I Jalisse esclusi ancora una volta dal Festival: "Presentate 24 canzoni in 24 anni, diteci almeno perchè" - Perizona Magazine

I Jalisse esclusi ancora una volta dal Festival: “Presentate 24 canzoni in 24 anni, diteci almeno perchè”

Daniela Vitello

I Jalisse esclusi ancora una volta dal Festival: “Presentate 24 canzoni in 24 anni, diteci almeno perchè”

| 19/12/2020

Che fine hanno fatto i Jalisse? L’indimenticato duo, vincitore dell’edizione 1997 del “Festival di Sanremo” con il brano “Fiumi di […]

Che fine hanno fatto i Jalisse? L’indimenticato duo, vincitore dell’edizione 1997 del “Festival di Sanremo” con il brano “Fiumi di parole”, ha un sogno: tornare a calcare il palco dell’Ariston. Per questo motivo Alessandro Drusian e Fabio Ricci, che due anni dopo il successo sanremese si sono anche sposati, da ben 24 anni, tutti gli anni, presentano un brano sperando di essere inseriti tra i Big. Ma ogni anno, compreso quello in corso, vengono scartati e la loro delusione si rinnova. L’amarezza dei due artisti è racchiusa in una lettera-sfogo.

“Diteci almeno perché veniamo esclusi”

“Anche stasera, come da 24 anni, Alessandra e Fabio hanno seguito la tv per scoprire i nomi dei big che parteciperanno al prossimo Festival di Sanremo 2021! – scrivono – Anche stasera, come da 24 anni, con 24 canzoni diverse presentate, i Jalisse non sono stati scelti tra gli artisti che saliranno su quel palco. Chissà, ci aspettavamo una sorpresa dell’ultimo minuto, del resto siamo sognatori. Niente da fare, non riusciamo ad azzeccare una canzone che possa interessare al Festival! Saranno i testi poco validi? Le musiche brutte? La voce? Il nome Jalisse? O cosa? Chi ce lo dice per favore?”.

“Il nostro successo è un ‘mistero’”

“Permettete prima che mi presenti: mi chiamo Fabio Ricci, musicista/autore/compositore/produttore indipendente dei Jalisse fin dal 1994, quando nessuna casa discografica credeva nella musica di Alessandra e Fabio e per questo decidemmo di essere voce fuori dal coro, liberi come la musica, di investire su di noi e di creare la nostra strada (…) Quella notte del 22 febbraio 1997 Alessandra e Fabio hanno creato un caso irrisolto, ‘un mistero’, come scrisse Aldo Grasso, come disse Baudo nel 2007 (a proposito ha scoperto lui la Drusian a GranPremio nel ’90 e i Jalisse nel ’95 a Sanremo Giovani) ma non per tutti, pare… e ciascuno ha formule magiche diverse”.

“Il popolo canta ‘Fiumi di parole’ e questo è ciò che conta”

“Sarà perchè non è ammissibile che i Jalisse arrivino e sorpassino tutti, come hanno testimoniato serenamente alcuni coach a ‘Ora o mai più’ durante la nostra prima esibizione o come scriveva nel suo libro il caro Gigi Vesigna o come prefazionava allo stesso Antonio Ricci: «Sanremo si divide in Ante Jalisse e Post Jalisse». E tanti altri che hanno detto la loro. Ma Vox Populi, Vox Dei, ancora oggi è il popolo che conta e che canta e i Fiumi di parole ci portano via”.

“Vogliamo chiarezza e lavoro”

“Noi non vogliamo far parte del mistero, vogliamo chiarezza e lavoro! Quindi ogni anno, con il cuore impavido, da 24 anni, ci incolliamo alla tv, mano nella mano e come due sognatori innamorati, come quando aspetti fino a tardi l’arrivo di Babbo Natale o quando sei l’ultimo di una lunga fila e speri che sia il tuo turno e invece ti chiudono la porta. Noi ci auguriamo che tra quei nomi appaiano anche Alessandra e Fabio, con la nuova canzone presentata alla commissione, puntualmente, come ogni anno”.

“Se sapessi le motivazioni, migliorerei il tiro”

“Ecco, tante canzoni scritte e pubblicate senza aver saputo neanche le motivazioni delle 24 esclusioni dal festival di Sanremo di 24 edizioni. Sì, perché se sapessi le motivazioni migliorerei il tiro per essere accettato, ma niente! E non voglio farmi trascinare dall’idea che per partecipare bisogna essere amici di qualcuno o gestiti da qualcun altro. Effettivamente sentire che tutti sono amici crea un certo imbarazzo, ma leggo spesso dalle interviste che i brani accettati al Festival sono tutti assolutamente bellissimi, di valore, altrimenti a che servirebbe ascoltarli tutti?”.

“Voglio capire se siamo vittime di una forma di emarginazione vigliacca”

“E allora voglio capire! Perché questo stato di non considerazione fa male a chi fa musica seriamente, a chi investe tempo e soldi, a chi fa sacrifici, a chi ha chiesto ai propri genitori di sacrificarsi per arrivare ad un sogno, a chi svolge con professione ed amore il proprio lavoro, a chi rappresenta (nel suo piccolo) la musica italiana all’estero, mentre a casa, in Italia, deve sentirsi al centro di un ‘Giallo Sanremese’, come un episodio da non replicare quel ’97, un vincitore da dimenticare, una forma di emarginazione… vigliacca! Eppure, abbiamo vinto il 47° Festival di Sanremo, due premi, uno agli autori, grazie a quel pubblico che ci ha votati, con quelle testimonianze spontanee che ancora ci arrivano, di aver avuto ‘carrettate di voti quella sera’. Con il sottofondo ancora oggi, della gente che fischietta Fiumi di parole e non solo in Italia, ma in tutto il mondo!”.

“Il Festival è il nostro luogo congelato”

“E ne abbiamo avuto di conferme grazie alla nostra partecipazione a Ora o mai più con Amadeus e a Tale e quale Show con Carlo Conti, che ci hanno permesso di tornare in prima serata RAI e di ritrovare il nostro pubblico televisivo italiano che non abbiamo mai perso, che ci ha cercato. Eppure, ci siamo messi in gioco diverse volte come a The Voice, con Alessandra padrona di se stessa senza cadere nelle trappole della disperazione che fa tanto televisione d’effetto. Ma il nostro luogo congelato è il Festival di Sanremo!”.

“Essere citati sempre per primi nella lista degli esclusi ci fa male”

“Sicuramente ci sono tantissimi artisti esclusi da Sanremo, anche più bravi dei Jalisse, certo, ma credo che Alessandra e Fabio possano meritare di tornare su quel palco che ha dato (dal pubblico) e tolto (dagli addetti ai lavori), perché ogni volta che arriva il Festival i primi ad essere citati come cattivo esempio di una vittoria non meritata sono proprio i Jalisse. Meteore, scomparsi, desaparecidos… I primi della lista nei titoloni. E questo ancora una volta ci farà male!”.

“Quest’anno ci credevamo particolarmente”

“Invece di offrire una nuova opportunità ai Jalisse di salire su quel palco che li ha visti trionfatori 24 anni fa, si offre la guancia ai detrattori che continueranno a schiaffeggiare i Jalisse spiaccicandoli nei redazionali con titoloni denigratori. Senza parlare di alcuni speaker radiofonici che puntualmente, ma solo durante il Festival, metteranno in sottofondo quel Fiumi di parole che condirà puntualmente battute semi-comiche. Ed è difficile andare controcorrente! Come un sacco pieno di gioie portato sulle spalle che viene bucato con centinaia di lame-parole appuntite. E questo anno ci credevo particolarmente!”.

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