Tra quanti in queste ore stanno ricordando Maurizio Costanzo, scomparso ieri a 84 anni, c’è anche Selvaggia Lucarelli. Nel 2018, la giornalista fu invitata al Teatro Parioli per parlare di bullismo. Nel 2019, in un’intervista a “Gay.it”, svelò di provare per Costanzo un sentimento di gratitudine: “È stato il primo a farmi rimettere piede a Canale 5 dopo anni di inspiegabile veto e gliene sono grata. La gratitudine è una facoltà a numero chiuso, come l’ironia”.
“A Costanzo le celebrazioni piacevano poco, aveva la spietatezza dell’intelligenza”
“Conoscevo poco Maurizio Costanzo, eppure lo conoscevo moltissimo, come tutti quelli della mia generazione – scrive Selvaggia Lucarelli sui social – Quindi mi sono chiesta come gli sarebbe piaciuto essere raccontato. Ho scartato l’aneddotica perché a lui le storie piacevano un sacco ma non quelle che grondano melassa e come fai oggi a filtrare la melassa, qualcosa di appiccicaticcio lo scriverei senz’altro. La lista delle cose che ha fatto, dei personaggi che ha scoperto, l’ode al Costanzo show secondo me lo farebbero sbadigliare. Voglio dire, quando nella tua vita hai intervistato qualcosa come 20000 persone, la tua, di vita, non ti sembra più così tanto interessante. E poi a Costanzo le celebrazioni piacevano poco, uno dei suoi più grandi talenti era cambiare improvvisamente il registro delle conversazioni, sdrammatizzare, ridimensionare, individuare non il punto debole del conversatore, ma quello di forza, per amplificarlo. Poi certo, era spietato con chi non gli piaceva e aveva la spietatezza dell’intelligenza: implacabile”.
“Gli piacevano le piccole debolezze, quelle che scoprono un po’ ma non denudano”
“Aveva i tempi giusti, sempre – prosegue – Io ammiro le persone con i tempi giusti, perché vuol dire che ascoltano gli altri come fossero musica, stando attenti alle note ma anche agli spazi. Gli piacevano le persone timide e come tutti i grandi intervistatori, i timidi erano quelli da cui sapeva tirare fuori il meglio. Soprattutto, era autoironico. Incalzava gli altri come incalzava se stesso, sembrava di vederlo con la cartellina in mano pure quando rideva per esempio dei suoi lati fanciulleschi, delle diete fallite, dei dolci nascosti nel porta occhiali, di Maria che lo cazziava. Ecco, a Costanzo piacevano le piccole debolezze. Sue, di altri. Quelle che scoprono un po’, ma che non denudano. ‘Che mi fanno simpatia’, avrebbe detto. Quindi sono arrivata alla conclusione che a Maurizio Costanzo sarebbe piaciuto essere raccontato non scomodando le sue imprese, ma le piccole cose che hanno accarezzato la sua irrinunciabile quotidianità”.
“Somigliava molto ai gatti, era curioso come loro”
“Tra queste c’era l’amore per Filippo, il suo gatto – conclude – E lui somigliava molto ai gatti. Ne aveva la complessità, la furbizia, la pigrizia alternata a picchi di energia metafisica, la generosità imprevedibile e selettiva, il graffio facile. I gatti, soprattutto, sono curiosi. ‘La morte mi fa curiosità’, disse una volta. Che è un pensiero bellissimo con cui lasciare questo mondo. Vado di là a vedere se c’è qualcuno che ha una storia incredibile da raccontarmi. O un topo gigante da rincorrere. In ogni caso, avrò un bel po’ da fare. Sipario”.
Nei mesi scorsi, Costanzo aveva difeso Selvaggia Lucarelli
Lo scorso dicembre, Maurizio Costanzo aveva difeso Selvaggia Lucarelli dopo gli attacchi da lei ricevuti nell’ultima edizione di “Ballando con le stelle” in cui si è ritrovata “sola contro tutti”. “L’ho difesa dagli insulti di chiunque – aveva detto Costanzo intervenendo a “Un giorno da pecora” – La Zanicchi che dà della tr*a a Selvaggia… ma che stanno a fare… dai! Menomale che c’è Zazzaroni che è uno serio. Se guardo ‘Ballando con le stelle’? Sì, lo guardo ogni tanto. Il sabato mi alterno (con i programmi Mediaset, ndr.)”.
L’amore per gli animali accomunava Maurizio e Maria
Nella vita di Maurizio Costanzo non c’era solo il gatto Filippo. Il giornalista e la moglie Maria De Filippi condividevano l’amore per gli animali. Insieme alla conduttrice Mediaset, Costanzo aveva adottato Ugo, Filippa e Giovanni, tre bassotti a pelo duro che vivevano in casa con loro. Filippo, un gatto Certosino dagli occhi gialli proveniente da una cucciolata abbandonata vicino a Roma, viveva nel suo studio per via di un compromesso raggiunto con la moglie di cui parlò nel 2015 in un’intervista.
Perchè Filippo viveva nel suo studio
“Mi piacerebbe molto portarlo a casa – disse – Purtroppo lì vive già un cane, Ugo, un bassotto di otto anni e mezzo. E, fino ad alcuni mesi fa, insieme a lui c’era anche un Pastore tedesco. La convivenza tra cane e gatto sarebbe difficile. E poi Maria si è raccomandata di lasciare Filippo in ufficio. Mi sono dovuto adeguare”. Maurizio Costanzo non mancava mai di andarlo a trovare e quando non poteva personalmente delegava qualcuno al posto suo.
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“I gatti sono straordinari per la loro dignità e riservati nei sentimenti”
“I gatti si fanno i fatti loro, poche smancerie – dichiarò in un’intervista rilasciata a Lovemypets Italy – Io ogni giorno vado in ufficio e lo passo a salutare. Poi qualche volta lui viene ad affacciarsi al mio studio e delle volte, la sera, dorme sulla mia poltrona. I gatti sono straordinari per la loro dignità e penso che siano riservati nei sentimenti. Pensi che quando mio cognato, che non vive a Roma e che ha due gatti, viene a trovarmi passiamo almeno mezz’ora a parlare dei nostri gatti”.
“I cani mi considerano un pari grado e mi non dispiace affatto”
“Gli animali sono superiori a noi in tante faccende, come la capacità di esprimere affetto, di dimostrare fedeltà, di essere sinceri e di prevaricare l’altro solo per lo stretto necessario alla sopravvivenza – scrisse Maurizio Costanzo nel suo libro “Preferisco i cani (e un gatto)” – L’uomo no, l’uomo prevarica per gioco, per noia, per insicurezza, per vuota ambizione. L’osservazione del mondo animale è stata per me una lezione di vita (…) I cani mi considerano uno come loro, un pari grado. E devo dire che a me non dispiace affatto”.