Maggio è il mese delle spose e delle spese
- Il bassotto indaga ed emerge una pratica condannata da Papa Francesco
- Il testimone con il volto pixellato: “Il Pontefice può dire quello che vuole ma noi abbiamo delle spese”
- In taluni casi, l’offerta per niente libera non viene neppure dichiarata fiscalmente
Maggio è il mese dei matrimoni e l’inviata di “Striscia La Notizia” Stefania Petyx ha pensato di fare un paio di calcoli per capire quanto possa costare organizzare la cerimonia in chiesa perché a quanto pare diverse parrocchie avrebbero addirittura un tariffario, nonostante il parere contrario di Papa Francesco.
Cosa dice la Conferenza Episcopale
Maggio è il mese delle spose ma anche delle spese. Sposarsi costa un occhio della testa e, ai tanti costi, ne va aggiunto uno sempre più caro, quello per la chiesa. Il tg saritico ha raccolto svariate testimonianze di persone con il volto pixellato e la voce camuffata. “Per la chiesa sono 250 euro, più 20 euro per le pulizie esterne. L’offerta per la chiesa è di 200 euro”, dice una di questa. “L’offerta non è libera?”, chiede l’esca di “Striscia”. “No… quello che prescrive la Conferenza Episcopale Siciliana per tutte le chiese di Sicilia che è di 200 euro”, è la risposta ricevuta.
“In realtà, la Conferenza Episcopale ha stabilito come contributo per i matrimoni un’altra cifra, quasi la metà e sommando altre spese non si superano i 150 euro”, precisa Stefania Petyx. “Il costo della chiesa è di 400 euro – sentenzia un’altra persona interpellata – Che cosa è compreso? E’ il servizio della chiesa: 300 la chiesa più l’organista”.
Cosa dice Papa Francesco
“Amici, eppure Papa Francesco sull’argomento si era espresso – fa notare l’inviata palermitana – e aveva detto ben altro: ‘Se è un’offerta, che la mettano nella cassetta delle offerte, di nascosto, che nessuno veda quanto dai’”. Ecco cosa hanno risposto dinanzi alle dichiarazioni del Pontefice: “Il Papa può dire quello che vuole ma noi qua abbiamo spese, non è che dipende solo da me. Perché gli sposi, quando si tratta di chiesa, dicono ‘Miii quanto? 200 euro?’ e poi si devono andare a spendere 5mila di vestito, 10mila euro di viaggio”.
A chi vanni i soldi delle offerte?
“Vanno ai poveri questi soldi?”, chiede l’esca. “Signora, io quello che fa il prete non lo so. Può essere che si fa una bella mangiata di gamberoni o può darsi che li va a dare in beneficenza. Quello che rimane lo si dà a chi ne ha bisogno. L’acconto va ai poveri”. Alcune persone bussano alla porta di alcune chiese fingendo di essere alla ricerca di un aiuto economico. “Lei deve fare riferimento alla parrocchia o alla Caritas diocesana”, è la risposta che ricevono.
Non tutti agiscono in questo modo
Come se non bastasse, le offerte per nulla libere non vengono dichiarate dal momento che la finta sposa riceve in alcuni casi delle ricevute non fiscale. Una pratica, sottolinea la Petyx, che in taluni casi avviene non solo in barba alle regole del Signore ma anche a quelle dello Stato. “Va detto – conclude l’inviata – che una buona parte si è comportata in maniera corretta”, ovvero chiedendo un’offerta libera.