Se ne è andato a 77 anni, “in punta di piedi”, a causa di un tumore
- L’ultimo articolo su Denise Pipitone scritto in ospedale
- Seguiva la cronaca nera ma era appassionato di calcio
- Il pubblico tv lo conosce per via delle sue apparizioni nelle trasmissioni Mediaset
Grave lutto nel mondo del giornalismo. Se ne è andato a 77 anni Giangavino Sulas, esperto di cronaca nera, habitué dei salotti televisivi Mediaset. A dare la notizia della sua scomparsa è Gianluigi Nuzzi, conduttore di “Quarto Grado”, la trasmissione di Rete 4 in cui Sulas appariva frequentemente.
“Te ne sei andato in punta di piedi”
“Caro Giangavino – scrive Nuzzi sui social – te ne sei andato in punta dei piedi, sempre secondo il tuo stile di uomo gentile, cronista di altri tempi, senza mai rinunciare a esprimere le tue idee, talvolta in solitudine. Questo nostro mestiere significa anche ironia, autoironia sulla commedia della vita e tu ne sei maestro. E per questo non uso il verbo al passato perché le tue lezioni rimarranno sempre. Grazie”.
Il ricordo di “Quarto Grado”
Un pensiero al giornalista scomparso anche sulla pagina Facebook di “Quarto Grado”. “Al nostro Sulas piaceva questa foto. C’era tutto lui – si legge – La passione per il confronto. Le carte di un processo tra le mani. La notizia prima di tutto come atto di rispetto per i suoi lettori e per i telespettatori di #Quartogrado. Se n’è andato di venerdì. Ci mancherà tantissimo. Ciao caro amico. Ciao Giangavino”.
Penna di punta di “Oggi”
Nato nel 1943, di origini sarde, Giangavino Sulas era stato adottato dalla città di Bergamo. Con circa 45 anni di carriera alle spalle, il giornalista era una delle firme di punta del settimanale “Oggi”. La sua specialità era la cronaca nera anche se la sua passione era il calcio. Tra i casi seguiti, l’omicidio di Yara Gambirasio e il delitto di Perugia. Nei mesi scorsi, era sbarcato nel salotto di Barbara D’Urso con uno scoop che metteva in dubbio le origini nobiliari della contessa Patrizia De Blanck (LEGGI QUI).
Stroncato da un tumore
“Giangavino Sulas – si legge su “L’Eco di Bergamo” – ha scritto il suo ultimo articolo sul caso di Denise Pipitone dall’ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo dove era ricoverato da qualche giorno per l’aggravarsi delle condizioni di salute. Lascia la moglie e i figli Roberta e Marco. Parlava del suo male che ha affrontato con grinta per oltre un anno, come una ‘massa che spinge’”.
Il cordoglio social
Tanti i messaggi di cordoglio sui social. “È un giorno triste per tutti noi di Iceberg. Ci ha lasciato la nostra colonna, Giangavino Sulas. 12 anni assieme, grande amico e maestro”, scrive Marco Oliva di Telelombardia. E poi ancora: “Un giornalista di razza, un acuto e intelligente osservatore che arrivava dove gli altri nemmeno osavano pensare. Ci mancherai Giangavino ci mancherà il tuo coraggio e il tuo stile”, “Giangavino Sulas rappresenta un esempio di giornalismo vero, senza retorica, di quello che si pone domande e cerca risposte, rifuggendo l’assolutismo. Uno stile inconfondibile, la chiarezza dell’esposizione, la capacità di ascolto, il rispetto degli interlocutori, una grinta intelligente tale da permettergli di incalzare nel dibattito o, affrontando questioni di cronaca, riservare il beneficio del dubbio. Lui è il giornalismo nato con la Lettera 22, che gli ha permesso di spaziare dagli articoli ai libri, fino a farsi conoscere dal grande pubblico attraverso il mezzo televisivo. Una persona disponibile e sensibile, un vero galantuomo. Ora che si è trasferito in un’altra vita, continuiamo a tenerlo presente. È come il Grande Torino, Giangavino Sulas è andato a scrivere in trasferta”.