Ospite della prima puntata stagionale di “Verissimo”, Piero Chiambretti racconta il dramma della morte della madre Felicita stroncata dal coronavirus […]
Ospite della prima puntata stagionale di “Verissimo”, Piero Chiambretti racconta il dramma della morte della madre Felicita stroncata dal coronavirus lo scorso 21 marzo. Anche il conduttore lo aveva contratto e madre e figlio erano stati ricoverati insieme. La donna, purtroppo, non ce l’ha fatta ed è spirata in ospedale.
“Io sto bene. Mi fa un po’ effetto tornare a Mediaset, in uno studio, perché l’ultima volta era marzo e ci fu la sospensione del mio programma per il Covid-19 – esordisce – E’ la prima volta che ritorno davanti ad una telecamera. Mi sento anche diverso. Fisicamente sto bene, psicologicamente il lavoro aiuta. L’esperienza nella sua tragicità è stata comunque utile perché si impara sempre qualcosa. D’ora in poi prenderò la vita con maggior distacco perché siamo legati ad un filo. Lo diciamo sempre ma non ci pensiamo mai e quando vedi che questo filo si sta per spezzare capisci che tutto è molto relativo rispetto alle problematiche che tutti i giorni ci fanno venire la colite. E’ un’esperienza che non auguro a nessuno. Traumatica, terribile per il rapporto che avevo con mia madre che non era una madre ma un’amica. Ne sono uscito veramente a pezzi. E’ stata la cosa più brutta della mia vita sino a oggi, ho toccato veramente il fondo”.
Chiambretti è stato tra i primi ad ammalarsi di Covid. “Sono stato colpito nel picco di marzo – racconta – Sono entrato in ospedale il 16 con tre focolai di polmonite. Mi ero sentito male una settimana prima. Ero riuscito a far venire a casa mia un medico. Questo medico mi disse che avevo un’influenza e mi fece prendere la tachipirina. Negli ultimi giorni ero stato con mio cugino, mia madre e mia figlia che puntualmente si sono ammalati tutti. Mia figlia ha avuto la febbre un solo giorno e poi è stata benissimo. Mia madre invece si è subito aggravata e mio cugino è stato più di me in ospedale. Io 16-17 giorni, lui 30. Prendevo le medicine ed ero sempre più stanco, affaticato, però mi fidavo di questo dottore. Nel frattempo, si ammala mia madre che era da sola in un’altra casa e le dico di prendere la tachipirina convinto che avesse anche lei l’influenza. Dopo una settimana mia madre che non riusciva neanche più a mettersi il termometro mi dice ‘ho la febbre altissima’ e io dal letto, devastato, riesco a chiamare un amico che chiama l’ospedale e mia madre viene ricoverata. In ospedale è stata immediatamente tracciata e dall’ospedale ci hanno chiamato. Mi hanno mandato l’ambulanza, sono arrivati tutti bardati”.
“In ospedale è cominciato un calvario supportato in modo egregio da questa squadra di medici e infermieri – aggiunge – Ci sono stati vicini. Io non riuscivo a vedere mia madre che nel frattempo si è aggravata. Ho avuto poi la fortuna di averla nel letto a fianco grazie a loro che me l’hanno fatta vedere da vicino. Però dopo pochi giorni lei è peggiorata e a quel punto, per protocollo, mi hanno detto che per non farla soffrire sarebbe stato meglio lasciarla dormire”.
“E’ stata un po’ dura – dice con la voce spezzata – Mia madre faceva la poetessa ed è morta nel giorno mondiale della poesia. Nella notte che lei è mancata, io sono guarito. Io poi ho scritto che mi aveva dato la vita due volte. Mia figlia ha patito moltissimo la morte della nonna”.
Il prossimo 21 settembre Chiambretti tornerà in tv al timone della trasmissione sportiva “Tiki Taka”, un’esperienza del tutto nuova per lui. Il programma rappresenta l’occasione giusta per tagliare col passato dal momento che la madre era la sua telespettatrice numero 1. “Visto che devo fare una cosa dove mia madre non c’è, devo fare una cosa assolutamente diversa perché altrimenti sentirei troppo la mancanza – spiega – Mia madre comunque ci sarà”.
