Elena Ketra, all’anagrafe Elena Pizzato, è una donna sposata con sé stessa. Una pratica definita “sologamia” che ha origine nel 1993 in America. In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, la donna racconta: “La sologamia è nata quando Linda Baker per i suoi 40 anni si sposò con sé stessa. Nel 2003 è arrivato il debutto pop: in Sex and the city Carrie Bradshow annunciò di volerlo fare. A me interessava il fenomeno sociale alla base della sologamia, una filosofia intimista, la cura di sé, il guardarsi dentro. Un gesto di gentilezza verso noi stessi”. “Il significato di matrimonio sologamico o sologamo, deriva da ‘Sologamy’ una parola inglese che indica l’atto di sposare sé stessi. La traduzione in italiano è ‘sologamia’, ma è ancora un neologismo e non appare in nessun vocabolario, anche se descrive un fenomeno sociale contemporaneo internazionale”, spiega la scrittrice e artista di Bassano del Grappa (Vicenza).
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La donna sposata con sé stessa: “La sologamia non esclude altre relazioni, le arricchisce”
Elena Ketra invece ha sposato sé stessa il 31 gennaio 2022. Una pratica consentita a chiunque e molto semplice da attuare. Per sposarsi con sé stessi basta iscriversi alla piattaforma digitale Sologamy.org che è lei stessa a curare: “Cosa ci si promette in un matrimonio sologamico? Di amarsi e prendersi cura di sé, di non permettere a nessuno/nessuna di farci male, di battersi sempre per le proprie idee e la propria libertà, di bastarsi e non lasciarsi soli e sole”, spiega. Poi fornisce qualche dato: “Sono quasi 2000 le persone che, solo nell’ultimo anno hanno celebrato un matrimonio sologamico, il 65% sono donne”. L’artista svela che la sologamia è stata molto criticata: “Ci sono state polemiche nate però da errate convinzioni. La sologamia non è contro il matrimonio classico e non è per l’isolamento, né per l’individualismo. È l’atto massimo di indipendenza e emancipazione, non esclude altre relazioni, le arricchisce. Ma evidentemente fa paura”.
Elena Ketra spiega che si tratta di una filosofia di vita che lei stessa ha voluto raccontare in un libro dal titolo: “L’arte di sposare se stess*”. L’artista rivela: “Io ho sposato me stessa, eppure convivo felicemente da molti anni con un compagno, che condivide e appoggia questa filosofia”.
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“Con l’app Sologamy, ci si fanno le promesse e ricevi a casa un certificato di nozze sologamiche”
“La Treccani non la cita – spiega ancora la donna- su Wikipedia la definizione non esiste, è necessario leggere la versione inglese del sito. Il mondo anglosassone ci precede su questa frontiera linguistica e molto c’è da fare in Italia per spiegare il concetto”. Elena Ketra è anche un’attivista, si è sempre interessata a fenomeni sociali e si è appassionata soprattutto ai temi femminili, di gender e poi ha scoperto la sologamia: “Ne sono rimasta affascinata, ho voluto approfondire, ho scoperto che nel mondo è il punto di partenza per parlare di inclusione sociale e female empowerment. Se non ci si rispetta, è un attimo finire coinvolti/e in relazioni tossiche. Fare pubblicamente le promesse che prevede il matrimonio sologamico diventa un’azione imprescindibile, mi ha cambiata. Ha cambiato la percezione che ho di me, non mi do più per scontata. È anche un modo per fare capire che nessun diritto, mai, va dato per scontato”.
Elena Ketra, in collaborazione con Supermartek, una galleria d’arte digitale, ha creato una piattaforma per tutti coloro che vogliono sposare la sologamia: “Con l’app gratuita Sologamy, chi vuole si fa 4 promesse e in virtù di quest’attestato d’amore riceve a casa un certificato di nozze sologamiche, un’opera esclusiva. Oppure ci possono anche essere eventi dal vivo”.