È finito male il caso di Davide Marotta, l’attore di “Ciribiribì Kodak” con all’attivo una lunga carriera cinematografica e teatrale. Marotta ha recitato in film di grande successo, come “La Passione di Cristo” con Mel Gibson e nei panni del Grillo Parlante nel “Pinocchio” di Matteo Garrone. “In quella casa ci sono nato – aveva dichiarato l’attore qualche giorno fa da Barbara D’Urso – la mia famiglia ci viveva da oltre 100 anni”.
La casa di Davide Marotta è stata abbattuta
Davide Marotta, affetto da nanismo e invecchiamento precoce, viveva in quella casa con la madre ultra novantenne e il fratello disabile al 100%. Nonostante il ricorso vinto al Tar nel 2022, nella mattinata di ieri 21 novembre, la casa di Marotta è stata abbattuta. Sull’abitazione, un ex rudere dell’Ottocento, pendeva una sentenza di demolizione della Procura della Repubblica di Napoli.
Il ricorso al Tar e una sentenza che non vede ragioni
Marotta aveva vinto il ricorso al Tar ottenendo la sospensione del diniego del Comune al condono, ma l’iter per l’abbattimento è andato avanti fino al 21 novembre, quando è stata eseguita la demolizione. Marotta si era appellato anche alla Convenzione Europea che tutela il diritto inalienabile al domicilio e sabato aveva consegnato le chiavi dell’abitazione alle forze dell’ordine. È intervenuto anche Severino Nappi che scrive: “Questa è la casa di Davide Marotta che viene abbattuta. Mandare per strada un’intera famiglia, con un’anziana disabile di quasi 90 anni, non è giustizia. Questa è una giustizia sorda al buonsenso, senza flessibilità, senza ragione. Non ci fermeremo. La nostra battaglia continua”.