Stefania Guadagna, trevigiana, ha lasciato il suo cane in custodia a una dogsitter e lo ha ritrovato cremato. Una storia che tocca il cuore di tutti per la crudeltà riservata a Nina, un bassotto che non è più tornato a casa. A raccontare la storia ai microfoni di “Pomeriggio Cinque”, il programma pomeridiano condotto da Myrta Merlino, è stata la proprietaria del cane. “È successo nel settembre 2023, avevo affidato i miei due cani, Nina e Pluto, in custodia a una dogsitter trentenne, che gestisce una pensione all’interno dell’appartamento dei propri genitori – spiega -. Al mio rientro però mi hanno restituito solo Pluto, malridotto e denutrito. Nina non c’era più, mi è stato detto che era morta ed era stata cremata”.
“Quello che è accaduto è stato allucinante perché col passare dei giorni la dogsitter faticava sempre di più a rispondere – aggiunge la donna in un’intervista al “Corriere della Sera” – evidentemente perché era accaduto qualcosa di orribile nel frattempo. Quando sono tornata e ho chiesto di rivedere Nina, inizialmente la ragazza non si è fatta trovare. A quel punto l’ho minacciata di andare dai carabinieri e lei mi ha confessato al telefono che Nina era morta. Ho ritrovato Pluto in condizioni vergognose, sporco, denutrito, si lamentava e guaiva senza sosta. Quello che è successo è assurdo”.
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Cane affidato alla dogsitter ritrovato cremato: “Non mi ha restituito neanche le ceneri”
“Non mi è stata data alcune spiegazione e di Nina non mi resta nulla”, racconta Stefania Guadagna a “Pomeriggio Cinque”. “Non le hanno restituito almeno le ceneri?”, chiede Myirta Merlino alla signora. “No, neanche le ceneri perché mi è stato detto che per risparmiare è stata cremata insieme ad altri cani”. La proprietaria di Nina vuole ottenere giustizia per la morte della sua cagnolina che sembra non essere stata la sola a fare questa brutta fine. L’avvocata della donna, parlando al “Corriere della Sera”, aggiunge: “Una serial killer di cani? Non lo escludiamo, abbiamo ricevuto già quattro chiamate, l’ultima delle quali da Conegliano, di persone che sostengono di aver subito la stessa cosa che ha subito la mia assistita”. “Essendo stata cremata – evidenzia la legale – purtroppo non c’erano elementi per dimostrare quello che è accaduto e le cause della morte di Nina”. Nonostante gli elementi raccolti finora non si è ancora giunti a nessun processo.
“Non ci fermeremo – giura Stefania Guadagna parlando ancora al “Corriere della Sera” – anche perché io sono arrabbiatissima e non mi arrendo assolutamente di fronte a questo primo sbarramento che ho trovato. Non mi fermerò fino a quando non avrò avuto giustizia. Devo stare attenta a quello che dico, perché vogliamo agire seguendo la legge, ma posso assicurare che non è finita qui. Nina faceva parte della famiglia e non c’è più, sono stata malissimo per questo motivo per tanti mesi. Voglio capire cosa è successo”.
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Deputata FdI: “A morire in circostanze dubbie anche un bulldog francese e un golden retriever”
La signora Stefania Guadagna spiega di essersi decisa a parlare del suo caso solo adesso perché ha dovuto affrontare un periodo di depressione. La sua attenzione si è concentrata sull’altro cane, Pluto, anche lui uscito sotto shock da questa brutta esperienza. La denuncia della donna solleva però il problema di un vuoto legislativo per tutelare chi resta vittima di episodi del genere. Del caso si è interessata la deputata di Fratelli d’Italia Eliana Longi che, intervistata da “La Repubblica”, ha denunciato: “A morire in circostanze dubbie sono stati un bulldog francese, anch’esso cremato, quindi un golden retriever, a giugno 2024) sul quale, per volere del proprietario, è stata effettuata l’autopsia da parte dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie e ne è stata certificata la morte per colpo di calore”.
La deputata ha aggiuto: “Attualmente in Italia non esiste una regolamentazione su questa attività di custodia degli animali ed è sicuramente arrivato il momento di definire un percorso formativo e certificato per lo svolgimento di una professione che non può più essere lasciata al caso”. “Interverrò nelle opportune sedi per fare luce su questa vicenda a accertare ogni responsabilità dei soggetti coinvolti. Sono ormai troppi i casi di morti accidentali e sospette durante gli affidi ad improvvisati ‘dogsitter’, che restano avvolte nel mistero ed impunite. È mia intenzione lavorare ad una proposta di legge che vada in questa direzione, oltre che sollecitare la riapertura del caso descritto presso gli organi competenti”, ha concluso.