Due giorni prima di andarsene, Franco Di Mare, 68 anni, ha sposato Giulia Berdini, 33. La coppia si era formata otto anni fa. Galeotto fu un incontro a Saxa Rubra dove la vedova del giornalista Rai era responsabile catering del bar interno. A raccontare quel giorno è lei stessa in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”: “Dopo aver scambiato un paio di battute, sempre dandomi del lei, Franco, da buon napoletano, mi ha invitato a mangiare una pizza. Ci siamo andati dieci giorni dopo. Ed è stato un colpo di fulmine che mai mi sarei aspettato. Come mai avrei pensato di innamorarmi di un uomo che al primo appuntamento mi declama ‘Il Lonfo’ di Fosco Maraini. Quando raccontava qualcosa, Franco aveva un potere magnetico, folgorante. Da allora ogni giorno mi ha insegnato qualcosa. Soprattutto ad ascoltare gli altri. E a moderare l’irruenza a favore dell’attenzione al mondo che mi circonda. Io spero di aver portato gioia nella sua vita e averlo sostenuto quando ne ha avuto bisogno”.
Le nozze due giorni prima di morire
Giulia Berdini ha ricevuto la proposta di matrimonio a Capodanno del 2023. Il sì è stato pronunciato lo scorso 15 maggio, due giorni prima della scomparsa di Franco Di Mare, perché il divorzio dalla sua prima moglie è stato definito solo una settimana prima. I due si sono uniti in matrimonio con rito civile nella casa sulla Cassia, a Roma. A fare da testimoni: Gino e Stella, rispettivamente fratello e figlia dello sposo, l’amico-agente Jean Pierre el Kozeh e un’amica della sposa. Presenti anche Lucia e Sara, le due sorelle dell’ex inviato di guerra ucciso da un mesotelioma.
Giulia Berdini: “La mia vita? C’è un prima e dopo di lui”
“Franco ha diviso la mia vita in due: c’è un prima e un dopo di lui – svela Giulia Berdini, 36 anni più giovane del compianto giornalista – È stato un compagno che mi ha avvolta con il suo amore, che mi ha protetta senza mai soffocarmi e mi ha supportato, facendomi avere più fiducia in me stessa. Sapendo però anche mitigare i miei difetti. E poi non c’era momento in cui non cercasse di dimostrami il suo amore”. La vedova di Franco Di Mare condivide il ricordo più bello del marito: “Convinto che dormissi, mi ha sussurrato all’orecchio quanto mi amasse e quanto fossi importante per lui”.
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La figlia Stella salvata da un orfanotrofio di Sarajevo
Anche Stella Di Mare ricorda il padre sulle pagine del “Corriere della Sera”. 30 anni, consulente finanziario, fu notata dall’ex inviato di guerra allora 35enne in un orfanotrofio di Sarajevo. Franco Di Mare la portò con sé in Italia a bordo di un aereo della Croce Rossa e la adottò crescendola con la prima moglie. La loro storia ha ispirato la fiction di RaiUno “L’angelo di Sarajevo” con Beppe Fiorello, liberamente tratta dal romanzo del giornalista “Non chiedere perché”.
“Fino all’ultimo papà ha affrontato la vita e le sue difficoltà con ironia”
“Papà fino all’ultimo ha affrontato la vita e le sue difficoltà con ironia – svela Stella Di Mare al “Corriere della Sera” – Ci ha fatto sorridere anche la sera prima di andare via. Cosa mi ha insegnato mio padre? A prendere le decisioni con la testa ma anche con il cuore”. La trentenne condivide un ricordo di quando era bambina: “Avevo cinque anni, era sera, a casa dei nonni. Ero in pigiama pronta per andare a dormire. Si presentò a sorpresa. Mi fece vestire e mi portò al cinema a vedere ‘Il Gobbo di Notre-Dame’. L’ultimo spettacolo. In sala eravamo soltanto io e lui”.
“Talvolta era incostante, ma quando c’era, era sempre portatore di esperienze uniche”
“Nel 2012 – continua la giovane – invece ci siamo fatti 4 chilometri nella neve alta per andare alla prima di ‘Hugo Cabret’. Papà era una persona eccezionale, talvolta incostante, ma quando c’era, sempre portatore di stimoli ed esperienze uniche. Con il suo entusiasmo sapeva rendere particolari anche momenti normali. Come una gita in barca, mangiando i ricci pescati da lui, mentre ci narrava una storia di mare o, da grande appassionato di cucina, svelava i segreti di una ricetta fatta con amore. Papà sapeva mettere a proprio agio chiunque: per lui esistevano solo le persone, con la loro unicità e la propria ricchezza”.