Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, esperto di tematiche giovani, autore del libro “Prendetevi la Luna”, è stato intervistato dal “Corriere della Sera” in occasione del Festival “Le X Giornate” svolto a Brescia e giunto alla 18esima edizione. Ospite con la conferenza dal titolo “Nutrire i propri sogni”, Paolo Crepet ha sottolineato quanto sarebbe importante che un bambino di oggi tornasse a sognare ad occhi aperti. Il fatto di avere tutto e di pensare di sapere tutto sarebbe alla base dell’insoddisfazione e del vuoto che portano o giovani di oggi ad essere aggressivi.
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“Siamo sazi, non è un momento sereno della comunità”
“Sono rimasto a quell’idea di mondo con una sua umiltà – spiega il noto psichiatra – Pensiamo di sapere tutto e non abbiamo più bisogno d’altro. E, quindi, dell’altro. Ciò porta a un abbassamento delle curiosità. Siamo sazi. Ma una volta la sazietà comportava una certa serenità, perché si era raggiunto l’obiettivo primario di non morir di fame. Il problema è che, passando l’asticella della sazietà, lo spreco conseguente ci ha portati all’aggressività. È come se il re non fosse più nudo, ma cattivo. Non è un momento sereno della comunità”. In questo quadro già desolante, si inseriscono anche i genitori che sono più infantili dei propri figli perché distratti dagli smartphone. Più che ad ascoltare i propri pargoli e a seguirli nella complessa età evolutiva, sono impegnati a scattare selfie.
“La generazione dei genitori dei bambini oggi a scuola è la più immatura”
“Non voglio sembrare offensivo – dice il professore – ma mi pare evidente che la generazione dei genitori dei bambini oggi a scuola sia la più immatura. Mentre i bambini sono nati social, i genitori sono quelli cresciuti con il cellulare, ed è stata una generazione folgorata. È arrivato il cellulare nel momento in cui si cresceva, né prima né dopo. Sulla generazione dei quaranta-cinquantenni ha avuto effetto di infantilizzazione. E il gioco digitale, come prima cosa che si insegna ai bambini, porta via loro la manualità, quella parte formidabile di creatività e capacità cognitiva. Un danno enorme. Inoltre, se la generazione prima si ferma, anche quella dopo rimane deficitaria”.
“Chi è aggressivo è un impotente: di pensiero, intelligenza, fantasia”
Tale deficit sarebbe all’origine degli episodi di violenza che vedono protagonisti i giovani (stupri, uccisione di animali indifesi e necessità di riprendere un’aggressione invece di intervenire). “È l’emergere di una cultura basata su impotenza, indifferenza – spiega Paolo Crepet – Chi è aggressivo è un impotente: di pensiero, intelligenza, fantasia, perché non riuscendo a risolvere un problema con le sue capacità, automaticamente usa il muscolo. L’episodio del Circeo è stato fondamentale e non abbiamo voluto capirlo. Siamo andati avanti e oggi il Circeo è quasi quotidiano”.
“E’ come se il miglioramento materiale avesse eroso le capacità di relazione”
“E perché, se il benessere è più diffuso, rispetto a 50 anni fa? Eppure ciò non ha portato alla sensibilità, al contrario. È come se, in una parte della popolazione, il miglioramento materiale avesse eroso le capacità di relazione. Poi c’è l’indifferenza: da Don Milani siamo tornati al ‘Me ne frego’, di chi potrebbe ma non vuole aiutare. Ed è scomparso anche il coraggio: anche questo è paradossale, perché il benessere avrebbe dovuto rendere più coraggiosi. Chi ha aiutato i partigiani era gente che aveva poco e non avrebbe avuto nulla in cambio”, conclude Crepet.