In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Amadeus risponde ai dubbi legati alla realizzazione del 71esimo Festival di Sanremo, il […]
In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Amadeus risponde ai dubbi legati alla realizzazione del 71esimo Festival di Sanremo, il primo e si spera anche l’ultimo nell’era Covid. “Sanremo è abituato alle polemiche, cambia l’argomento ma le discussioni sono sempre tante – esordisce il conduttore – Intanto chiarisco: da parte mia c’è grande sostegno a tutto il mondo dello spettacolo dove c’è gente disoccupata che non lavora da quasi un anno. Penso che con le dovute accortezze, i distanziamenti e i numeri ridotti, teatri e cinema dovrebbero riaprire. Nel caso di Sanremo però parliamo di uno studio televisivo, come succede per tanti altri programmi”.
Amadeus conferma che si sta lavorando all’ipotesi di avere un pubblico di figuranti al teatro Ariston: “Pensiamo a figure contrattualizzate che sono parte integrante dello spettacolo nel rispetto del Dpcm. Con le giuste distanze possiamo arrivare a 380 persone in platea, mentre la galleria sarà ovviamente chiusa. Dobbiamo offrire al pubblico a casa e agli artisti che sono sul palco la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare di protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti. Su come si fa uno spettacolo invece penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante”.
“Io sono sempre stato chiaro o Sanremo si fa in sicurezza — perché la salute viene al primo posto — oppure non si fa – svela – Abbiamo l’esempio di Sanremo Giovani: è stato fatto in un teatro piccolo, con tanti cantanti e tecnici che si sono avvicendati sul palco. È andato tutto bene: non abbiamo avuto mezzo problema. Se il protocollo sanitario è preciso le cose si possono fare. Con Sanremo Giovani la Rai lo ha dimostrato”.
Il conduttore e direttore artistico è totalmente contrario all’idea di uno slittamento. “Se lo posticipi a maggio non è Sanremo, ma il Festivalbar – sentenzia – E poi chi ci dice che a maggio avremo lasciato le mascherine e potremo abbracciarci tranquillamente? Se così fosse firmerei subito, ma a maggio probabilmente saremo più o meno nella stessa situazione. Quindi spostarlo per trovarsi con gli stessi problemi non avrebbe senso. Chiarisco una cosa: non vorrei che sembrasse che mi sono intestardito a fare Sanremo a tutti i costi. Lo devo volere la Rai, la discografia e la città di Sanremo. Lo dobbiamo volere tutti: o siamo compatti e lavoriamo per farlo al meglio oppure ci rivediamo nel 2022”.
“La Rai è compatta, ma il fronte deve essere unito anche nei confronti di tutte le polemiche, se no sembra il classico armiamoci e parti – aggiunge – Il Festival blindato non serve a niente, non è uno spettacolo televisivo, passerebbe alla storia per il Sanremo del Covid, per il Sanremo della desolazione. Intorno al Festival da 70anni a oggi è sempre stato costruito uno spettacolo. Se in una partita di calcio mi togli il pubblico, mi levi le porte, riduci a 8 i giocatori e il pallone sì ma sgonfio, forse è meglio rimandare la partita. Certo non ci potranno essere eventi esterni, in piazza Colombo c’era uno sponsor importante, troveremo un piano b perché credo sia giusto non rinunciare a un contributo economico rilevante. Io ragiono in termini televisivi e commerciali: gli ascolti e gli incassi sono importanti, non sono pagato per la gloria”.
Amadeus conferma anche la presenza dei giornalisti in sala stampa ma in un numero ridotto rispetto agli anni precedenti. “Una rappresentanza di giornali, web e radio è fondamentale, in sicurezza, con protocollo e tamponi. Tra l’altro la stampa nella serata di venerdì vota, quindi i giornalisti ci devono essere”, spiega. L’idea della nave, si scopre, non è del tutto tramontata. “Penso sia un’idea bellissima, non la affonderei del tutto. Si può pensare a utilizzarla in altro modo, ci stiamo lavorando”, racconta. Nel frattempo, anche Fiorello è già al lavoro. “Ci sentiamo tutti i giorni, sta preparando cose molto belle, il pubblico sarà felice di trascorrere cinque serate in serenità: la gente ha bisogno di intrattenimento in un periodo psicologico molto difficile”, chiosa il conduttore.