Il Maestro Demo Morselli oggi ha 62 anni ed è felicemente sposato con Lucia Montella, al suo fianco da 37 anni. Oggi è in pensione ma la musica è ancora una parte fondamentale delle sue giornate. E’ stato protagonista di programmi di grande successo, dal “Karaoke” di Rosario Fiorello agli anni d’oro di “Buona Domenica”, fino al “Maurizio Costanzo Show” e “I Fatti Vostri”. In un’intervista rilasciata a “Fanpage.it” ripercorre la sua carriera sin dagli inizi. “Studiavo la tromba al Conservatorio di Ferrara – ricorda – Fui ingaggiato dall’orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, suonammo il Lago dei Cigni di Čajkovskij. Dopo le prime note fui pervaso da una sensazione strana, un brivido per tutto il corpo. Dissi: ‘Questo è quello che voglio fare per tutta la vita’. Quelle note che scaturivano dall’orchestra di cui ero parte, mi davano una felicità che non avevo mai provato. Così, decisi di continuare la mia carriera da musicista”.
“Lucia faceva l’indossatrice a Milano, ci siamo innamorati e mai più lasciati”
La sua adesso è una vita semplice. “Mi sveglio molto presto – racconta – Controllo che i miei amati animali stiano bene, do loro da mangiare, poi mi metto al computer e per la maggior parte della giornata mi dedico alla composizione, agli arrangiamenti. Nel pomeriggio faccio una passeggiata al mare, abito a Porto Santo Stefano. Poi torno a casa, leggo i giornali e ceno. Insomma, mi godo la pensione. Sono pensionato da quando avevo 58 anni. Ho iniziato prestissimo a versare i contributi e appena ho potuto sono andato in pensione. Quando non sono in tournée, la mia vita è così. Ma sono quasi sempre in giro”. Poi parla della moglie Lucia Montella che è anche la sua manager. “Lucia faceva l’indossatrice a Milano durante la settimana della moda – confida -. Me la presentò una sua amica e da lì ci siamo innamorati e mai più lasciati. Viene con me anche ai concerti. Non ho mai rinunciato alla sua presenza, mi dà gioia e mi fa stare tranquillo. Vederla sotto al palco, mi riempie d’orgoglio”.
“Lucia si occupava della parte manageriale e amministrativa di tutta l’orchestra – spiega – Questo è stato il nostro segreto. E ancora oggi si occupa di tutto, sebbene con meno frequenza e meno frenesia. Aggiungo che da parte mia non ci sono mai state sbandate o cotte per altre. Anche se non avessimo lavorato insieme, ci saremmo amati come ci amiamo adesso. Siamo l’uno l’opposto dell’altro, ci completiamo. Quello che non riesco a fare io, lo fa lei e viceversa”.
“Abbiamo provato a fare la fecondazione assistita per un paio di volte ma non è riuscita”
La coppia non ha figli anche se circola la voce che abbiano una figlia che si chiama Alisia. “Lo ha scritto Wikipedia – spiega il Maestro Morselli – e i giornali lo hanno copiato da lì. Io non ho una figlia, Alisia è mia nipote, figlia di Stefania, sorella di mia moglie, e Massimo. Sin da quando era piccola, veniva negli studi del ‘Maurizio Costanzo Show’ e di ‘Buona Domenica’. Costanzo le aveva fatto ottenere un permesso speciale per potere entrare. Oggi fa la biologa marina. Io e Lucia la consideriamo una figlia. Purtroppo non ne abbiamo potuti avere di nostri. Abbiamo provato a fare la fecondazione assistita per un paio di volte, ma non è riuscita. Come dice la canzone di Pino Daniele: ‘Chi vuole un figlio non insiste’ e abbiamo deciso di deporre le armi, se Dio ha voluto così…però ci ha regalato Alisia, la pensiamo sempre, vogliamo sapere tutto di lei. Poverina, ha quattro genitori. Ci vediamo tutti i giorni, c’è grande complicità. Sa, quando morirò affiderò a lei i miei animali”.
Demo Morselli e la moglie sono circondati da animali: “Ho due tartarughe che pesano 50 chili l’una – rivela -. Le lascerò in eredità ad Alisia, perché campano 150 anni. Ho un pappagallo che ha 20 anni, vivrà fino a 100 anni, andrà anche lui ad Alisia. Poi sono pieno di pesci nell’acquario perché hanno figliato. E poi i gatti, ne avevo tre. Uno è morto. Capisco che non si possa paragonare l’affetto di un animale a quello che ti dà un figlio, però i miei animali che sono scomparsi li ho ancora tutti nel cuore. Non ne posso parlare perché piango. Quando muore un gatto che ti ha tenuto compagnia per vent’anni, non puoi non soffrire”.
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“Lasciai ‘Buona Domenica’ e il ‘Maurizio Costanzo Show’. Non sostenevo più quei ritmi”
“Il ricordo più prezioso di questi 62 anni? Il giorno in cui ho sposato Lucia. Il nostro non è stato un semplice matrimonio ma un concerto – racconta – Hanno partecipato Eugenio Finardi, Roberto Vecchioni, Lorenzo Cherubini, i Ladri di Biciclette e tanti altri. E tutti, come regalo, hanno portato una canzone per me e mia moglie e hanno suonato durante il party di nozze. Ero ancora un trombettista sconosciuto. Avere questi grandi artisti alla nostra festa che facevano a gara a chi ci diceva la frase più bella, mi ha riempito il cuore. I nostri parenti erano esterrefatti”. Ci sono stati anche momenti difficili. “Feci una pausa e lasciai ‘Buona Domenica’ e il ‘Maurizio Costanzo Show’ – rivela – Non lo feci per motivi economici ma personali, ma non ce la facevo più ad andare avanti. Non sostenevo più quei ritmi, non avevo una vita, solo 15 giorni liberi all’anno in cui dovevo preparare il lavoro che sarebbe venuto dopo. Alla lunga ne ho risentito fisicamente e psicologicamente. Volevo prendere solo una piccola pausa, ma si è rivelata più lunga del previsto. Ho temuto di non potere più rientrare nel giro. Aveva ragione Costanzo quando diceva: ‘Quando si spegnerà la luce rossa della telecamera, non ci sarà nessuno davanti a Cinecittà con gli striscioni a reclamarti’”.
“Mi sono dedicato ai concerti dal vivo, rimboccandomi le maniche – continua – cercando di raccogliere i frutti che avevo seminato in televisione, sfruttando l’ondata della popolarità. Nel frattempo si era interrotto anche il Maurizio Costanzo Show. Anni dopo, il programma tornò in tv e Costanzo mi richiamò, ma io avevo un contratto con la Rai, lavoravo con Michele Guardì e non sarebbe stato giusto. Ma il periodo prima di entrare nel cast de ‘I fatti vostri’ è stato davvero duro”.
“La tv un po’ mi manca. Alzarmi presto la mattina, preparare la cartellina”
Oggi sono pochi i programmi che hanno l’orchestra in studio: “C’è il Festival di Sanremo, ‘I Migliori anni’ con Pinuccio Pirazzoli e ‘Ballando con le stelle’ con Paolo Belli. Non so se sia una questione economica o una scelta editoriale. Non voglio essere pessimista. Io ho 62 anni e ho fatto la mia carriera, ma le assicuro che ci sono maestri bravissimi, molto preparati che attendono che succeda qualcosa in Italia per portare in alto la bandiera di un genere musicale che appartiene alla nostra storia e cultura. La tv un po’ mi manca. Alzarmi presto la mattina, preparare la cartellina, il metronomo, la matita, i miei spartiti e poi andare in studio. Ecco, mi mancano questi semplici gesti. Non mi mancano né i soldi, né la visibilità. Perché se sei stato bravo, il denaro lo hai messo da parte e quanto alla visibilità se hai seminato bene la gente ti riconosce. Mi manca mettermi alla prova con realtà e artisti diversi, che magari non mi conoscono ancora. Non mi sono mai confrontato con Blanco, con Mahmood, né con gli altri. Non saprei se le mie cose potrebbero piacergli. Sarebbe bello scoprirlo”.
“Mi hanno proposto diverse volte ‘L’Isola dei Famosi’ e il ‘Grande Fratello”
Demo Morselli racconta poi di avere avuto diverse proposte per partecipare ai reality. “Mi hanno proposto diverse volte ‘L’Isola dei Famosi’ e il ‘Grande Fratello’, però non ho mai preso in considerazione la cosa e non ho neanche chiesto quanto fosse il compenso, perché ho sempre avuto tanti impegni. Adesso mi sto accingendo a fare una tournée. Si chiama ‘Tu vuò fà l’americano’ e racconta la storia degli italiani che hanno fatto grande l’America. Uno spettacolo con la mia orchestra, Marcello Cirillo e Francesca Borrelli. In più andrò a Los Angeles a registrare il disco di tributo a Frank Sinatra”. “Il mio rapporto con la notorietà? Mi ha tolto un po’ di serenità – ammette -. Mi spiego. Mentre facevo televisione, davo per scontato che la gente mi fermasse, volesse le foto, gli autografi. Questo aspetto è rimasto nonostante non sia più in televisione. Se scendo di casa in infradito, vado ai grandi magazzini e compro tre paia di calzini al prezzo di uno, mi guardano in modo strano. Poi mi dicono: ‘Ma lei è Morselli?’. Non ho la libertà di fare quello che mi pare. Questa cosa mi dispiace. Però, ammetto che sarebbe un peccato anche se nessuno venisse più ai miei concerti perché mi hanno dimenticato”.
“Ho suonato al matrimonio di Cristina Parodi. C’erano Costanzo, Berlusconi e Confalonieri”
Il Maestro parla poi del suo rapporto con il denaro: “Ho una riserva da parte e quando mi rendo conto di avere speso troppo rallento. Non butto via i soldi, ma se vedo un bel vinile me lo compro, magari il giorno dopo ne compro un altro. Poi Lucia mi dice: ‘Quanti dischi hai comprato? Hai già speso 200 euro questa settimana’. Allora mi do una calmata, sono molto oculato, non sono uno spendaccione. Compro solo cose che rimangono e che hanno un valore nel tempo”. Demo Morselli è famoso per un gesto subito riconoscibile: il salto con il quale conclude ogni performance. “Il salto, invece, aveva una motivazione tecnica – spiega – Faccio un salto e l’orchestra sa che quando ricado sul palco deve chiudere. Facendo questo slancio, do il tempo agli orchestrali di chiudere insieme perfettamente. Mi chiamavano ‘Il salto più famoso d’Italia’”.
“Con la mia orchestra ho sempre suonato a matrimoni, cerimonie, non mi sono mai tirato indietro – racconta ancora – e mi sono anche divertito. Giorgio Gori e Cristina Parodi, dopo avermi visto suonare ai Magazzini Generali, mi chiesero se fossi libero per la festa del loro matrimonio. C’erano Maurizio Costanzo, Silvio Berlusconi, Confalonieri. È stata la mia fortuna. Il 50% della mia carriera è iniziata lì e il 50% è iniziata grazie a Cecchetto che mi ha fatto conoscere Fiorello e scelse la mia orchestra per il Karaoke”.
“Con Maurizio Costanzo eravamo complici, anche se fuori dal lavoro non ci siamo mai frequentati”
Del suo rapporto con Maurizio Costanzo dice: “Eravamo complici anche se fuori dal lavoro non ci siamo mai frequentati. Ci scambiavamo giusto gli auguri di Buona Pasqua, Buon Natale, Buon Anno anche perché lavoravamo gomito a gomito per 24 ore al giorno. A volte registravamo anche tre puntate del Maurizio Costanzo Show di seguito. Una missione impossibile. Costanzo mi ha insegnato a non dire mai di no e accettare qualsiasi lavoro anche se sembra difficile e hai l’impressione che tu non possa riuscire. Di affrontare tutto senza tirarsi indietro. Quando morì Papa Giovanni Paolo II sconvolse la scaletta di ‘Buona Domenica’ il giorno stesso della messa in onda, facendoci suonare canzoni da chiesa. Per non parlare di quando morì Lucio Battisti. Mi coinvolse nell’organizzazione di un concerto al Campidoglio con una trentina di brani cantati da tutti gli amici che avevano collaborato con Battisti o avevano intonato le sue canzoni”.
Poi condivide un ricordo: “Quando venne Gorbaciov. Era morta da poco la moglie Raisa. Maurizio gli chiese la canzone preferita di sua moglie. Era ‘Dicitencello vuje’. La facemmo e lui si mise a piangere, ci commuovemmo anche noi. La notizia fece il giro del mondo, tutte le televisioni internazionali ripresero le immagini. Fu incredibile. Ricordo anche Ken Follett che venne a una sola condizione. Fare un duetto con Costanzo. Maurizio al sax, mentre lui faceva un blues con il basso”.
“Quando Fiorello era sul palco, improvvisava. Tutto quello che avevamo provato non si faceva”
Demo Morselli ricoda gli anni d’oro di “Buona Domenica” con “nostagia, ma con una gioia infinita”: C’era un bel clima, per me erano amici prima che colleghi. Andavamo a cena insieme tutte le sere. Avevamo un rapporto confidenziale, ci volevamo bene. Il successo di quegli anni era dovuto al clima che Costanzo aveva preteso. Quando convocò il cast ci disse: ‘Noi veniamo da culture diverse, c’è chi fa musica, chi fa varietà, chi il presentatore. Questa è una squadra che deve diventare una famiglia per il pubblico, agli spettatori deve arrivare la spontaneità di quello che facciamo’. Sono stati anni bellissimi”. Degli anni del “Karaoke” con Rosario Fiorello invece ricorda: “Dopo il karaoke facevamo una tournée in giro per l’Italia e ricordo le autostrade bloccate dal traffico. Un’impresa per noi arrivare, erano tutti lì per vedere Fiorello. Quando era sul palco, improvvisava. Tutto quello che avevamo provato non si faceva, cambiava i pezzi, li tagliava, andava tra il pubblico e faceva cantare la gente. Un uragano. E poi era molto attento all’opinione degli addetti ai lavori. Se ridevano voleva dire che aveva fatto centro”.
“Con Fiorello ci sentiamo, mi ha invitato molte volte in trasmissione – confida – Mi ha chiesto di portare la tromba. C’è un rapporto molto solido, quello che c’è stato non si dimentica. Così anche con Lorenzo Cherubini e con Gino Paoli. Scatta subito la consapevolezza di avere fatto un pezzo di vita insieme, non si cancellano certe emozioni”.
“Lasciai la tv dopo il Covid, gli strumenti a fiato non si potevano suonare perché propagavano il virus”
Tra gli incontri importanti figura quello con Michele Guardì: “Cercavano un maestro. Marcello Cirillo gli disse: ‘Conosci Demo Morselli?’. E lui: ‘Come no? Guarda qua’. E tirò fuori un biglietto che gli avevo scritto dieci anni prima: ‘Mi permetto di lasciarle il mio numero di telefono nel caso avesse bisogno in futuro di una collaborazione, sarei onorato se lei accogliesse questa mia richiesta’. Poi ci fu il Covid e l’ingresso in studio fu contingentato, gli strumenti a fiato non si potevano suonare perché propagavano il virus. Poi la Rai fece altre scelte, con formazioni molto più piccole. Non c’era più un’orchestra da dirigere, ma un gruppo. Non aveva più senso la mia presenza. Mi è dispiaciuto molto dopo 12 anni. Però con Michele ci sentiamo, siamo amici, il feeling è rimasto lo stesso. Chi fa questo mestiere deve mettere in conto che può succedere. Ovvio che quando guardo il programma da casa, mi dispiace non esserci. Ma è fisiologico, la gente ha bisogno di vedere qualcosa di nuovo”.
“Jovanotti è davvero eccezionale: tutte le persone che lavorano con lui devono essere contente”
Demo Morselli ha scritto i fiati per “Penso positivo” e per “L’ombelico del mondo” di Lorenzo Cherubini. “Con Jovanotti è cominciato tutto per caso – spiega – Claudio Cecchetto mi propose di arrangiare dei fiati per lui, da lì è nata una collaborazione ma anche un’amicizia. Lorenzo Cherubini volle imparare i rudimenti della tromba e si mise a studiare con me. La suonò sul palco mentre era in tournée con Eros Ramazzotti e Pino Daniele in giro per l’Europa. Lui è davvero eccezionale. Generoso, attento, scrupoloso, tutte le persone che lavorano con lui devono essere contente e se c’è qualcosa che non va indaga, cerca di aiutare. Quando lavoravo con lui non ero ancora conosciuto, avevo possibilità economiche molto limitate, andavo in alberghi modesti altrimenti il cachet sfumava. Più di una volta, Lorenzo ha offerto le camere dell’albergo a me e ad altri e stava con noi. Non solo, ha sempre cercato di dare una mano anche in altre forme”.
“Ho smesso di suonare la tromba quando il mio labbro ha cominciato a vacillare”
Il Maestro ammette di essere un perfezionista: “Sono molto critico, tanto è vero che ho smesso di suonare la tromba quando il mio labbro ha cominciato a vacillare. Mi sono accorto che non andava più come doveva andare e, con dispiacere, ho preferito smettere e dedicarmi al 100% agli arrangiamenti e alla mia carriera di maestro. Sono un perfezionista, non voglio lasciare niente al caso. Se faccio un errore perché sono distratto o perché mi sono lasciato trasportare mi incavolo un po’. Se invece mi rendo conto di non avere preparato bene una cosa, rimango male e per un paio di giorni tengo il broncio. E poi succede che quell’arrangiamento, quella canzone non la voglio più fare. Se non ho trovato la chiave giusta, dubito di riuscirci dopo. Vuol dire che il mio estro è arrivato fino a lì”.
“Dell’era della televisione mi sono rimasti solo due o tre amici”
“La verità è che riconosciamo quanto abbiamo fatto solo quando andiamo a fare una performance dal vivo e vediamo l’affetto del pubblico che si ricorda di noi anche se non siamo più in televisione tutti i giorni – aggiunge Demo Morselli – Ti chiedono la foto con gentilezza. Signori che hanno la mia età dicono: ‘Morselli la vedevo sempre al Costanzo Show e a I Fatti vostri. Che fine ha fatto?’. E io spiego: ‘Adesso cerco di andare avanti facendo dei concerti, ma i tempi per noi sono cambiati’. Poi si rivolgono ai loro figli: ‘Questo signore ci ha fatto tanta compagnia prima che tu nascessi’”. “Per i prossimi anni mi auguro di continuare a fare questo mestiere con gli amici ai quali tengo di più. Si contano sulle dita di una mano e con loro mi trovo bene sul palco, al ristorante, durante una vacanza. Dell’era della televisione che fu sono rimasti due o tre, ma le assicuro che ne vale la pena averli ancora come amici”, conclude.