Giorgio Faletti è morto 10 anni fa, esattamente il 4 luglio del 2014. Il suo ricordo è tenuto vivo dalla moglie Roberta Bellesini che gli ha dedicato un commovente post su Instagram. Una foto del compianto marito e queste parole: “A tutti sembra impossibile. I commenti comuni sono: ‘Sembra se ne sia andato pochi anni fa’. Per noi invece è stato un tempo lunghissimo perché sono successe un sacco di cose che ti riguardano. Proprio come racconti nell’Ultimo giorno di sole: ‘Se ogni uomo avesse potuto ricordare ogni singolo istante della sua vita, se avesse avuto il dono di poterla ripercorrere raggruppandola non in anni e in mesi ma identificandola passo per passo in minuti e in secondi, sono certa che l’esistenza sarebbe sembrata a tutti molto più lunga’. Attraverso le tue parole, scritte, cantate, recitate, continuiamo a percorrere strade, ci induci a frugare nei nostri ricordi e le inquietudini, le malinconie, le domande che fanno fatica a trovare una risposta non erano solamente le tue”.
“Sono quelle di ognuno di noi – continua il post – E anche i sogni e le speranze, magari declinate con sfumature diverse, sono quelle di ognuno di noi. E’ un cammino poco per volta sempre più liberatorio, quasi catartico, dove alla fine i ricordi, gli istanti e le emozioni si combinano in un luminosissimo puzzle che rischiara le tenebre e ci rivela il senso di questo viaggio che è la vita”.
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“In questi anni abbiamo fatto tantissime cose. E non è stato facile, soprattutto i primi tempi”
La vedova Faletti ha voluto ricordare il popolare attore e scrittore rilasciando un’intervista al “Corriere della Sera”. “Vedo proprio quanto le persone, con cose grandi ma anche minori, cerchino di ricordarlo – dice la moglie – E quello che più mi fa piacere è che sono atti che vengono dal cuore. Giorgio ha lasciato un bel ricordo di sé come persona, indipendentemente dal suo lavoro”. Poi racconta questi lunghi 10 anni senza di lui: “In questi anni abbiamo fatto tantissime cose. E non è stato facile, soprattutto i primi tempi. Sono stati fondamentali gli amici, con i loro consigli e il loro appoggio. Il mondo di Giorgio non era il mio, non ero abituata a muovermici. La prima cosa che abbiamo portato a termine è stato ‘L’ultimo giorno di sole’, lo spettacolo su cui stava lavorando. Ci si è dedicato anima e corpo finché ne ha avute le forze. La regia l’avrebbe fatta lui, oltre ad avere scritto testi e musiche. Anche la protagonista, Chiara Buratti, era stata scelta da lui”.
Il ricordo di Giorgio Faletti: “Abbiamo realizzato una seconda versione dello spettacolo ‘L’ultimo giorno di sole'”
Tra le iniziative per ricordarlo anche una seconda versione de “L’ultimo giorno di sole”. “Saremmo dovuti andare in scena al Castello Sforzesco di Milano- spiega – ma purtroppo Chiara non sta bene ed è in ospedale. Aspettiamo che si riprenda per ripartire con le date. Abbiamo lavorato tanto negli scorsi mesi quindi ci dispiace moltissimo. Sul monologo ci siamo concentrate io e Chiara, gli arrangiamenti sono di Andrea Mirò. Ci sono molti musicisti eccezionali, tra cui anche il bassista di Iggy Pop. La regia è di Tommaso Massimo Rotella, mentre nella prima versione era di Fausto Brizzi, grande amico di Giorgio”. La Nave di Teseo ha ripubblicato “Porco il mondo che ciò sotto i piedi!”. “Ho molto apprezzato questa loro decisione – ammette Roberta Bellesini – anche perché si tratta del vero esordio letterario di Giorgio. Già due anni fa, a distanza di 20 anni dall’uscita di ‘Io uccido’, sempre con Elisabetta Sgarbi avevamo fatto uscire la graphic novel tratta dal romanzo. L’idea di riportare in auge questo libro è molto legata a Giorgio, perché la sua carriera è partita proprio dai suoi personaggi, dal ‘Drive In’”.
La nuova vita di Roberta Bellesini: “Non ne ho mai parlato prima, sono timida”
Ricordando gli esordi di Giorgio Faletti come comico la moglie rivela: “Lui diceva sempre che i personaggi li interpretava, ma che da Vito Catozzo era posseduto. Quando avevamo a cena degli amici, per esempio, inevitabilmente capitava che si presentasse a tavola Vito Catozzo. Scherzava: ‘Vito si impossessa di me’”. Poi ammette: “È difficile essere la sua memoria storica nella misura in cui hai paura di non farlo correttamente. All’inizio cercavo di ricordarmi tutto alla perfezione, le sue frasi, i pensieri, le indicazioni… poi ho compreso che non dovevo avere l’ansia, perché tutto ciò che Giorgio voleva raccontare era già nelle sue parole”. “Di lui mi manca la quotidianità – aggiunge -. Il modo che avevamo sempre di prenderci in giro, di ridere. O quando io arrivavo dall’ufficio e lui aveva sperimentato qualcosa di nuovo in cucina…”.
La coppia è rimasta insieme per 14 anni, fino alla sua morte. “Come si riesce a rifarsi una vita? Se si incontra qualcuno abbastanza intelligente da comprenderlo questo bagaglio. Da tre anni sto con un’altra persona, non viviamo insieme perché lui viaggia molto per lavoro. Non ne ho mai parlato prima, sono timida. Anche Giorgio lo era, la vita privata la nominava il meno possibile”, conclude.