Dal luglio del 2019 a ieri quando è morto all’età di 53 anni dopo alcuni giorni di agonia a causa di una leucemia mieloide acuta, Sinisa Mihajlovic ha avuto un angelo custode: Francesca Bonifazi, direttrice del programma Terapie Cellulari Avanzate dell’Irccs Policlinico di Sant’Orsola di Bologna.
“Ha sofferto molto, ma lo ha fatto con grande dignità”
“Sinisa io l’ho seguito fino alla fine – racconta la dottoressa all’Ansa – per me è stato un paziente perfetto, con una grande personalità e al tempo stesso con la capacità di affidarsi totalmente. Aveva una malattia molto brutta, tra le più aggressive che io abbia mai visto. Il messaggio che ha dato a tutti noi, il suo grande insegnamento, è il coraggio di andare avanti. Il coraggio di non aver paura di affrontare qualcosa che non si conosce, di sapersi affidare, di lottare senza temere il dolore. Ha sofferto molto, ma lo ha fatto con grande dignità. E il coraggio lo prendevamo insieme, ce lo davamo reciprocamente”. Alla fine, purtroppo, il male ha avuto la meglio sulla grande “voglia di vivere di Sinisa”.
“Non voleva lasciare la sua famiglia, che amava sopra ogni altra cosa”
“Pur di vivere – dice commossa – avrebbe affrontato qualsiasi dolore, qualsiasi sofferenza. Non voleva lasciare la sua famiglia, che amava sopra ogni altra cosa. Il calcio era il suo mondo, certo ma la sua famiglia era il suo ossigeno”. “Per me oggi è morto non solo un paziente, ma anche un amico – aggiunge – Io dico sempre che la malattia più brutta è quella che si affronta da soli. Il suo male era cattivo, resistente a tutte le terapie, ai trapianti, però ha avuto attorno una serie di relazioni di affetto per cui non è mai stato solo. In ospedale si è fatto ben volere da tutti, non c’è una sola persona dai medici agli infermieri agli ausiliari al personale tecnico…gli hanno voluto tutti molto bene”.
La famiglia: “Una morte ingiusta e prematura”
Il nome di Francesca Bonifazi figura insieme a quello di altri sanitari nel comunicato con cui la famiglia di Sinisa ha annunciato la sua dipartita. “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic – si legge nella nota – Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.
CLICCA E SEGUICI SU FACEBOOK
Vikyorija Mihajlovic: “Ovunque tu sia io so amare fino a lì”
“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte”, ha scritto su Instagram Arianna Rapaccioni che 27 anni fa, dopo l’incontro con l’ex calciatore e allenatore serbo aveva lasciato il mondo dello spettacolo per dedicarsi alla famiglia. Vikyorija ha dedicato al padre un commovente post: “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. Ti amo con tutto il mio cuore papà, anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio GRANDE amore. Ovunque tu sia io so amare fino a lì”.
Virginia Mihajlovic: “Ho ancora bisogno di te”
Altrettanto straziante il post della figlia Virginia che lo aveva reso nonno: “È dura papà. È dura. In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco. Impossibile accettare tutto questo ma trovo la forza nell’amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni. Dopo aver scoperto il tuo destino, ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più. Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti. Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi. La mia anima peggio, e non riesco a continuare a parlare del mio super eroe, per me papà, per voi Siniša Mihajlovic. Fa troppo, troppo male. Ti amo papà, per sempre, sempre, sempre, sempre. Te lo griderò ogni giorno, convinta che il mio grido arriverà fin lì. Non saremo mai distanti. Ciao papà, mio grande ed Immenso amore. Promettimi che ti farai sentire, io ho ancora tanto bisogno di te”.
L’omaggio di Amadeus e Morandi a “Sanremo Giovani”
Ieri sera, Amadeus e Gianni Morandi hanno aperto la finale di “Sanremo Giovani” rivolgendo un pensiero a Sinisa Mihajlovic. “Io e Gianni vi diamo il benvenuto, ma siamo sinceri: non era questo l’inizio della trasmissione che avevamo pensato – ha esordito Amadeus – Per milioni di persone oggi è una giornata triste per la scomparsa di un grande amico, grande uomo e campione. Volevamo iniziare questa puntata che parla di giovani dedicandola a lui. Lui che da allenatore sui giovani ha investito tanto”. Gianni Morandi, amico personale di Mihajlovic oltre che tifoso ed ex presidente onorario del Bologna, è apparso particolarmente provato. “Oggi sono stato male per questa notizia, lo avevo sentito da poco – ha svelato – Lui è molto legato a Bologna, è lì che si è curato. Pensavo davvero che questa battaglia la vincesse perchè lui era veramente forte”.