L’ex direttore del Tg4 lascia il San Raffaele e torna a casa
- Emilio Fede ricoverato dopo una brutta caduta
- “Quando ho perso l’equilibrio, non ero presente a me stesso”
- “Sono tornato a casa in carrozzina, la mia vita è cambiata”
Emilio Fede è tornato a casa. L’ex direttore del Tg4 è stato dimesso dall’ospedale San Raffaele di Milano dove era stato ricoverato a seguito di una brutta caduta. Operato, era finito in terapia intensiva.
“E’ stata molto dura”
“Vivo a Milano 2, ho una bella terrazza e davanti un prato – ha dichiarato al “Corriere della Sera” – Mi sono affacciato, ho sentito il frusciare delle foglie, i suoni e le voci. Dopo settimane di silenzio tutto mi sembra diverso. È stata dura, molto dura, ma adesso è passata”.
“Quando ho perso l’equilibrio, non ero presente a me stesso”
Il giornalista ha ricostruito l’accaduto: “È stata davvero tosta. Stavo tornando a casa, c’era un tratto di strada non asfaltata, ho perso l’equilibrio. Ho avuto il Covid, certamente ero indebolito, non ero presente a me stesso”. Delle settimane in ospedale ricorda “il buio, e poi i colori che si confondevano. Faccio fatica a ricordare le facce, ogni tanto mi vengono in mente i nomi. Ai medici e agli infermieri tutto il mio apprezzamento. Sono eroi, sempre presenti”.
“In ospedale pregavo di sognare mia moglie”
I momenti più difficili? “La notte, contavo i minuti e poi le ore finché arrivasse l’alba – ha ricordato – E di giorno pregavo che la sera sarei riuscito ad addormentarmi e a sognare mia moglie. Mi è mancata tanto”. Diana De Feo, consorte di Fede, vive a Napoli ma lo raggiungerà prestissimo. “Ci siederemo accanto, in silenzio, non c’è altro da dire”, ha svelato.
“Sono tornato a casa in carrozzina”
L’ex direttore del Tg4 che a giugno compirà 90 anni è concentratissimo sul futuro: “Domani mi sveglierò e vedrò che segni mi ha lasciato. Ho subito un’operazione di sette ore, sono tornato in carrozzina, la mia vita è cambiata. Il medico mi ha detto che da adesso in poi devo fare solo una cosa: camminare, camminare, camminare. E stasera spero di non dover prendere tranquillanti, voglio viverla tutta quest’ emozione di tornare a vivere”.
“Voglio creare una fondazione che assista le persone malate”
“Sono stato in oltre 40 Paesi in Africa per raccontare la fame, ho denunciato il razzismo e sono stato imprigionato, sono salito sul Monte Bianco con Bonatti – ha concluso – Tante volte ho rischiato la vita, ma questa volta una cosa l’ho capita: la solidarietà è un bene che va coltivato. Ho deciso che dedicherò una parte dei miei averi alla creazione di una fondazione che assista le persone malate, per non dimenticare chi soffre e non ha i mezzi per curarsi”.
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