“Nella puntata di oggi era previsto un monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Monologo che invece non ci sarà”. Serena Bortone ha aperto la puntata di “Chesarà…” di sabato 20 aprile esprimendo pubblicamente, dopo averlo fatto sui social, il suo disappunto per la cancellazione all’ultimo minuto dell’ospitata dello scrittore Antonio Scurati diventata in poche ore un caso politico.
“Ieri sera ho scoperto infatti, del tutto causalmente, che il contratto di Scurati era stato annullato e pur avendo passato tutta la sera a telefonare, mandare messaggi, mandare email, non sono riuscita ad ottenere alcuna spiegazione – ha aggiunto la conduttrice – Di conseguenza stamattina per prima cosa ho dovuto chiamare Scurati per dirgli che cosa era accaduto”.
La Rai nega censura ma spunta un documento che la smentisce
Dopo il post al vetriolo di Serena Bortone, il direttore dell’approfondimento Rai Antonio Corsini si era affrettato a smentire qualsiasi censura. “Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti – aveva dichiarato in una nota diffusa alla stampa – Al di là di queste mere questioni burocratiche, la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione”.
A smentire Antonio Corsini è però un documento interno pubblicato dal quotidiano “La Repubblica” dal quale si evincerebbe che la decisione di annullare il contratto dell’autore del libro “M. Il figlio del secolo” con la Rai sia legata a questioni di natura editoriale e non economica. Nel testo, che sarebbe stato ritenuto dirigenza Rai fortemente schierato in un momento di campagna elettorale e per questo inopportuno. si legge infatti che “il contratto è stato cancellato per motivi editoriali”.
Giorgia Meloni pubblica il monologo di Scurati: “Non chiedo censure”
Dopo gli attacchi delle opposizioni, Giorgia Meloni ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il testo integrale del monologo di Antonio Scurati. “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso – ha scritto – Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto”.
Sabato 20 aprile, Serena Bortone ha deciso di sfidare la Rai e ha letto in diretta il monologo dello scrittore: “Siccome ho letto ricostruzioni fantasiose e offensive, qualche giornale ha scritto addirittura che ci sarebbe stata una questione di soldi, preciso che la reazione di Scurati è stata di regalarmi il testo che aveva scritto per noi, autorizzandomi a leggerlo. Cosa che adesso farò”. “Il sentimento di stasera, di questa settimana, è dissenso”, ha sentenziato dopo aver letto il testo.
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Serena Bortone legge la risposta di Antonio Scurati alla premier
Ma non è finita qui. Perché a fine puntata, mentre scorrevano i titoli di coda, Serena Bortone ha letto un messaggio inviato da Antonio Scurati in risposta al post della premier Giorgia Meloni: “Gentile Presidente, leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa riconosce di non sapere quale sia la verità sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso, sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno.
Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria Io non ho polemizzato con nessuno né prima né dopo, sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Io ho solo accolto l’invito di un programma della televisione pubblica a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall’agenzia che mi rappresenta, e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto”.
“Lei usa il suo potere per denigrare un privato cittadino. Questa è violenza”
“La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a motivazioni editoriali, come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale ora pubblico – ha replicato lo scrittore alla premier – Il mio pensiero su fascismo e post fascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso pur di riuscire a confondere le acque e nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di Governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore, suo connazionale, tradotto e letto in tutto il mondo. Questa, gentile Presidente, è una violenza, non fisica, certo, ma pur sempre una violenza e questo è il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”. “Non finirà qui, vi aggiorneremo”, ha chiosato Serena Bortone.