Morto il padre di Gianluca Vialli, l'imprenditore aveva 95 anni

Grave lutto nella famiglia Vialli, dopo Gianluca se ne va anche il padre

Germana Bevilacqua

Grave lutto nella famiglia Vialli, dopo Gianluca se ne va anche il padre

| 08/11/2024
Grave lutto nella famiglia Vialli, dopo Gianluca se ne va anche il padre

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A quasi due anni dalla scomparsa di Gianluca Vialli, se ne va anche il padre, l’imprenditore Gianfranco Vialli. L’uomo aveva 95 anni, era originario di Cremona, ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e alla famiglia ed era molto amato e stimato nella sua comunità. Gianfranco Vialli è stato sposato per 70 anni con Maria Teresa Marioli da cui ha avuto cinque figli: Mila, Nino, Marco, Maffo e Luca. L’imprenditore aveva anche dieci nipoti e due pronipoti. Gianfranco Vialli ha fondato la sua azienda, CasaItalia, dove costruiva prefabbricati. La sua impresa imprenditoriale è stata ricordata dal figlio Nino, come si legge sul “Corriere della Sera”: “Il papà ha avuto una vita lunga, proficua. È stato un imprenditore che si è fatto da solo, dal nulla. Aveva cominciato all’età di 22-23 anni, insieme ad alcuni soci. All’inizio era facile, perché erano gli anni del boom economico. Poi, ‘CasaItalia’ si è ingrandita. Le crisi sono state superate sempre bene, a fatica, ma bene”.

Gianfranco Vialli “dopo aver frequentato per un po’ il liceo scientifico era passato a Geometri ed era in collegio dai padri Rosminiani a Domodossola – racconta ancora il figlio – Lì aveva incrociato Giampiero Boniperti, che probabilmente era nelle giovanili della Juventus”.
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Gianluca Vialli la madre e i fratelli (Foto Instagram)

Il padre di Gianluca Vialli è stato vicino al campione sin dall’inizio della sua carriera

Gianfranco Vialli ha sempre seguito da vicino la carriera del figlio calciatore Gianluca Vialli, venuto a mancare prematuramente all’età di 58 anni il 5 gennaio 2023 a Londra, dopo una lunga battaglia contro un cancro al pancreas. La carriera di Gianluca Vialli è cominciata nel Pizzighettone e nella Cremonese, poi è diventato uno dei più forti attaccanti degli anni ’80 e ’90 con oltre 100 reti in serie A. Nino Vialli ricorda il forte legame tra il padre e il fratello Gianluca: “Finché Luca ha avuto bisogno di essere consigliato, i consigli li chiedeva al papà, poi quando ha conosciuto l’ambiente, ne sapeva di più, non aveva più bisogno di essere consigliato. Ricordo che ai primi colloqui con Paolo Mantovani, presidente della Sampdoria, andò con il papà. Non c’era stato bisogno di trattative. Sia il papà sia Luca avevano subito detto di sì all’offerta di Mantovani, perché a loro era piaciuto moltissimo”.

Gianluca Vialli ha iniziato a giocare nella Sampdoria a 19 anni. “Papà lo seguiva molto – continua Nino – quando giocava alla Samp andava spesso a vederlo, ma quando è passato alla Juventus, nel 1992, seguirlo a Torino cominciava a diventare più faticoso. Il calcio l’ha guardato finché Luca ha giocato ed è stato allenatore”.

Gianluca Vialli con la moglie Cathryn White Cooper

Il fratello Nino ricorda Gianluca Vialli: “Era il primo della classe, spiritoso, estroverso”

In un’intervista rilasciata sempre al “Corriere della Sera”, lo scorso gennaio Nino Vialli aveva parlato anche del suo rapporto con l’amato fratello. “Negli ultimi anni mi sono trasferito in Thailandia e Luca l’ho vissuto pochissimo – ha svelato-. Ci sentivamo per telefono. Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l’imbarazzo che gli chiedessi ‘Come stai?’. Si faceva sentire quando stava proprio bene, sennò si negava un pochino”. Poi ha regalato un ricordo legato al fratello da bambino: “Ci teneva a primeggiare. Era il primo della classe. Era spiritoso, simpatico, estroverso, faceva le gag. Si applicava, rimaneva in cortile, tirava di destro e di sinistro alla porta del garage. Era interista come me, mentre i miei fratelli e mio padre erano juventini”.

Infine, Nino Vialli ha ricordato gli ultimi dolorosi giorni di vita del campione: “Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di soffrire, di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo. Eravamo tutti lì quando è spirato”.

Pubblicato il 08/11/2024 12:11

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