Il padre di Giulia Cecchettin, Gino, parlando al “Corriere della Sera”, ha voluto dire la sua sulla vicenda del colloquio tra Filippo Turetta e il padre Nicola. Ma facciamo un passo indietro. Qualche settimana fa un settimanale ha reso noto un colloquio in cui il padre di Filippo Turetta, parlando con il figlio lo consolava dicendo: “Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Ci sono altri 200 femminicidi! Poi avrai i permessi per uscire per andare al lavoro, la libertà condizionale”. Parole che hanno sollevato polemiche e sdegno: l’uomo è stato accusato di aver voluto minimizzare il grave gesto del figlio, che ricordiamo ha ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin lo scorso 11 novembre. L’intercettazione tra padre e figlio risale al 3 dicembre 2023, poco dopo l’arresto del giovane, ed ha scatenato la gogna mediatica nei confronti di Nicola Turetta.
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Il padre di Giulia Cecchettin al “Corriere”: “Noi tutti dovremmo pensare a come aiutare questa famiglia”
Nei giorni successivi Nicola Turetta si è poi scusato dichiarando di “aver provato un grande dispiacere insieme a un infinito imbarazzo” sottolineando che fossero “frasi senza senso” pronunciate nel timore che il figlio Filippo Turetta si togliesse la vita. Gino Cecchettin sulla vicenda è chiaro e al “Corriere della Sera” dice: “Quelle parole non andavano divulgate, sono inutili e non sta a me giudicare l’operato di un altro papà”. Il padre di Giulia Cecchettin ha poi ammesso che è rimasto in contatto con il padre di Filippo Turetta: “Mi ha scritto durante le feste”. “Niente mi può fare male quanto la morte di Giulia – aggiunge Gino Cecchettin -. Niente è paragonabile a ciò che ho passato e sto passando. Quelle intercettazioni hanno fatto male prima di tutto ai Turetta e poi a tutti noi, alla società intera. Accanirsi contro un papà che sta vivendo un momento di grande difficoltà è sbagliato”.
Gino Cecchettin: “Io mi metto nei loro panni. E dico che stanno vivendo una cosa inenarrabile”
Il padre di Giulia Cecchettin fa un discorso più ampio e sottolinea: “Noi tutti dovremmo pensare a questa famiglia, a come aiutarla. Noi come singoli e come società dovremmo porci questo tema. Hanno un altro figlio questi genitori e devono poter andare avanti al meglio. Il nostro compito è costruire valore”. Gino Cecchettin va oltre e ammette: “Io mi metto nei loro panni. E dico che stanno vivendo una cosa inenarrabile. E ora, per quelle intercettazioni, si trovano a ripartire da zero. Comprendiamoli”. “Tutti si sono fatti un’opinione e hanno sentito il bisogno di esprimerla. Chi lo ha criticato come chi lo ha difeso. Io no, non entro nel merito, non giudico. Inoltre farle uscire a distanza di 9 mesi non ha avuto alcun senso, a mio avviso”, conclude.
Gino Cecchettin ha costituito una fondazione per sostenere le donne vittime di violenza
Parole di grande umanità che mettono al centro la solidarietà di un padre che ha perso una figlia in un modo crudele nei confronti di un altro padre che vive un dramma diverso, ma ugualmente straziante. Gino Cecchettin ha partecipato alla rassegna di Simona Ventura e dal marito Giovanni Terzi ‘La Terrazza della Dolce Vita’, a Rimini, durante la quale ha raccontato il progetto avviato per aiutare le donne vittime di violenza. Gino Cecchettin ha pubblicato il libro “Cara Giulia”, in cui ha raccontato il suo dolore per la morte della figlia: “Ho deciso di donare un po’ Giulia”. “Abbiamo costituito una fondazione – ha aggiunto Gino Cecchettin – per sensibilizzare e aiutare chi già opera sul territorio per sostenere le donne vittime di violenza. Vogliamo costituire una rete di professionisti per andare nelle scuole a sensibilizzare sul tema della violenza di genere e aiutare i ragazzi a riconoscere le relazioni tossiche”.