La storia di Patrick Peuman, 37 anni, addetto alla sicurezza olandese, sta facendo il giro del mondo. Dal 2019 ad oggi, l’uomo che si definisce “biohacker” si è fatto impiantare 32 microchip sottopelle. Ognuno serve a soddisfare una necessità diversa. Peuman li usa per effettuare pagamenti contactless nei negozi, aprire il cancello di casa e la saracinesca elettronica del garage e pagare i viaggi sui mezzi pubblici.
“Non so se riuscirei più a tornare indietro”
“Le reazioni che noto alla cassa non hanno prezzo – ha raccontato il 37enne alla Bbc – Non so se riuscirei più a tornare indietro. Mi viene da sorridere quando vedo le altre persone prendere il portafogli per pagare, digitare pin sui Pos oppure anche solo utilizzare lo smartphone per eseguire le transazioni. I mezzi si evolvono e per me la scelta migliore è quella di sfruttare tutta la comodità che possono offrirci”.
Non ci sarebbe nessun rischio per la salute
Peuman non nutre preoccupazioni né per la sicurezza né per la privacy. “Gli impianti contengono lo stesso tipo di tecnologia che le persone utilizzano quotidianamente – ha dichiarato – Dai telecomandi per aprire le porte, alle carte bancarie o quelle per il trasporto pubblico”. Ricorrere a questa tecnologia, inoltre, non comporterebbe alcun rischio per la salute.
“Questi chip funzionano senza limiti di spazio”
Walletmor, azienda anglopolacca specializzata nell’impiantare microchip sottopelle, ha fatto sapere che l’installazione di un microchip sottocutaneo (grande quanto un chicco di riso e pesante meno di un grammo) provoca lo stesso fastidio di un pizzico leggero. Wojtek Paprota, amministratore delegato dell’azienda, ha precisato che “questi chip funzionano perfettamente senza limiti di spazio, in Europa come in Sudamerica, in Asia come in Australia”.
Il sondaggio della Bbc
Secondo un sondaggio realizzato dalla Bbc, su 4mila cittadini europei interpellati, circa il 51%, oltre uno su due, prenderebbe oggi in considerazione l’idea di farsi impiantare un microchip per rendere più comoda la propria vita quotidiana. Questa tecnologia potrebbe rivelarsi particolarmente utile per le persone diversamente abili.