Marito e moglie di Orbassano, in provincia di Torino scelgono il suicidio nel garage di casa. Una tragedia familiare iniziata moltissimi anni prima quando la loro unica figlia, Chiara, era stata vittima di abusi sessuali da parte di un parente. Quando aveva 5-6 anni. Un’esperienza terribile che la bimba ha tenuto nascosta per tantissimi anni. Poi il trauma è riaffiorato fino al suicidio a soli 28 anni, il 4 febbraio del 2022. Abusi di cui nessuno si era accorto né in famiglia, né nell’ambito scolastico. I genitori di Chiara Giacoletto, Cristina Masera, 59 anni, e Alessandro Giacoletto, 64 anni, avevano rivelato il dramma della figlia in una lunga intervista rilasciata lo scorso 4 dicembre all’amico Paolo Polastri, giornalista dell’ “Eco del Chisone”. Pochi giorni dopo, il 9 dicembre erano stati trovati nella loro auto chiusa nel garage di casa, intossicati dal monossido di carbonio privi di conoscenza e in condizioni disperate. La donna è mancata nove giorni dopo il ricovero all’ospedale Molinette di Torino.
Alessandro Giacoletto è deceduto il 23 dicembre, dopo due settimane trascorse nel reparto di rianimazione all’ospedale San Luigi. Lo scorso anno, la coppia mentre partecipava alla presentazione della petizione di Emergency per chiedere maggiori tutele per i minori aveva dichiarato “Il 4 febbraio siamo morti anche noi”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
La giovane si è tolta la vita impiccandosi a un termosifone del bagno di casa
Chiara Giacoletto da bambina era stata vittima di abusi da parte di un familiare “insospettabile” deceduto molti anni fa per un cancro ai polmoni. La giovane si è tolta la vita impiccandosi a un termosifone del bagno, non riuscendo più a sostenere il peso delle violenze sessuali patite dal parente quando era molto piccola. Solo poco prima di togliersi la vita la ragazza raccontò ai genitori che l’origine dei suoi attacchi d’ansia, di cui soffriva ormai da cinque anni, erano stati gli abusi e i soprusi sessuali subiti. Nell’intervista rilasciata, Alessandro Giacoletto aveva dichiarato: “Suicidio non è la parola corretta. Chi pone fine alla sua vita a causa di una violenza è vittima di un omicidio psichico e il suo aguzzino è un assassino. Ora noi siamo soltanto ombre”. Da quella tragica sera la coppia ha cercato di trovare uno scopo alla loro esistenza senza mai trovarlo, fino alla decisione di porre fine al loro tormento.
Prima di togliersi la vita, i due coniugi hanno pensato a tutto: hanno lasciato una valigia con gli abiti che avrebbero voluto indossare, i soldi per le spese e le disposizioni testamentarie. Poi l’ultimo atto. Il 9 dicembre, hanno assunto un mix di insulina e altri farmaci, sono scesi in garage e si sono seduti nella loro auto con i finestrini sigillati e un tubo collegato alla marmitta. Il testamento era sotto i tergicristalli e il motore era acceso quando un’amica di famiglia li ha trovati privi di sensi e ha dato l’allarme.
LEGGI ANCHE: “Ragazza scompare nel nulla, il padre si suicida durante le ricerche”
Dal diario di Chiara Giacoletto: “Sarebbe meglio il cancro, quello potrei toglierlo, questo no”
Il trauma di Chiara Giacoletto era stato rimosso e poi riemerso durante gli studi di Medicina. Ansia, attacchi di panico e poi la verità rivelata a uno psicoterapeuta, scritta sulle pagine di un diario lasciato aperto e infine raccontata al padre: “Sarebbe meglio il cancro, quello potrei toglierlo, questo no”. La lettera scritta da sua figlia, Alessandro la portava nel portafoglio. La coppia ha provato a resistere, come aveva chiesto Chiara: “Cercate di vivere serenamente insieme, fatelo per me”. Ma non ci sono riusciti. Un amico di famiglia Alessandro Bassignana, ha raccontato che avevano già tentato più volte il suicidio in passato. “L’avevano deciso sin da subito – si legge sul “Corriere della Sera” –. Da quella tragica sera, quando ci precipitammo a casa loro con la terribile sensazione che qualche spirito malefico ci avesse preceduto per portarsi via le persone che ci abitavano. Non abbiamo potuto fare nulla per riconsegnare una ragione di vita a chi la vita ormai la odiava. Ora spero che trovino quella pace eterna che hanno meritato”.
Marito e moglie scelgono il suicidio: “Il responsabile delle violenze era un parente insospettabile”
Poco prima del gesto estremo, Alessandro Giacoletto ha raccontato il calvario della figlia: “Dopo una infanzia ed una adolescenza apparentemente ‘normali’, il suo malessere venne fuori solo nel 2016 alla età di 23 anni. Quando stava frequentando la facoltà di Medicina. Venne alla luce con attacchi di panico, ansia, insonnia, incubi. Chiese aiuto. Venne supportata inizialmente da una brava psicologa. Poi da un ottimo psicoterapeuta con la collaborazione di uno psichiatra del servizio pubblico. Poi ancora da un’altra psicoterapeuta molto brava con cui Chiara aveva un rapporto di amicizia”. Solo nel 2018 i suoi genitori avevano scoperto l’entità del suo dramma, leggendo un diario lasciato aperto quasi per caso. “Come emerge dalle parole di Chiara e dalle testimonianze dei professionisti che l’hanno avuta in terapia, il responsabile era un parente insospettabile”, ha rivelato il padre. Un dolore troppo grande quello di Chiara, rimasto nascosto e sepolto per tantissimi anni, ma quando è riemerso si è portato via sia lei che i suoi genitori.