Umberto Tozzi dice addio alle scene. Il cantante torinese ha annunciato il suo ultimo tour durante una conferenza stampa al Teatro Olympia di Parigi. Il ritiro è legato a dei problemi di salute che gli impediscono di continuare ad esibirsi dal vivo. “È da molto tempo che penso di dire basta – ha confessato il 72enne – non c’è bisogno che vi mostri la cartella clinica: non sono stato bene. Ho passato due anni molto difficili senza che mi potessi esibire. L’ho superata e sono contento. Volevo realizzare dei sogni, come quello di suonare con una grande orchestra, con fiati, archi e coristi. Così nasce quest’ultima avventura”.
“L’Ultima Notte Rosa The Final Tour” è il nome dell’ultimo viaggio di Umberto Tozzi a contatto con il suo pubblico. La tournée attraverserà tre continenti nei prossimi due anni: più di 30 spettacoli in location d’eccezione tra Europa, America e Oceania, in cui sarà per l’appunto accompagnato da un’orchestra di 21 elementi.
“Per ora toccherà tre continenti, spero possano diventare quattro o cinque”
“Avrò la possibilità di suonare nuovi pezzi live e spero che questo tour possa durare il più a lungo possibile, non avrà una data di scadenza, per ora toccherà tre continenti, spero possano diventare quattro o cinque – ha detto l’artista in conferenza stampa – Andrò fino in Australia, in Cile, in tutto il Nord America e sarà poi il turno dell’Europa. Non nascondo che sarà un’esperienza molto faticosa, ma l’energia del pubblico è qualcosa di impagabile, è ciò che mi dà la forza e me la porto sempre nel cuore. Dopo aver fatto il giro del mondo mi piacerebbe chiudere in Italia, sarebbe la scelta più logica, forse a Torino, dove sono nato”.
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“Ho paura di piangere quando finirà tutto perché quello che mi è successo è stato un dono”
La foto scelta per la locandina del suo Final Tour lo ritrae mentre strappa una sua vecchia immagine. “Quando ho visto quello scatto l’ho trovato geniale – ha svelato – ha reso questo manifesto speciale. Il periodo della malattia, che ho vissuto sempre con positività, mi ha cambiato. Sono più socievole e aperto, prima dicevo tanti no, ero un ‘vaffan**lista’. Con la stampa non è sempre andato tutto nel verso giusto, poi sono stati gli stessi giornalisti che mi criticavano a ricredersi. Oggi è tutto diverso, guarire come sono guarito io è una meraviglia”. “Ho paura di piangere quando finirà tutto – ha confidato – perché quello che mi è successo è stato un dono, è stato qualcosa di speciale, mi scatterà più la lacrima che il sospiro (…) Dopo sarebbe una gioia lavorare col cinema, casomai realizzando una colonna sonora, però non ci ho ancora a quello che farò dopo”.
“I giovani oggi scrivono cose diverse e non sarebbe giusto giudicarli”
Durante la conferenza stampa, Umberto Tozzi ha detto la sua sui cantanti di oggi sottolineando che non si permetterebbe mai di giudicarli. “I ragazzi di oggi non si possono permettere di sbagliare – ha affermato – Noi della vecchia generazione abbiamo pubblicato album di insuccessi e non ne abbiamo risentito. Oggi i ragazzi non possono fare la mia stessa musica, sarebbe inverosimile. Io e i miei colleghi assorbivamo tutto come spugne e lo trasformavamo in canzoni, i giovani oggi scrivono cose diverse e non sarebbe giusto giudicarli (…) I Maneskin hanno fatto qualcosa di simile diventando famosi all’estero, anche i The Kolors, ma non saprei dire chi sia il mio erede”.