoni. Ho incontrato Masakela, che era stato pure in galera, ma negava di avere colpe. Ho interrogato l’ultima persona che l’ha vista, il guardiano del porto. Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: non puoi stare qui. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse ‘io appartengo alle acque’, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così”.
“Ho pensato al suicidio ma poi ho capito che era la voce del demonio”
Quel dolore atroce lo ha aveva fatto allontanare da Dio in cui crede fermamente. “Dopo la scomparsa di Ylenia e la separazione con Romina, sono stato da solo per nove anni – racconta – Il dolore era terribile. Pensavo che Dio mi avesse abbandonato. E con il dolore cresceva una voce che diceva: ‘Al Bano eliminati. Al Bano falla finita’. Ho pensato al suicidio. Ma poi ho capito che era la voce del demonio. E ho sentito anche la presenza di Dio. Ho provato una pace profonda. Mi sono detto: chi sei tu per giudicare Dio? Ricordati che anche Lui ha perso un figlio”.