Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos in occasione dell’uscita del nuovo singolo ‘Puntofermo’, parla anche della sua vita e ammette: “Oggi sono felice”. Una vita professionale e privata costellata da alti e bassi, come tutti, ma con due grandi punti fermi: l’arte e la famiglia. L’artista inizia ricordando il padre: “Era un preside, mi ha sempre saputo prendere. È tutt’ora un faro”. Poi c’è la figlia con la quale ha “un bellissimo dialogo e confronto”. Del suo brano ‘Puntofermo’ dice: “Riflette sul tempo che stiamo vivendo dove spesso ci si ritrova in mezzo a un mare di informazioni e cose che ci girano intorno. I miei punti fermi? Uno è sicuramente l’arte, sia la musica che il cinema e tutto quello che mi permette di raccontare me stesso e di condividere con gli altri certe sensazioni e stati d’animo”.
“Mi è capitato di vivere dei momenti terribili – ammette – che poi paradossalmente sono diventati quelli in cui ho scritto le cose migliori: a volte da un grande dolore nasce una bellissima canzone. Per cui l’arte la vedo un po’ come un’ancora”. “Poi c’è la mia famiglia – aggiunge – mia moglie, mia figlia, mio padre e la mia famiglia allargata che è un luogo di protezione, dove posso essere veramente me stesso. Il punto fermo lo devi però nutrire, curare, amare e difendere da tutti i temporali”.
“Mi piacciono anche diverse cose del mondo del rap, che ha una narrativa di un certo tipo”
Federico Zampaglione parla del futuro, ma precisa: “Non faccio più programmi troppo lunghi. Ho fatto uscire questi due singoli perché erano due canzoni che mi piacevano ma non sono subordinate a un’entità più importante. Sono due fotografie della mia vita”. La conversazione si sposta sull’attuale panorama musicale. “Il diritto d’autore è morto? Beh, sicuramente quello che arriva dal mondo digitale sono briciole”, afferma il cantante sottolineando che senza i concerti dal vivo gli artisti avrebbero difficoltà a sostenersi. “Il pubblico è l’unica vera realtà – sostiene – a cui non frega niente dei meccanismi della discografia e le cose se le va cercare. Credo, quindi, che una bella canzone metta in moto dei meccanismi intorno a sé che le fanno intercettare il suo pubblico”.
Il cantautore confida di apprezzare artisti quali Calcutta e Gazzelle: ”Mi piacciono anche diverse cose del mondo del rap, che ha una narrativa di un certo tipo, da non confondere con il pop da tiktok, dove c’è solo la voglia di fare la coreografia e il balletto”.
“La moda passa sempre. Io ho fatto delle rinunce, non ho mai sfruttato il linguaggio del momento”
“Nelle mie canzoni… la domanda che mi sono sempre posto era: ‘ma questa canzone qui potrò ancora cantarla tra 20-25 anni? La moda passa sempre. Io ho fatto delle rinunce – sottolinea Federico Zampaglione – non ho mai sfruttato il linguaggio del momento. Se nel brano ‘La descrizione di un attimo’ avessi detto ‘ci rivediamo ancora dopo cinque anni su MySpace’, oggi non avrebbe senso. Quello è stato l’abum che ci ha cambiato la vita. Un disco molto importante per il successo che ha avuto e per tutto quello che ha generato. Ci metto poi un grande insuccesso: l’abum del 2010 ‘L’essenziale’. Lo avevo registrato in America ed ero convinto che sarebbe andato benissimo ed invece è stato un flop totale”. “Quel disco – svela – mi ha fatto capire che niente è scontato”.
Nel 2014 arriva ‘Indagini su un sentimento’: “In un momento di grande sconforto – ricorda – avevo perso mia madre da poco, la musica mi è tornata a bussare alla porta e mi ha ridato tante canzoni. Da lì è partito un secondo tempo della mia vita”.
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“Potrei tornare a Sanremo anche se è un palco difficile”
Federico Zampaglione non esclude un suo ritorno sul palco di Sanremo. I Tiromancino hanno partecipato due volte, nel 2000 e 2008, e il cantautore ammette di guardarlo “con grandissimo divertimento”. “Per chi va su quel palco Sanremo è un’esperienza molto invasiva e devi riuscire a gestirla emotivamente – dichiara – è un grande meccanismo che ti si muove intorno. Oggi non sono sicuro di essere in grado di gestire nel migliore dei modi questa emotività. Vedo dei ragazzi giovanissimi che sono cresciuti nell’era dei talent per cui l’idea di associare la gara alla musica, è normale come lo è anche il fatto di cantare in televisione. Per me, invece, che sono un po’ della vecchia guardia, quel palco potrebbe mettermi in difficoltà. Ma non escludo il ritorno”.
Infine ai giovani consiglia: “Lo show business è da sempre una brutta bestia. Non bisogna farsi stritolare da un meccanismo che spegne ogni creatività perché tutto viene riferito a soldi, numeri e incassi. Per questo restate sempre vicini alla musica, a quello che amate fare, alla vostra passione. Fate le cose per il piacere di regalare emozioni”.