“È stata una guerriera, mi ha tenuto in piedi”: così Totò Schillaci morto a 59 anni il 18 settembre 2024 parlava della sua seconda e ultima moglie Barbara Lombardo che gli è stata accanto nella buona e nella cattiva sorte. Ex odontotecnico con dei trascorsi da modella, ha unito la sua vita a quella dell’ex campione di calcio 13 anni fa. “Eravamo amici da tempo – racconta al “Corriere della Sera” – ma un giorno del 2011 la nostra amica Giusy che consideriamo una sorella, fa scattare la scintilla. E la ringrazio perché ho provato nella vita la felicità di amare”. Barbara Lombardo non ha esitato un attimo a lasciare la sua professione (era un odontotecnico, ndr) per seguire l’ex calciatore palermitano nel suo sogno. “Con Totò ho deciso di dedicarmi alla sua creatura, la scuola di calcio, il Centro sportivo Ribolla – spiega – Dove ha trasformato un’area in terra battuta in un vero campo da calcio. Io lì facevo di tutto. E farò di tutto. Ho tirato su i campi di padel”.
La moglie di Totò Schillaci continuerà ad occuparsi del centro sportivo
Un progetto che continuerà a vederla impegnata anche dopo la morte di Totò Schillaci: “Il Centro sarà la mia vita. Perché era la sua vita. La passione per stare vicino ai bambini, ai ragazzi meno abbienti, quelli provenienti dai quartieri popolari come il Cep, da dove era partito. Diceva di sentire il bisogno di restituire alla città, a quei ragazzi di Palermo, quanto la vita e le sue capacità gli avevano offerto. Era un amore profondo per la città. Li aiutava in ogni modo. C’erano ragazzi che non avevano i soldi per le scarpe e provvedeva lui. Animo gentile e buono. A Palermo era impossibile fare una passeggiata senza essere bloccati dall’affetto di chi chiedeva un autografo o un selfie. E lui sempre disponibile, con una serena allegria”.
“Totò ha fatto battere il suo cuore, oltre ogni limite previsto dai medici”
Nonostante la malattia avesse già bussato alla sua porta, nel 2023 Totò Schillaci partecipò con la moglie Barbara Lombardo all’adventure game “Pechino Express”. “Un modo per riprendere la vita in mano – spiega oggi la donna – C’erano già state le due operazioni. E ci siamo detti: ma sì, partiamo e godiamoci l’avventura. Per fortuna lo abbiamo fatto. Faticoso, zaino in spalla, chilometri e chilometri fra autostop e alloggi di fortuna. La sera stanco, distrutto. Guerriero fino in fondo”. “Ci siamo battuti fino alla fine – aggiunge – E Totò ha fatto battere il suo cuore, oltre ogni limite previsto dai medici, perché non voleva lasciarci. Non voleva lasciare me e i nostri quattro figli”.
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“Rita Bonaccorso è qui accanto a me, condividiamo un grande dolore”
La coppia, si scopre, non ha avuto figli insieme “per scelta”. “Uno io, tre lui. La somma fa quattro. Lui ha cresciuto e amato mio figlio Alberto come fosse il suo – svela Barbara Lombardo – E per me è lo stesso con i suoi, Mattia, Jessica e Nicole, che considero miei. E loro, fratelli che si amano. Siamo stati bravi. Lui, il cemento di una famiglia dove ci vogliamo tutti bene”. Poi le parole per Rita Bonaccorso, prima moglie di Totò Schillaci. Nonostante il divorzio turbolento, l’ex stella del calcio non esitò ad aiutarla quando lei ebbe dei gravi problemi finanziari. “Rita? Sta qui, accanto alla bara con me. Condividiamo un dolore grande, nel rispetto reciproco”, confida Barbara Lombardo.
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I ricordi indelebili della vita nella casa di campagna con vista sui Colli di Palermo
Tra tutte c’è un’immagine in particolare che resta scolpita nella mente e nel cuore della moglie di Totò Schillaci: “Noi nella casa di campagna sopra l’ospedale Cervello, la vista sui Colli di Palermo. Noi con Clarabella, una pecorella allevata come un cagnolino, e Nina, la piccola pitbull sperduta e triste senza il suo papà. Io che cerco Totò. Lui che mi chiama ‘selvaggia’ perché cammino sempre a piedi nudi sui sassi…”. Infine, Barbara Lombardo spiega il tatuaggio che ha sul braccio: “Il nome del mio Totò, fra mio figlio Alby e Nina, la cagnolina. E due parole ‘eternamente noi’. Dove ci metto tutti gli altri figli. A cominciare da Mattia. Lo guardo e vedo in lui Totò”.