Il servizio pubblico continua a perdere pezzi. Anche Corrado Augias, 88 anni di cui 63 trascorsi in Rai, lascia l’azienda di viale Mazzini. Il popolare conduttore, giornalista e scrittore passa a La7. “Da lunedì 4 dicembre. Ho ceduto dopo anni al corteggiamento di Urbano Cairo e poi anche del direttore Andrea Salerno. Per il gusto della sfida”, spiega in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”. Corrado Augias condurrà “un programma settimanale in prima serata: ‘La torre di Babele’. Un’ora di tv, dopo Lilli Gruber. Ci sarà uno spirito-guida, un ospite ad alto livello, a cominciare da Alessandro Barbero, e alla fine un personaggio a sorpresa, per tirare le somme. Su La 7 parlerò di cultura”.
“Devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono e questa Rai non mi piace”
Riguardo al motivo per cui ha deciso di lasciare “mamma Rai” seguendo l’esempio di Bianca Berlinguer, Fabio Fazio e Lucia Annunziata dice: “Nessuno mi ha cacciato, ma nessuno mi ha trattenuto. A 88 anni e mezzo devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono; e questa Rai non mi piace. Perché non amo l’improvvisazione. E in Rai oggi vedo troppa improvvisazione, oltre a troppi favoritismi. La tv è un medium delicatissimo. Deve suscitare simpatia, nel senso alto dell’espressione”. Tra quanti sapevano fare tv, Corrado Augias cita Stefano Coletta, “grande uomo di prodotto, che rilanciò Rai3”. “L’hanno messo in un angolo”, sentenzia. Corrado Augias entrò in Rai nel 1960 “con il concorso: quinto su 110. La Rai era una delle eccellenze dell’Italia del boom”.
“Una volta ho provato la marijuana e un’altra volta un po’ di cocaina”
La conversazione si sposta sul privato. “Si favoleggia di una sua esperienza con i figli dei fiori: tutti nudi”, ricorda Corrado Augias. “Loro erano nudi, cosa dovevo fare? Mi spogliai anch’io – ammette Corrado Augias -Per intervistarli però, come vede da questa foto, indossai calzoni e bretelle. Giravo l’America, scrivevo per l’Espresso. Raccontai le rivolte nei penitenziari. E scoprii gli hippy. Erano poveri ragazzi, ingenui, sbandati. Sognavano una parodia di Arcadia, con le caprette e le chitarre. L’odore di marijuana era fortissimo. L’ho provata, una volta, senza grandi effetti. Un’altra volta ho provato un po’ di cocaina: effetti zero. Forse l’ho inalata male. Se ho provato l’amore omosessuale? L’atto no, la tentazione sì. Amitiés amoureuses nelle quali senti che l’altro ti completa”.
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“Per Giorgia Meloni non ho simpatia politica, ma ho simpatia umana”
Corrado Augias definisce Giorgia Meloni “intelligente e prigioniera del suo passato”. “Credo che lei vorrebbe davvero costruire un partito conservatore, ma non le riesce, per colpa dei camerati che la bloccano con cento impacci – spiega – Per Giorgia non ho simpatia politica, ma ho simpatia umana. Ha un cattivo carattere, che l’ha aiutata ad arrivare fin lì, ma ora rischia di perderla. Dovrebbe reprimerlo”. “Non vorrei parlare della sinistra – continua – Che fine ha fatto quella forza che l’ha animata per mezzo secolo? Sembra evaporata. Berlusconi? L’ho detestato. L’Italia non aveva certo bisogno del suo cattivo esempio. Ricordo una sua visita alla scuola della guardia di finanza. Raccontò una barzelletta: ‘Bussano alla porta, chi è? Rapinatori! Meno male, temevo fossero i finanzieri’. E i futuri finanzieri risero”