Lo sfogo dell’ex Letterina
- Il difficile ritorno alla vita durante e dopo la malattia del figlio
- Il giudizio della gente e quel senso di colpa che l’ha portata a nascondere la felicità
- Il monologo di Elena Santarelli è un pugno allo stomaco
E’ un pugno nello stomaco il monologo proposto ieri sera a “Le Iene” da Elena Santarelli. L’ex Letterina ha affiancato per una sera Nicola Savino alla conduzione del programma di Italia1, sostituendo Ornella Vanoni costretta a casa da un forte stato influenzale.
La malattia di Giacomo e il ritorno alla vita
Come se già la malattia del figlio Giacomo (guarito da un tumore, ndr.) non fosse già abbastanza, Elena Santarelli si è ritrovata a dover affrontare il giudizio della gente, in particolare di tante donne, e i sensi di colpa che ad un certo punto le hanno impedito di riappropriarsi dei propri spazi e della propria vita. Il ritorno alla normalità per l’ex Letterina è stato tutt’altro che semplice, come spiega lei stessa nell’intenso monologo.
“Alcune parole mi hanno fatto sentire sporca”
“Questa sera non vi parlo della malattia di mio figlio ma di come si torna a vivere durante e dopo la malattia – esordisce – Io mi sono vergognata di farlo, ho sentito parole che mi hanno fatto sentire sporca. Tipo ‘ma come fai a lasciare tuo figlio solo?’ Mi sono vergognata di tornare a lavorare, di uscire a cena con mio marito, persino di andare dal parrucchiere quando ho sentito un’altra donna sussurrare ‘Che ca**o ci fa qui la Santarelli? Io con un figlio malato starei a casa’. E a casa ci tornavo, mi buttavo subito sotto la doccia per pulirmi dallo sporco che mi avevano appiccicato addosso. ‘Fai schifo’, mi dicevo…’Cosa ti è venuto in mente?’ Grattavo via lo smalto appena messo sulle unghie perché mi sentivo male a essermi presa un pezzo di vita per me. Quegli sguardi, quelle parole ti dicono che c’è solo un posto dove puoi stare: al fianco di tuo figlio che si sta ancora curando, quegli sguardi ti proibiscono di essere altro dalla malattia”.
“Ho nascosto la mia felicità perché mi sentivo in colpa”
“C’è un’altra cosa che ti impedisce di tornare a vivere: è il senso di colpa per la fortuna che hai avuto perché tante amiche che ho conosciuto in ospedale, mamme come me, oggi non hanno più i loro figli – aggiunge con la voce rotta dall’emozione – E quella fortuna sentivo di non meritarla più di loro. Così ho cercato di nascondere la mia felicità ma quelle mamme mi hanno detto ‘Non ti devi vergognare’. Ed è solo grazie a loro, a Valeria, ad Elena e Valentina, che non mi hanno condannato ma che mi sono state accanto che ho potuto tornare a vivere tutte le mie emozioni e finalmente mi sono liberata. Oggi sono grata che i miei uomini, Giacomo e Bernardo, siano con me. E sono grata di aver imparato questa lezione. Una delle poche che posso insegnare alle mie amiche donne”.
IL MONOLOGO DI ELENA SANTARELLI A “LE IENE” (VIDEO)
“Non voglio più sentirmi una madre sbagliata”
“Non sentitevi sporche, non sentitevi in colpa – conclude – Mi sono sentita una madre sbagliata ma non voglio farlo più. E non fatelo neanche voi. Non abbiate paura di tornare a vivere”.