Veronica Gentili intervista la conduttrice siciliana
- L’identikit dell’umo ideale del volto di Dazn: “Deve rispettare i miei spazi”
- “Io fredda? Nelle radici ho la Sicilia, l’Etna, le esplosioni”
- La laurea in Giurisprudenza: “Non tutti sanno che sono un avvocato”
Diletta Leotta si racconta in un’intervista a cuore aperto a Veronica Gentili durante la seconda puntata di “Buoni o Cattivi” andata in onda martedì 14 settembre su Italia 1. La conduttrice siciliana parla della sua famiglia, traccia l’identikit del suo uomo ideale e ripercorre una vicenda dolorosa: la grave violenza psicologica subita quando alcune sue foto intime sono state divulgate online a seguito di un attacco hacker. Un fatto che l’ha segnata nel profondo e da cui si è rialzata con molta fatica.
L’uomo ideale
“Cosa deve fare un uomo per guadagnarsi la mia fiducia e farmi stare in un rapporto in cui sono tranquilla? Deve essere molto rispettoso dei miei spazi, della mia professione che mi porta via tanto tempo ma allo stesso tempo deve essere uomo. Deve farmi sentire donna ma anche donna indipendente. Non è facile. Devo sentire di potermi fidare di lui, cerco il rispetto, l’onestà, la gentilezza…quegli uomini un po’ all’antica, forse perché sono siciliana. Quanto cerco di mio padre negli uomini? Penso tutto, probabilmente. Forse un po’ tutte noi donne passiamo dalla fase in cui siamo le fidanzatine dei nostri papà e poi loro subiscono il trauma di vederci andare via e di vederci portare il fidanzatino a casa”.
L’invidia femminile
“L’invidia femminile mi ha ferito e a volte mi fa sentire in colpa. Però poi mi rendo conto che il sentimento dell’invidia ferisce soltanto chi la prova. Penso che noi donne abbiamo veramente l’opportunità di essere molto forti insieme. A volte sembra che il sistema ci voglia portare a una rivalità continua. Anche nel mondo della televisione, delle conduttrici, delle giornaliste…è come se la donna dovesse essere sempre contrapposta ad un’altra donna, come se ne dovesse rimanere una sola viva. E invece a me piacerebbe proprio sovvertire questa ideologia, mi piacerebbe dire ‘non ne deve restare solo una, dobbiamo essere molte di più’. Io sono circondata da amiche. Non sono quella perfettina, fredda, odiosa. Non sono per niente fredda come dicono. Nelle radici ho la Sicilia, l’Etna, il vulcano, delle esplosioni. Penso che non tutti hanno la possibilità di conoscerti davvero”.
“La mia famiglia super moderna”
“La mia famiglia è la mia linfa vitale perché sono frutto di un amore puro e loro sono le mie radici. Quindi ogni volta che posso torno subito in Sicilia perché è il mio porto sicuro. Non c’è un posto nel mondo più bello per me di casa mia. Se non chiamo mia madre per un giorno, impazzisce. Con lei ho un rapporto molto simbiotico. Quando ho lasciato la Sicilia per trasferirmi a Roma, mi sono tatuata il suo nome sul polso. La mia è una famiglia super moderna, mi hanno sempre lasciata molto libera nell’andare dove volevo, nel seguire la mia strada. Sempre però con l’idea di proseguire gli studi. Mio padre ha detto ‘fai quello che vuoi ma laureati in Giurisprudenza’. Sono un avvocato, non tutti lo sanno. E’ stato mio padre ad indirizzarmi perché nella mia famiglia siamo tutti o avvocato o architetto. Più o meno, hanno scelto tutti queste strade qua tranne mio fratello che è medico. Magari un giorno vado a fare l’avvocato in Sicilia e prendo in mano lo studio di mio padre”.
“L’invasione della mia privacy”
“Se parlano sempre delle mie storie per farmi sentire una facile? Probabilmente sì. Il punto è che vogliono massacrarti, demoralizzarti, toglierti un po’ di energie. Secondo me, e questo non lo dico a me stessa ma lo direi a tutte le donne, anche se sei una donna facile ma cosa importa? Cosa te ne frega a te? Sei libera di essere come ti pare e di fare quello che ti pare. Il giudizio degli altri non importa. Sarebbe bello iniziare a pensare che le donne sono davvero libere di fare tutto quello che vogliono, esattamente come un uomo, senza dover giustificarti. Se ho la sensazione di essere professionalmente sminuita per questo? Certo, perché poi l’attenzione si sposta su aspetti futili che non devono creare notizia. Aspetti che non sono rilevanti perché sono i cavoli tuoi. Per altro alcune immagini sono state anche scattate all’interno della mia abitazione. Quello è un reato. Filmano quello che avviene dentro casa mia, io non mi sento più libera dentro casa. Adesso sto cambiando anche casa perché è diventato invivibile. Questa è la cosa che mi ha fatto più male”.
“Quando le mie foto sono finite in rete”
“Le mie foto private in rete? Quel momento me lo ricordo benissimo, come fosse adesso. Un mio amico mi ha detto che stavano girando delle mie foto, foto strane, e io ho risposto che sicuramente non erano mie, che non ero io, pensando a dei fotomontaggi. Lui mi ha mandato la prima foto e io ho sentito un vuoto dentro, mi si è bloccato il respiro credo per più di dieci minuti, non riuscivo proprio a respirare. È stato un momento tragico. Ancora adesso quando ci ripenso, non so come ho fatto a superarlo. Erano foto che una ragazza di 17-18 anni, in alcune ero anche minorenne, si scatta con l’innocenza, l’ingenuità di vedersi davanti a uno specchio.
Non erano completamente nude, erano probabilmente dopo la doccia. In quel momento ti senti una stupida, completamente disarmata, non sai veramente come gestire una situazione del genere perché poi quando queste foto circolano in rete, su Whatsapp, è implacabile, velocissimo. Era girato anche il mio numero di telefono, ho dovuto disabilitare tutto. La prima cosa che ho fatto è stata andare a denunciare alla polizia. Ho pensato che la mia vita fosse finita, che non sarei più uscita di casa perché all’idea che le persone potessero guardarmi, anche se avevo i vestiti, mi sentivo nuda. E’ una sensazione terribile. La forza l’ho trovata grazie a mio padre che mi ha rassicurato e mi ha detto di non preoccuparmi e di fregarmene del giudizio degli altri. Mi sono sentita in colpa quando in realtà ero solo una vittima di un reato”.