Carla Bruni si racconta in un’intervista rilasciata al settimanale “Oggi”. Dopo la sua partecipazione al programma di Francesca Fagnani “Belve” dello scorso aprile, l’ex première dame di Francia ha svelato qualche altro aspetto della sua vita privata, dalle abitudini quotidiane a quelle alimentari. L’ex modella è sposata dal 2008 con l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. La coppia vive a Parigi. Al centro della chiacchierata il suo rapporto con il cibo e con il suo corpo. Carla Bruni, 56 anni, ammette di avere un regime alimentare molto rigido che si porta dietro dagli anni in cui calcava le passerelle dell’alta moda: “Mangio solo la sera, digerire mi affatica. E forse sì, ho paura di prendere peso. Non lo so, non ci penso tanto”. Poi racconta una sua giornata tipo: “Io appena sveglia non capisco niente. Mi chiudo qui nello studio fino alle tre del mattino: faccio musica, leggo. È magica, la notte comincio a fiorire verso le sette di sera”.
“Invecchiare un po’ mi scoccia. Più che altro, mi scoccia che resti poco tempo per vivere”
Il mondo della moda è stato la sua vita per molti anni, e chi meglio di lei può dire quale sia la vera eleganza: “Sobrietà”, sentenzia. Aggiungendo poi che a suo parere si può essere eleganti anche con un vestito comprato al mercato: “L’eleganza è una dote interiore”. “Questi pantaloni li ho presi alla bancarella di Cavalière, nel sud della Francia, dove passiamo l’estate”, rivela. Come già ammesso in altre interviste, Carla Bruni ha un pessimo rapporto con il tempo che passa e con l’invecchiamento. “Invecchiare un po’ mi scoccia – spiega – Più che altro, mi scoccia che resti poco tempo per vivere. Io avverto ogni secondo che passa, lo sa che siamo già in estate? Quante estati ha uno nella vita, 80, 85? Io sono già a 56″. La sua più grande passione è da sempre la musica, il suo primo album risale al 2007 e poi ne ha pubblicati altri sei, tra cui un “Best of” nel 2020. Si sente una musicista e tra vent’anni si immagina “con una chitarra in mano, a cantare in metropolitana”.
Ha digiunato due settimane per entrare in un abito di Versace realizzato per lei 30 anni prima
Carla Bruni ha avuto anche la possibilità di calcare il palco del Festival di Sanremo nel 2023, nella serata delle cover con Colapesce e Dimartino per cantare il celebre brano di Adriano Celentano “Azzurro”. Ripercorrendo quell’esperienza rivela di avere faticato non poco e digiunato per poter entrare in un abito di Versace: un vestito realizzato per lei 30 anni prima. “Mi rendo conto che saranno ben 30 anni che ho il piacere di indossare la famosa Combi Versace”, scrisse allora a corredo di un video. “Anche questa sera, dove sono invitata a cantare da Colapesce e Dimartino al Festival di Sanremo sarà una ‘combi Versace’ a vestirmi dalla sua semplicità e dalla sua forza (anche se ho digiunato per 2 settimane solo per entrarci dentro)”. Carla Bruni si sente italiana al 100%, per questo sottolinea che il suo nome è Carla e non Carlà: “Sono italiana, io. In Francia non sanno mica fare la pasta, all’Eliseo come cuocere gli spaghetti lo spiegavo io”.
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“Da bambina bevevo 30 Coca Cola al giorno. Sono eccessiva, non ho vie di mezzo”
Nell’intervista Carla Bruni ammette di avere sempre avuto un problema con la rabbia, e per questo è stata 14 anni in analisi: “Quando mi arrabbio rovescio tavoli, spacco sedie. Ora meno, dopo 14 anni di psicoanalisi. Ma è il mio temperamento”. Dell’imitazione che le ha fatto Rosario Fiorello svela: “Non è vero che lo volevo denunciare, anzi l’ho ringraziato! Una volta pensammo pure di fare uno sketch insieme: dovevo aprirgli la porta, dire ‘ma che volga rrr e’, e sbattergliela in faccia. Non c’è stato modo, peccato. Non mi dispiace affatto essere presa in giro, per una persona che si sente inconsistente è un onore”. “Mi sento un po’ lontana dalla realtà – ammette -. Di fondo sono una solitaria: la solitudine, per me, è una cura. Ho le piccole nevrosi di tutte le persone che vivono in un certo comfort. E sono un po’ traumatizzata, questo sì”.
Infine, l’ex modella parla della sua dipendenza dall’alcol e spiega: “La dipendenza non è un perché, è un come. È un modo di vivere che parte da lontano, un gesto rassicurante. Prima dell’alcol c’era lo zucchero, da bambina bevevo 30 Coca Cola al giorno. Sono eccessiva, non ho vie di mezzo. Quindi, mi devo controllare”. “Quando ho scoperto di avere un tumore al seno ho avuto paura. Come sentire un proiettile che ti sfiora la testa, fiuuu : un millimetro più in qua e sei morta”, conclude.