Vincenzo Mollica, andato in pensione lo scorso 29 febbraio dopo 40 anni di onorato servizio in Rai, si racconta in […]
Vincenzo Mollica, andato in pensione lo scorso 29 febbraio dopo 40 anni di onorato servizio in Rai, si racconta in un’intervista al quotidiano “Libero”. “Se ieri mi definivo un cronista impressionista e impressionabile, oggi più coscientemente penso di essere un apprendista pensionabile. Sono arrivato a quel periodo di vita dove vedi in lontananza la giovinezza e molte persone, con fare cortese, iniziano a dirti che stai per vivere una seconda gioventù. Con altrettanto garbo, capisco invece che sto entrando nell’età del rincog**onimento totale”, dice con la sua consueta ironia.
Il giornalista confessa di aver ricevuto diverse proposte lavorative e di accarezzare l’idea di tornare in tv. “Quanto alle proposte lavorative, è vero, ne ho ricevute diverse e le sto vagliando: ne sceglierò sicuramente qualcuna da fare in modo saltuario – precisa – Devo sempre tenere a bada il buono, il brutto e il cattivo che mi accompagnano, ossia il Parkinson, il diabete e la cecità. Non sono malattie facili da accettare: sono compagni di viaggio fastidiosi, a volte perdo la pazienza, ma tengo sempre in tasca un sorriso, per tirarlo fuori quando serve. Anche la fede mi è di sostegno: sono sempre stato credente”.
Tra quelli a cui direbbe subito sì c’è Fiorello. “Ha carta bianca con me, gli lascio fare tutto quello che vuole – sentenzia – D’altronde di fronte a un artista geniale come lui, ci si consegna in segno di resa: è il comportamento più giusto. Fiorello è straordinario, quando inizia un progetto nasce sempre qualcosa di bello. È un maestro del linguaggio ed è questo a fare la differenza: se vai in tv per fare una battuta, non succede nulla, se invece racconti qualcosa allora entri nel cuore dello spettatore”.