Nell’ultima puntata de “Le Parole”, il programma di Rai3 che si pone come obiettivo il racconto della realtà che ci circonda attraverso le parole giuste per comprenderla, Massimo Gramellini racconta la storia di Biagio Conte. Il missionario laico, che ha abbandonato le sue ricchezze per aiutare le persone povere e in difficoltà, è scomparso qualche giorno fa a Palermo dopo aver lottato contro un tumore.
“A Palermo lo considerano la reincarnazione di San Francesco”
“L’uomo con la barba e con la tunica verde che vedete seduto assieme al Papa si chiama Biagio Conte e a Palermo lo considerano la reincarnazione di San Francesco – esordisce – Forse è un’esagerazione. Eppure a 800 anni di distanza la sua storia sembra proprio ricalcare quella del poverello di Assisi. Biagio è figlio di una famiglia di imprenditori e da ragazzo passa le giornate tra macchine di lusso, donne e discoteche. Ha tutto tranne che una cosa: la stima di se stesso. Lascia gli studi e si rinchiude nella sua stanza rifiutandosi di mangiare. Alla madre che come tutte le madri vorrebbe che si nutrisse dice che trova inaccettabile che lui abbia tutto e tanti altri nulla”.
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“I genitori ne perdono le tracce e si rivolgono a ‘Chi l’ha visto?'”
“A 20 anni esce dalla stanza, indossa un saio e con una croce di legno si avvia verso i monti in compagnia di un cane randagio – prosegue il giornalista – Solo, in mezzo ai boschi, passa il tempo nutrendosi di bacche e parlando con le pecore, con gli alberi, con i campi di grano, proprio come San Francesco. I suoi genitori, che neanche a dirlo si chiamano Giuseppe e Maria, ne perdono le tracce e presi dalla disperazione si rivolgono a ‘Chi l’ha visto?’ . Biagio sorride alle telecamere dicendo: ‘Non preoccupatevi per me, sono in cammino’. Infatti, sta andando ad Assisi a piedi nudi. Ha capito che cosa vuole dalla vita: condividere la povertà”.
“Le sue gesta fanno il giro della città e scandalizzano i benpensanti”
“Torna in una Palermo sconvolta dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio – racconta Gramellini – Una sera, passando davanti alla stazione, vede un mare di persone che dormono all’addiaccio. Torna a casa, prende un thermos, una copia del Vangelo, un sacco a pelo e le raggiunge. Non tornerà mai più indietro. Trascorre le giornate e a preparare minestre calde per i senzatetto in un camper scassato e trasforma un capannone della stazione in un rifugio. E anche lui dorme lì, sdraiato per terra. Le sue gesta fanno il giro della città e scandalizzano i benpensanti. Un giovane ricco che rinuncia a tutto deve essere come minimo un pazzo. Biagio si sposta con una branda davanti all’ex disinfettatoio comunale abbandonato da decenni. Dice: ‘Datelo ai poveri’. Non lo ascoltano. Allora comincia lo sciopero della fame. 13 giorni. Fino a quando il prefetto cede: ‘Vabbè, occupatelo. Però non fate danni’”.
“Le sue gambe cedono, affitta una sedia a rotelle e va a Lourdes”
“Due Papi si accorgono di lui: Papa Benedetto lo riceve in Vaticano e Papa Francesco va a pranzo da Biagio a Palermo, in quella che ormai è diventata la missione ‘Speranza e carità’ – spiega il giornalista e scrittore – ‘Dal nome – dice lui – dei miei due cani’ (…) Sono anni per lui pieni di battaglie, di pellegrinaggi, anche di guai (…) Le sue gambe piano piano cedono. Quando capisce che non camminerà più affitta una sedia a rotelle e va a Lourdes”.
“Le sue ultime parole sono state: ‘Non perdete mai la speranza’”
“Si trascina con le stampelle fino alla piscina della grotta, vi si immerge e quando ne esce ne esce sulle sue gambe. L’acqua miracolosa, però, non lo protegge dal tumore che gli ha chiuso gli occhi per sempre. Ad appena 59 anni – conclude – Le sue ultime parole sono state: ‘Non perdete mai la speranza’. Una persona mi ha detto: ‘Se Dio esiste, perché prima ha salvato Biagio e poi l’ha portato a morire così giovane?’ La domanda è molto umana e presuppone che questa vita sia tutto. Quindi più è lunga e meglio è. Quelli come Fratel Biagio, invece, pensano che la vita sia un viaggio. Che come tutti i viaggi serva a farti conoscere posti nuovi e ad apprezzare di più il momento in cui tornerai a casa. Ecco, evidentemente, lui aveva già viaggiato abbastanza e adesso è tornato a casa”.