Il medico americano Ian Crozier era balzato agli onori della cronaca dopo che, nel settembre scorso, aveva contratto l’ebola mentre si trovava in Sierra Leone come volontario per l’Oms. Rimpatriato immediatamente, il medico della Vanderbilt University specialista in malattie infettive aveva trascorso 40 giorni tra la vita e la morte. Alla fine di ottobre, dopo una lunga degenza, era stato dichiarato guarito.
Ma, come racconta oggi “La Repubblica“, il suo calvario non era ancora finito. Il medico ha infatti accusato la rapida perdita della vista all’occhio sinistro e l’iride ha cambiato colore, passando dall’azzurro al verde dieci giorni dopo la comparsa dei primi sintomi. Fino alla terribile scoperta: nell’umor acqueo, il liquido salino che si trova tra la cornea e il cristallino, si annidava il virus di Ebola.
Secondo Steven Yeh, il medico oftalmico che ha visitato il paziente tutti coloro che sono stati ammalati e sono sopravvissuti all’Ebola dovrebbero farsi visitare per essere certi che non ci sia stata una contaminazione nell’occhio. Grazie ad una terapia sperimentale, il dottor Crozier ha iniziato a recuperare la vista e ha raccontato di aver accusato anche una significativa perdita dell’udito (sempre nella parte sinistra). “Sono stati giorni terribili ed ero molto depresso – ha spiegato – era come se l’intera parte sinistra della tua vita se ne fosse andata“.