In un’intervista al “Corriere della Sera”, Frida Bollani Magoni parla della rara malattia genetica che l’ha resa ipovedente. Si tratta dell’amaurosi congenita di Leber, una distrofia retiniche caratterizzata da una degenerazione e da una perdita progressiva dei fotorecettori retinici a partire dai primi mesi di vita. Oggi la figlia di Stefano Bollani e Petra Magoni ha 20 anni e vede solo ombre, rigorosamente in bianco e nero. A restituirle i colori è la musica, una passione che ha ereditato dal padre pianista e dalla madre cantante. Diplomata al liceo musicale di Pisa, Frida Bollani Magoni ha suonato davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha pubblicato un album e ha appena scritto un libro autobiografico dal titolo “La mia musica”.
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Frida Bollani Magoni e l’autonomia conquistata nonostante la malattia
Dopo aver vissuto a Milano per quasi un anno, adesso Frida Bollani Magoni fa la spola tra Londra e la Toscana. “A Milano vivevo da sola, sono diventata molto autonoma – racconta al “Corriere della Sera” – Per me è fondamentale studiare bene lo spazio: devo avere una mappa mentale e memorizzare dove metto le cose. Sono una maniaca dell’ordine. In valigia i miei vestiti sono ben piegati, se ne tiro fuori uno ripiego gli altri”. La 20enne si avvale dell’aiuto della tecnologia: “C’è chi usa Alexa, io uso Google Home. A Milano potevo accendere e spegnere lo scaldabagno quando volevo. Però quelle sono cose che vengono dopo: prima c’è la conoscenza dei tuoi spazi e poi i trucchi per fare le cose, come cucinare, io amo fare le torte. Questo non mi impedisce di sbattere sulle porte”. A scuola aveva un insegnante di sostegno. “Di sicuro non ha facilitato le prime interazioni con i ragazzi: non li incoraggiava ad avvicinarsi – ammette – Mi sono trovata a fare amicizia sempre con le persone un po’ emarginate, come la bambina che non parlava l’italiano perché veniva dalla Romania”.
“Non vorrei fare la cavia, però se ci fosse una terapia le darei una possibilità”
Frida Bollani Magoni svela come si comporterebbe dinanzi alla possibilità di acquistare la vista sottoponendosi ad un intervento rischioso: “Su questo la mia opinione è cambiata nel tempo. Ho una malattia genetica e ci sono pochissime persone nel mondo con un gene identico al mio, quindi trovare una cura non sarà facile. Ma anche fatto l’intervento, servirebbe una lunga riabilitazione. Però chi lo sa. A Londra stanno facendo ricerca. Non vorrei fare la cavia, però se ci fosse una terapia le darei una possibilità”.
“Nell’aspetto somiglio a mio papà, caratterialmente ho molto di mia mamma”
Oltre alla passione per la musica cosa ha ereditato da Stefano Bollani e Petra Magoni? “Io non voglio essere come i miei genitori o superarli, io voglio essere me stessa – tiene a precisare – Però da mio padre forse ho preso lo stile pianistico, tutto suo: solo una volta l’ho scambiato con Chick Corea, infatti è bellissimo quando suonano insieme. Da mia madre ho imparato tanti trucchi del mestiere, come stare sul palco, fare una bella scaletta o il sound check. Nell’aspetto credo di somigliare a mio papà. Mentre caratterialmente ho molto di mia mamma: di sicuro la testardaggine, la perseveranza di dire ‘questa cosa io la devo fare e ce la farò’. Sono tosta, ho voglia di mettermi alla prova. Però su certe cose sono più tranquilla, come papà, più concentrata sulla musica”.
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“Tra 10 anni mi immagino musicista, viaggiatrice, produttrice musicale, casalinga e mamma”
“Se mi danno della raccomandata? Magari lo pensano – aggiunge Frida Bollani Magoni – ma a me hanno fatto commenti critici solo quando ho cantato al Quirinale: non fui precisissima. Sono molto autocritica, ma la perfezione non esiste”. Tra 10 anni, si scopre infine, “mi immagino musicista, viaggiatrice, produttrice musicale, nomade e casalinga allo stesso tempo. E mamma”.