Corinne Cléry: “In famiglia giravamo per casa in topless”

Corinne Cléry: “In famiglia c’era una certa disinvoltura, giravamo per casa in topless”

Germana Bevilacqua

Corinne Cléry: “In famiglia c’era una certa disinvoltura, giravamo per casa in topless”

| 31/08/2024
Corinne Cléry: “In famiglia c’era una certa disinvoltura, giravamo per casa in topless”

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Corinne Cléry racconta in un’intervista a “La Stampa” del suo relax estivo: “Sono nella mia casa in Tuscia, con i miei tre cani a cui voglio un bene dell’anima”. Francese d’origine ma italiana d’adozione. “La Francia è il Paese delle radici, ma mi considero italiana a tutti gli effetti”, chiarisce subito. Il suo vero nome è Corinne Picolo: “Ma nonostante le ricerche non abbiamo mai scoperto chi fosse l’italiano in famiglia”. L’attrice inizia a fare cinema negli anni ’70. “Dopo una sfilata – ricorda – In prima fila c’erano i miei genitori, che mi scortavano dappertutto. Alla fine un produttore cinematografico li avvicinò per chiedere loro se poteva parlarmi. Voleva propormi un film”.

“Mio padre disse che se la cosa andava bene a me, andava bene anche a lui – racconta – Papà era così, mi ha appoggiata in ogni scelta della vita. Dunque dissi di sì a ‘Histoire d’O’”. Poi aggiunge: “In famiglia c’era una certa disinvoltura, noi donne eravamo abituate a girare per la casa in topless. Per me quello fu un film come un altro”.

Corinne Cléry (Foto Instagram)

Corinne Cléry: “Non accettai il ruolo di Bong girl perchè ero scema”

Tra i ruoli rifiutati c’è quello della Bond girl: “Il produttore della serie, Albert Broccoli, si era fissato che voleva me a tutti i costi. Feci rispondere di no, ma lui iniziò a martellare il mio agente al punto che cedette e gli diede il mio numero di telefono. Broccoli chiamò ma gli ribadii il mio rifiuto. Era sconvolto, non ci poteva credere che qualcuno snobbasse un film di 007. Perché l’ho fatto? Perché non mi interessava. E perché ero scema. Mi capitasse oggi ci andrei correndo”. Poi sono arrivati gli anni Ottanta e i ruoli nelle commedie dei fratelli Vanzina. “Erano film divertenti – ammette – ma non è che fossero tutti ‘sti capolavori”. In epoca più recente l’attrice si è dedicata ai reality: “Ballando con le stelle”, “Grande Fratello Vip”, “L’isola dei famosi”. “Sono state esperienze divertenti, un modo per giocare – spiega – Alcuni programmi sono stati massacranti, come L’isola e soprattutto Pechino Express, dove andavo in giro con uno zaino da trenta chili. Da stramazzare. Mai più”.
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Corinne Cléry (Foto video)

“Alain Delon era un uomo educato, schivo, riservato, di grande fascino”

Politicamente Corinne Cléry si definisce anticomunista: “Anche antifascista, se è per questo. Non mi riferisco al comunismo all’italiana, salsicce e birra alla Festa dell’Unità. Mi riferisco ai regimi totalitari dei Paesi dell’Est, che ho avuto modo di conoscere”. Poi rivolge un pensiero alla recente scomparsa di Alain Delon: “Alla fine credo sia andata meglio così. Era quello che lui desiderava ormai da tanto tempo. La notizia della morte di mi ha addolorata, non sorpresa. Aveva detto che odiava questo mondo, quest’epoca. E che non si sentiva più a casa sua. Gli sembrava che la vita non gli desse più molto, di aver conosciuto e visto tutto. Gli pareva un mondo falso, distorto, senza rispetto né onore, dominato solo dal denaro”.

Poi aggiunge: “Alain Delon è stato uno degli attori più grandi. Un uomo dal fascino unico. Ci siamo conosciuti quando ero ancora una ragazzina, fidanzata con il mio futuro marito, Hubert Wayaffe. Lui era uno dei più grandi disc jockey di Francia e aveva un programma radiofonico su Europe 1 da cui passavano tutte le star della musica, del cinema e dello spettacolo. Era un uomo educato, schivo, riservato, di grande fascino”.

Alain Delon (Foto Instagram)

“Il disagio esistenziale credo l’abbia accompagnato per tutta la vita”

Corinne Cléry ammette di aver subito il fascino del divo francese. “Si capiva che c’era sempre qualcosa che lo tormentava – spiega – un disagio esistenziale che credo l’abbia accompagnato per tutta la vita. L’altra faccia della medaglia di questo suo lato inquieto era il grande charme che sprigionava. Il suo fascino lo subivamo tutte. Era il bello e dannato per eccellenza, enigmatico ai limiti dell’inaccessibilità. Per le donne è sempre fonte di grande attrazione”. Nel tempo le strade dei due attori si sono separate: “Ci siamo persi di vista. Avrebbero potuto reincrociarsi anni dopo, in occasione di un film. Avremmo dovuto farlo insieme, ma alla fine il regista fece altre scelte. Peccato. Sono rimasta sua ammiratrice davanti allo schermo”.

“Aveva una naturalezza incredibile. A te spettatore sembrava di essere lì con lui, non un attore ma una persona vera”, aggiunge. “In un’intervista di qualche anno fa a Paris Match aveva detto: ‘So che lascerò questo mondo senza rimpianti’. Sono certa che è andata così”, conclude.

Pubblicato il 31/08/2024 09:16

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