18 Ottobre 2021, 19:40
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A “Domenica In” si parla di un caso di cronaca che ha sconvolto l’Italia. Ospiti Mara Venier sono Emma e Alberto, rispettivamente mamma e fidanzato di Luana D’Orazio, la 22enne inghiottita da un macchinario nell’azienda tessile di Prato dove lavorava. La giovane operaia ha lasciato un bimbo di cinque anni. Sono tre gli indagati per la sua morte. Secondo i pm, l’orditoio sarebbe stato manomesso per aumentare dell’8% la produzione.
“Noi parliamo di Luana ma siamo vicini a tutte le famiglie che hanno perso un proprio caro in un incidente sul lavoro”, esordisce Mara Venier. “Mio nipote sta con me, è lui che mi dà la forza di mettermi in piedi la mattina – racconta Emma – Farà sei anni il 31 dicembre. Ci sono otto morti al giorno, sono troppi. So che le leggi ci sono e come disse il presidente Mattarella ‘vanno solo applicarle’”.
“Stiamo ancora aspettando la consegna degli atti – le fa eco Alberto -abbiamo visto le immagini della perizia del macchinario, abbiamo voluto vedere anche Luana dentro il macchinario e non si può accettare. Un incidente così è atroce, indescrivibile, imbarazzante nel 2021”.
Emma spiega che nessun risarcimento potrebbe lenire l’ingiustizia subita e il dolore arrecato alla loro famiglia: “La vita umana è una sola e va vissuta. Non ha prezzo. Morire sul lavoro non lo accetto. Luana era un maschiaccio, era l’allegria della nostra casa. Ora quell’allegria non c’è più. Aveva comprato il lettino al bimbo che dormiva tra me e lei. Ora il bambino dorme con me. Come sto oggi? Male perché penso sempre a lei. Mi diceva ‘mamma, questo è un posto sicuro’. Ma abbiamo visto che non lo è. Per lei la macchina era sicura com’era. Pur essendo apprendista, veniva lasciata da sola. Avrebbe dovuto esserci un tutor ma non c’era”. Emma svela che la figlia, prima dell’incidente mortale, era già rimasta impigliata ma era riuscita a divincolarsi.
L’incidente in cui Luana ha perso la vita è avvenuto nel giorno del compleanno di Emma: “Mi hanno fatto questo bel regalo. Stavo preparando il tiramisù, lei non vedeva l’ora. La sera sarebbe venuto Alberto. Sono venuti i carabinieri, ho guardato l’orario e ho detto loro ‘mia figlia non può avere avuto un incidente perché è a lavorare’. Immaginavo un incidente stradale. Mi hanno detto che era morta sul lavoro. E’ un’immagine che non scorderò mai, vorrei cancellarla ma non ci riesco. Avrei preferito morire io quel giorno”.
Alberto racconta com’era nata la loro storia d’amore: “Stavamo insieme da un anno e mezzo, quasi due. Il 29 settembre avremmo festeggiato il nostro secondo anniversario e non ci hanno dato la possibilità di poterlo festeggiare. Ci siamo conosciuti grazie a due nostri amici. Il 29 settembre 2019 eravamo in un locale a Montecatini, la presi per mano ed è nato tutto. Come stiamo adesso? Ci siamo presi per mano e tutti insieme stiamo cercando di andare avanti perché ci hanno portato via tutto. E’ difficile ma ce la faremo perché lei vuole la nostra felicità e che si sorrida sempre. Quella mattina si è svegliata per andare al lavoro, le ho dato un bacio, le ho detto ‘mandami un messaggio appena arrivi’, me l’ha mandato, l’ho letto e non l’ho più risentita”.
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“Mi manca tutto di lei, il buongiorno, la voce, i suoi occhi – aggiunge – Rimpiango di non averle detto più spesso ‘ti amo’. Mi sono trovato un po’ in difficoltà perché è stata la mia prima storia seria. Quando lei me lo disse per la prima volta ero contentissimo perché lo provavo anch’io ma rimasi stupito perché non me l’ero mai sentito dire. Ero titubante perché sono più per i fatti che per le parole. Poi un giorno abbiamo avuto una discussione e lì mi venne di dirglielo. Lei rimase pietrificata, lo sapeva ma non se l’aspettava. Da lì il nostro rapporto si è rafforzato ancora di più. Era tutto semplice, naturale”.
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18 Ottobre 2021, 19:40