Vigilessa denuncia il collega amante: "Mi sono lanciata dall'auto"

“Costretta a lanciarmi dalla volante per sfuggire alle botte”, vigilessa denuncia il collega amante

Daniela Vitello

“Costretta a lanciarmi dalla volante per sfuggire alle botte”, vigilessa denuncia il collega amante

| 22/06/2023
“Costretta a lanciarmi dalla volante per sfuggire alle botte”, vigilessa denuncia il collega amante

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E’ finita malissimo, con una denuncia, la relazione extraconiugale intrecciata da due vigili urbani a Roma. La storia andava avanti dal 2019. Come racconta il quotidiano “La Repubblica”, lui prometteva a lei che avrebbe lasciato la moglie. Tutto è filato liscio per i primi sei mesi durante i quali la relazione sarebbe stata “florida e senza liti”. I due convivevano nella casa della vigilessa quando la moglie di lui era fuori. Le cose sono cambiate dopo un anno quando è partito il primo schiaffo. “Mi ha colpita così forte che ho perso l’equilibrio e sono caduta a terra”, ha raccontato la poliziotta. Da lì sarebbe stato un crescendo di violenze ma la donna all’inizio non ha sporto denuncia. “Lui mi chiedeva di perdonarlo. Si diceva pentito e io non sono mai andata in pronto soccorso e nemmeno alla polizia”, ha spiegato.

“Mentre era alla guida dell’auto di servizio, mi ha dato un pugno alla tempia”

Un giorno, mentre erano a bordo della volante della polizia locale vicino Castel Sant’Angelo, sarebbe accaduto un episodio gravissimo. “Eravamo in servizio, avevamo avuto un diverbio perché avevo scoperto che sua moglie mi aveva bloccato sui social – ha affermato la vigilessa – Ero convinta che fosse stato lui per timore che io le rivelassi tutto. A un certo punto, lui era alla guida, mi ha dato un pugno alla tempia con la mano destra e ho battuto la testa contro il finestrino. Per difendermi ho scagliato contro di lui la stampante dell’auto”. “Mi ha dato due pugni allo stomaco, non sapevo come farlo smettere – ha continuato la donna – Per fortuna non andavamo molto veloce e ho deciso di lanciarmi fuori dalla macchina. Eravamo vicino Castel Sant’Angelo, lui mi ha raggiunta dicendomi di salire in auto e scusandosi ancora una volta. Non feci alcun rapporto al comando”. Tuttavia, la poliziotta ha chiesto ai suoi superiori “di non mettermi più in servizio con lui”. “Nonostante il mio timore la relazione è andata avanti”, ha aggiunto.
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Al vigile, spostato in un altro ufficio, è stata tolta la pistola

Lo scorso 6 giugno, mentre erano in casa, l’ennesimo battibecco sfociato in violenza. La poliziotta ha rimediato “tre pugni alla testa” e ha risposto lanciando all’amante una tazza con dentro una tisana. A quel punto, “mi ha messo una mano sul collo per soffocarmi, con l’altra mi tratteneva le braccia al muro, l’ho graffiato, poi gli ho dato un calcio in mezzo ai pantaloni”. A salvarla, stando al suo racconto, sarebbe stata un’amica che ha citofonato per caso. “La sera lui ha risposto al mio messaggio dicendo che ero pazza e che non voleva più vedermi”, ha dichiarato. Colta da malore, la vigilessa si è recata al pronto soccorso dove ha rimediato una prognosi di cinque giorni per contusioni. A quel punto, la donna ha denunciato l’amante che adesso è accusato di lesioni e minacce aggravate. Il poliziotto che lavorava con lei nel Gruppo Prati e che oltre ad essere istruttore del corpo è anche uno dei sindacalisti di punta di Roma è stato spostato in un altro ufficio. Il comandante ha disposto che gli fosse tolta la pistola. La donna si trova invece in una località protetta.

Pubblicato il 22/06/2023 15:13

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