La mamma palermitana che ha inveito contro gli insegnanti del figlio per i troppi compiti adesso è nei guai. Qualche settimana fa, la donna ha pubblicato un video in cui si sfogava per i compiti assegnati al figlio che gli avrebbero impedito di avere del tempo libero per giocare. Un video che è divenuto subito virale tanto che la mamma è stata invitata anche in tv per discutere la questione e chiarire la sua posizione. Emma Guiducci, questo il nome della donna, ha spiegato di aver sollevato un problema comune a moltissime famiglie italiane. Ospite di “Pomeriggio Cinque”, bacchettata dalla conduttrice Barbara D’Urso, aveva fatto mea culpa per i modi: “In primis, è doveroso da parte mia porgere le scuse ai maestri dei miei figli anche se io nel video parlo di categoria. Utilizzo un termine che non va utilizzato e che è ‘schifo’. Di questo mi dispiace. Le parolacce sono venute fuori, fanno parte dello sfogo”.
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Nonostante le scuse, gli insegnati insorgono e la querelano
Anche il programma “Le Iene” si era occupato del “fenomeno Emma” e anche in questo caso la signora era intervenuta cercando di spiegare il suo comportamento: “Io ho offeso la categoria, il video è molto forte perché la tematica è sentita. E’ stato un mio sclero…sbagliato…ok! Ma si è vista la disperazione. Potevo chiamare mio marito e prendermela con lui come fanno le mie amiche”. Ora però le cose non si mettono bene per l’esuberante signora palermitana. Un’associazione di insegnanti, ProfessioneInsegnante.it, ha infatti deciso di querelarla spiegando: “Non vogliamo spillare soldi a nessuno, ma la violenza, verbale e non, contro gli insegnanti è un fenomeno drammatico e sempre più diffuso. Ed è sbagliato pensare che nascondendosi dietro allo schermo di un cellulare si possa dire qualunque cosa”.
“Non possono passare offese all’intera categoria, offese inaccettabili”
Dopo un sondaggio tra le decine di migliaia di soci, è partita l’iniziativa giudiziaria. “Ho letto di tutto. Persino genitori che le danno ragione e la osannano – ha dichiarato Amato, professore in un istituto tecnico di Caltagirone – L’eco sui social è tale che tutti i principali quotidiani ne hanno dato notizia. Se avvenisse la stessa cosa quando un docente protesta per i propri diritti, sicuramente la categoria sarebbe ascoltata invece d’essere ignorata da tutti. Non possono passare offese all’intera categoria, offese inaccettabili. Mi chiedo cosa sarebbe successo se questa mamma avesse fatto la stessa cosa nei confronti di un carabiniere. Noi insegnanti non siamo solo dei lavoratori, il nostro lavoro ha una funzione sociale che va tutelata. Non c’entrano nulla i compiti, di quello si può discutere. Personalmente io nemmeno li assegno. Ma è importante non far passare come ‘normali’ offese a un’intera categoria che svolge un lavoro complicato e importante per i nostri figli e per la società”.
